Fabio Bergamaschi, il Ben Affleck della Repubblica del Tortello e neosindaco di Crema, ha presentato la sua giunta. Fra cento giorni, i primi giudizi e valutazioni. Però è anche vero che «I vincenti si riconoscono alla partenza. Riconosci i vincenti e i brocchi» (C’era una volta in America). Bergamaschi non è partito male. Ha scelto gli assessori senza creare tensioni e malumori all’interno della sua coalizione. Se ci sono state, non sono finite sui media locali, risultato invidiabile. Dimostrazione di capacità diplomatiche e di credibilità. Ha rinnovato la compagine precedente, nella quale era assessore, senza dimenticare che la discontinuità non significa buttare l’acqua con il bambino. Un equilibrato mix tra nuovo e antico, se non è fondo di magazzino o cianfrusaglia, è prezioso e Bergamaschi ha cercato di amalgamare la conservazione con il rinnovamento. Ha ignorato i commercianti del centro che avevano scritto una lettera e lanciato una raccolta firme (Cremaonline, 5 luglio) per la conferma in giunta dell’ex assessore Matteo Gramignoli. Il neosindaco ha messo in naftalina il Braveheart dei bottegai e tirato dritto per la propria strada. Ha scelto in autonomia e senza innescare polemiche. Raccogliere firme per suggerire un assessore ad elezioni ancora calde e durante le consultazioni e i lavori per formare la prima giunta, è maldestro e controproducente. Naif. La richiesta, anche se comprensibile, lecita e avanzata con una lettera educata e rispettosa, sarebbe stata inaccettabile per qualsiasi sindaco. Se avesse ceduto alla sollecitazione, Bergamaschi sarebbe stato ghigliottinato con l’accusa di essere ostaggio dei richiedenti, peccato originale che avrebbe segnato l’inizio del mandato, marchio indelebile d’infamia per il resto della sua attività amministrativa. Avrebbe legittimato i portatori di interesse delle varie categorie economiche, sociali e vattelapesca, gli stakeholder cittadini, ad avanzare domande per un assessore di loro gradimento o per qualsiasi altra cosa e a incazzarsi all’eventuale mancato accoglimento dei loro desideri. Sarebbe stato l’Inferno. L’iniziativa ha rischiato anche di rappresentare un peso psicologico per il sostituto di Gramignoli, ma il pericolo è stato evitato. Il curriculum dell’assessore designato dal neosindaco per la sostituzione dell’unto dai commercianti preserva l’amministrazione da questa eventualità.
Massiccio, Franco Bordo è il corsaro Francis Drake della giunta. Spalle larghe, esperienza parlamentare, è uno specialista nella navigazione in acque agitate e infide, abilità che gli permette di non sentirsi una seconda scelta. Insomma, di fregarsene di lettere e raccolte firme. Bordo è come l’araba fenice, risorge sempre, dote non da poco per un politico. Gramignoli, non ha ciurlato nel manico. Corretto, è stato alla finestra e la questione è stata impacchettata, messa in solaio senza strascichi. Archiviata tra le troppe minchiate che caratterizzano non solo Crema, ma l’intera provincia.
Al di là questi aspetti procedurali, la novità, il valore aggiunto del nuovo corso ammnistrativo è l’idea annunciata di un progetto che coinvolga il Cremasco nel suo complesso. Il compito di realizzarlo è stato affidato a Cinzia Fontana, vicesindaco e assessore al territorio. Gentile e disponibile al dialogo, sorridente, ma ferma e determinata nelle proprie convinzioni, versione adulta della Elizabeth Bennet di Orgoglio e pregiudizio, l’assessora non ha dubbi: «Ridare un valore politico importante alle scelte del territorio credo sia uno degli elementi più sfidanti per il Comune di Crema» (Cremaonline, 7 luglio). E’ già molto, ma è andata oltre: «Consorzio.it sarà lo strumento operativo del territorio, il luogo in cui si concentreranno la visione del futuro e la coesione nel raggiungerlo sarà l’area omogenea cremasca» Per essere sicura d’essere stata capita ha concluso: «Una partita come quella di Scrp non si può pensare sia chiusa solo dal punto di vista tecnico. Abbiamo necessità di avere uno sguardo ampio quando parliamo di politica territoriale». Cinzia Fontana non è gazzosina alla menta, né tequila bum bum. È un prosecchino, ma di qualità. Fresco, va giù che è un piacere, ma poi ci si accorge che non è acqua.
La partenza di Bergamaschi non è stata da brocco. Per capire se è un fuoriclasse è troppo presto, ma un proverbio dice che il buon giorno si vede dal mattino. Nell’attesa si può fantasticare con People Have The Power e sognare insieme a Patty Smith. Sognare che il Cremasco riprenda il posto che gli spetta. Che conti. Che, in compagnia di Cremona e Casalmaggiore, esca dal sottoscala di Cenerentola e salga sul cocchio. Un sogno di una notte di mezza estate. Un prosecchino fresco lo favorisce. Lo stimola. Lo sollecita.
Antonio Grassi