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Crema. Losco (sinistra) punta su ambiente e solidarietà

24 Gennaio 2022

 

‘Pensare globale, agire locale’. Paolo Losco, candidato sindaco di Crema per Rifondazione comunista e Sinistra italiana, nel presentare oggi davanti alla piscina il suo programma in città ha premesso che occorre ‘tornare ai valori di solidarietà ed inclusione e che c’è bisogno di un radicale cambio di rotta’. ‘Viviamo in un Paese in cui le disuguaglianze sono ormai insostenibili, quasi imbarazzanti: un lavoratore su quattro è sottopagato, oltre uno su dieci vive in povertà – ha continuato Losco -. Un lavoro che non è solo precario, sfruttato, sottopagato, ma oggi anche più insicuro: è assurdo che un diciottenne tirocinante possa perdere una mano sul lavoro, come accaduto a Ombriano martedì scorso o che uno studente possa perdere la vita durante uno stage gratuito del progetto alternanza scuola lavoro. Tutto questo sotto lo sguardo di pochissimi miliardari che hanno moltiplicato le proprie ricchezze negli ultimi due anni, proprio mentre ci raccontavamo che la crisi ‘colpisce tutti’. Non è così: in una società come quella attuale, le crisi le pagano quelle famiglie e quei cittadini già ampiamente vessati e in difficoltà’. Altro puinto cardine del programma di Losco è l’ambiente: ‘Viviamo in un mondo in cui l’emergenza climatica è sotto gli occhi di tutti, ma le proposte in campo, per lo più timide e scoordinate, si limitano ad un poco più che inutile greenwashing, a causa dei numerosi interessi economici dei pochi’. Il candidato di Prc e Sinistra ha precisato che il progetto che si impegna a realizzare non è ‘una semplice alleanza elettorale tra forze politiche ma un vero e proprio  laboratorio politico aperto, costruito con le cittadine e i cittadini che vi hanno già aderito e in costruzione con altre realtà con cui il dialogo è già aperto o si aprirà. Parte da queste riflessioni e le riporta sul piano territoriale: agire locale, appunto’.

I due valori fondanti del laboratorio sono ambiente e solidarietà. ‘Da un lato questa attenzione non può essere livellata al ribasso, dall’altro non possiamo accettare che la cura per le persone siano i soli diritti civili e che quella per l’ambiente sia limitata ad una più o meno virtuosa gestione dei rifiuti sempre più svenduta a società private, come oramai quasi tutti i servizi pubblici’ ha spiegato Losco. ‘La pandemia ha posto sotto i riflettori una serie di emergenze sociali che erano già ben presenti prima – ha aggiunto – ma che si sono amplificate ed è solo grazie alla solidarietà del terzo settore che non siamo arrivati ad un collasso. Non si può pensare che il termine solidarietà possa essere valido solo quando si lanciano appelli per ‘fundrasing responsabili’ a fronte di oltre un milione e mezzo di debiti, che realisticamente ci porteranno a perdere Finalpia, o per far riaprire una piscina ad una società che non è stata in grado di gestirla. Ricordiamo, infatti, che dopo aver foraggiato la ‘cara’ (è il caso di dirlo) Sport Management con oltre 180.000 euro di soldi pubblici, a pulire le vasche sono stati i volontari della Protezione Civile. È proprio questa la logica che porta, poi, numerosi cittadini in situazioni di difficoltà a sentirsi emarginati e a perdere la fiducia nelle istituzioni, fiducia che deve assolutamente essere riconquistata. Non possiamo lasciare che sia il volontariato ad arrivare autonomamente dove le istituzioni non vogliono o non riescono ad arrivare. Dobbiamo avere il coraggio di mettere il welfare al centro, il welfare come mezzo di sviluppo, anche economico, della città. E invece abbiamo assistito ad una cementificazione massiccia che ha portato la nascita di supermercati come fossero funghi. Domando alle cremasche e ai cremaschi: ne avevamo bisogno? Noi crediamo di no, noi credevamo di no quando ci fu proposto quel progetto e continuiamo a sostenere che sia un modello completamente sbagliato di sviluppo per una città come la nostra. Un modello diverso di sviluppo, che parta dai servizi di prossimità nei quartieri, oggi troppo isolati, è possibile: quello che serve è la volontà politica. Così come possibile, e basta volerlo, è incentivare l’economia sociale per il benessere della collettività’.

Losco ha poi spiegato che cosa intende per ‘cura per le persone’: ‘Non si deve lasciare nessuno indietro, a partire dall’infanzia con asili nido accessibili a tutte le famiglie, fino agli anziani, con particolare attenzione ai non autosufficienti che necessitano di servizi che, ad oggi, non esistono o sono difficilmente accessibili e con risposte sempre troppo tardive. Questo deve passare, per forza di cose, da un potenziamento della sanità territoriale, smantellata da anni di tagli in favore dei privati, scelta che la pandemia ha mostrato in tutta la sua inefficacia. E non basta raccogliere firme per una proposta, pur condivisibile (quanto elettorale), per potenziare le strutture del polo sanitario presso l’ex tribunale. Senza un potenziamento di fatto, attraverso assunzioni e stabilizzazioni nella sanità pubblica, restiamo ancorati alla troppo diffusa logica che si ferma a guardare il dito che punta, invece, la luna. Noi vogliamo la luna, noi vogliamo una sanità pubblica efficiente e di prossimità, perché anche il diritto alla cura, in quanto tale, è e deve essere universale’.

La cura per le persone nel progetto della sinistra passa anche dal ruolo degli educatori, ‘i cui contratti precari e sottopagati, sono frutto di trattative su tavoli a cui l’amministrazione comunale partecipa attivamente attraverso la Comunità Sociale Cremasca. Queste professionalità, fondamentali per le famiglie e per tutto il territorio, devono essere riconosciute e valorizzate, in quel settore assistiamo ad un turnover selvaggio che non consente di offrire servizi realmente efficaci ed è figlio della mancanza di una programmazione a medio termine. Anche questi punti sono prioritari, per una città inclusiva che non voglia lasciare indietro nessuno’.

C’è poi la cura per l’ambiente, a proposito di cementificazioni, ha osservato Losco che dovrebbe andare di pari passo con quella per le persone, soprattutto nella provincia più inquinata d’Italia. ‘Zero consumo di suolo e riutilizzo dell’esistente dovrebbero essere le parole chiave – ha precisato -.  Molte richieste, come la pedonalizzazione di piazza Giovanni XXIII, sono state completamente ignorate da questa amministrazione che, negli anni, ha sempre più agito per conto proprio senza ascoltare nessuno, senza aprire confronti, senza ascoltare i pareri delle minoranze e, talvolta, nemmeno delle proprie stesse maggioranze. Quanti gli edifici che avrebbero meritato una riqualificazione che mai è arrivata? La zona della Pierina, l’Ecomostro di San Carlo (che con buona pace di Piloni che lo dava per riqualificato si trova ancora lì), le ex carceri. Per non parlare della scuola di CL, sicuramente non di responsabilità comunale, ma in 10 anni l’unica variazione fatta è un inutile cambio d’uso.’

Losco rilancia l’area omogenea cremasca: ‘Crema deve sapersi riprendere quel ruolo di capofila di un’area che oggi di omogeneo ha davvero poco e deve farlo riprendendo parte attiva nella gestione dei servizi. Abbiamo convocato questa conferenza stampa in questo luogo, di fronte alla piscina di Crema, proprio perché lo riteniamo un simbolo dello smantellamento di questi servizi, così come dello smantellamento di fatto di tutte le società partecipate. Una piscina che è stata affidata al privato per apparenti costi insostenibili di gestione e manutenzione. La logica dell’esternalizzazione prevedeva minori costi per il Comune e le garanzie della manutenzione, oltre che di una gestione professionale. E invece, solo negli ultimi 2 anni, abbiamo tirato fuori oltre 200.000 euro di soldi pubblici senza avere nemmeno la manutenzione pattuita. Gli ultimi 38.000 euro mascherati da un abbattimento di costi per le società sportive. Oggi è necessario ridiscutere seriamente dei rapporti tra pubblico e privato e della presenza di un controllo pubblico sui principali servizi nell’interesse, prima di tutto, della collettività. 

 

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