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Crema. ‘Agli operatori sanitari non un monumento ma scuse’

29 Marzo 2022

Il 31 marzo alle ore 15 nel piazzale antistante all’ospedale di Crema verrà inaugurato, alla presenza del sindaco, il monumento intitolato agli operatori e alle operatrici della sanità. Al sindaco di Crema vogliamo dire che più che un riconoscimento, agli operatori della sanità, vanno date le scuse per il trattamento loro riservato, soprattutto considerati gli eventi degli ultimi due anni.
Di monumenti, monumentini e medaglie gli operatori sanitari non sanno proprio che farsene e ne fanno volentieri a meno. Quello che chiede con forza il personale sanitario non sono i riconoscimenti ma il rispetto e dignità per il lavoro svolto, una qualità di vita lavorativa e privata degna di questo nome. Negli ultimi due anni gli operatori della sanità più che da eroi sono stati sfruttati e trattati da martiri. Sino ad oggi sono stati sottoposti a turni massacranti per carenza di personale e di strutture adeguate. All’inizio della pandemia sembrava che la priorità sarebbe stata quella di investire fiumi  di denaro ed energie per migliorare il servizio sanitario pubblico ma in pratica nulla è stato fatto e ad oggi nulla è cambiato.  Dopo nove anni di blocco contrattuale e degli stipendi il personale sanitario nel maggio 2018 ha visto il rinnovo del CCNL con un  aumento misero di 60 euro lorde (ne sarebbero serviti almeno 300 per il recupero dell’inflazione) il quale però è scaduto nel dicembre 2018, pochi mesi dopo il suo rinnovo e per il triennio 2019 – 2021 ad oggi nessuna notizia.  Il PNRR tanto decantato dal Governo prevede per il sistema sanitario lo stanziamento di briciole e la maggior parte indirizzate per la telemedicina, tradotto vuol dire niente assunzioni e niente ampliamento dei posti letto, soprattutto per le terapie intensive.

L’Unione Sindacale di Base NON si è mai schierata contro i vaccini ma contro il green-pass, che non fa altro che discriminare i lavoratori, ha sempre sostenuto la libera scelta in capo ad ogni singolo individuo. Non possiamo non parlare della assurdità dell’obbligo vaccinale imposto non solo al personale sanitario ma anche a lavoratori che con i pazienti non hanno nessun rapporto come il personale amministrativo e operai, i quali, oltre ad essere obbligati (pena la sospensione dal posto di lavoro) sono costretti a sottoscrivere il c.d. ‘consenso informato’, figurando così che di obbligo non si tratta, con il ricatto ‘o fai quello che ti dico io o ti taglio i viveri’. Per non parlare della tragica gestione delle RSA nelle quali si è consumata una vera e propria strage, soprattutto nella nostra regione. In tutta Italia più di duemila persone tra medici e infermieri, di quelli che vennero chiamati eroi, oggi sono trattati peggio di un delinquente e si trovano a casa senza stipendio solo perché non hanno voluto cedere al ricatto di un vaccino, il quale, ormai è acclarato, non impedisce la trasmissione del virus come volevano farci credere ma protegge solo chi decide di inocularselo.

Inoltre la ASST di Crema, forse unico caso nel nostro paese, non riconosce al personale sanitario costretto a casa per aver contratto il covid durante il lavoro l’infortunio professionale ma la malattia. In questo modo oltre al danno anche la beffa: i dipendenti si devono fare carico di tutte le eventuali spese per esami e terapie dovute agli strascichi del ‘long covid’, come si dice ‘cornuti e mazziati’ il tutto avallato dalle organizzazioni sindacali Cgil Cisl e Uil le quali non solo  non sono rimaste in silenzio, ma si sono accanite inspiegabilmente sul personale restio alla vaccinazione. Oggi, come se tutto questo non fosse stato abbastanza, la ciliegina sulla torta: il governo del guerrafondaio Mario Draghi e i suoi compagni di viaggio, con un decreto ad hoc ha messo in deroga tutte quelle norme che regolamentano la professione sanitaria, si intende quindi sostituire il personale sanitario sospeso con personale proveniente dall’Ucraina, prendendosi gioco di chi sino ad oggi per poter esercitare la propria professione nel rispetto delle normative è stato costretto all’iscrizione ad albi professionali e ad effettuare corsi di aggiornamento obbligatori per poter mantenere professionalità e il posto di lavoro. Quindi ci chiediamo, di quali eroi stiamo parlando?

Insomma tutto quello che non è stato possibile derogare negli ultimi anni è stato fatto in un battibaleno con uno dei tanti decreti che ormai giornalmente vengono sfornati da questo governo.
Al sindaco di Crema chiediamo, durante l’inaugurazione del monumento intitolato agli operatori e alle operatrici della sanità, di evitare i ringraziamenti ma di voler porgere a nome del Paese e delle istituzioni le proprie scuse per il trattamento sino ad oggi a loro riservato.

L’Unione Sindacale di Base del Cremasco

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