Rinnovato questa mattina il ricordo di tutte le persone morte a causa del bombardamento che colpì duramente Cremona 79 anni fa. La cerimonia, organizzata dal Dopolavoro Ferroviario (DLF) di Cremona e dal Comune, presenti le autorità civili e militari ed i rappresentanti delle associazioni partigiane, d’arma e combattentistiche, si è tenuta davanti al monumento alle vittime del bombardamento in via San Francesco d’Assisi.
La commemorazione è stata introdotta da Andrea Cambiati del Dopo Lavoro Ferroviario che ha portato i saluti del presidente. Ha preso quindi la parola Romeo Domaneschi, sempre del DLF di Cremona, che, attualizzando quanto avvenuto nel 1944, ha evidenziato che è meglio parlare con il prossimo prima di scontrarsi.
Ha preso infine la parola il sindaco Gianluca Galimberti, sottolineando che è importante ricordare tutti i 132 caduti di quel 10 luglio, tra i quali anche bambini e militari tedeschi, ed ascoltare le loro voci. Ha evidenziato quanto sottile sia la differenza tra vivere e morire, citando quanto riferito appena prima della cerimonia da una signora, il cui fratello fu trasferito il giorno prima del bombardamento in un’altra città salvandosi, e il fratello di sua nonna che, al suonare dell’allarme si rifugiò nei campi, ma venne ugualmente colpito e morì sotto le bombe.
Guardando il monumento e le sue forme il Sindaco ha detto che ricordano le coscienze spaccante in due, con le linee orizzontali del presente e le linee verticali a guardare il futuro e questo significa anche che è importante godere appieno di ogni istante della vita come se fosse l’ultimo. Durante il bombardamento morirono molte persone adempiendo il loro dovere. “La nostra comunità si fonda sulle persone che hanno il senso del dovere, senza limiti, fino a dare la propria vita. Questo è il senso della democrazia, fare ognuno la propria parte, senza tirarsi indietro. Da quella ferita è nata un’idea di democrazia, la memoria ci consegna il senso di responsabilità” ha concluso il Sindaco.
A seguire, le autorità hanno deposto una corona d’alloro mentre il parroco del Cambonino, don Alberto Martinelli, ha impartito la benedizione. La corona d’alloro è stata successivamente portata sotto la lapide, collocata su un edificio di quella che un tempo era conosciuta come Porta Milano, ora piazza Risorgimento, e che reca la seguente epigrafe: Come questa pietra immutabile il ricordo ed il compianto per i cremonesi vittime innocenti di bombardamento aereo vivranno eterni ammonendo pace tra i popoli.
La commemorazione si è conclusa nella chiesa di S. Ambrogio – presente, in rappresentanza del Comune, l’assessore Barbara Manfredini – dove è stata celebrata la messa durante la quale sono state ricordate le vittime sia di quel tragico evento, sia di tutti i conflitti che affliggono l’umanità.