Cremona Capitale della Cultura, Sindaco favorevole

23 Marzo 2025
Cremona Capitale della Cultura 2028? Bene l’apertura del centrodestra, ora servono i fatti. Accogliamo con favore il segnale lanciato da alcuni esponenti della destra cremonese: parlare oggi di collaborazione è un fatto nuovo e significativo. Finora, infatti, non sono mancate le sinergie efficaci a livello nazionale e regionale, basti pensare all’impegno del senatore Ancorotti per il riconoscimento del Festival Monteverdiano, al sostegno del presidente Fontana e della ministra Santanchè.

Le novità, oggi, sono almeno due.

La prima riguarda proprio Alessandro Portesani: durante la campagna elettorale rivendicava il merito del riconoscimento al Festival esclusivamente ai parlamentari di centrodestra, negando quel gioco di squadra che invece è stato decisivo. Oggi cambia tono e apre al dialogo: bene così, perché i risultati arrivano solo con il lavoro condiviso.

La seconda, più importante, è che per la prima volta l’intero centrodestra locale riconosce il valore del lavoro svolto in questi anni sulle politiche culturali. È un passo avanti significativo che può davvero aprire la strada a una candidatura credibile di Cremona a Capitale italiana della Cultura.

Ma attenzione: servono coerenza, continuità e visione. Non basta una dichiarazione d’intenti o una sparata ad effetto. Non si può dipingere una città come culturalmente spenta un giorno, e il giorno dopo proporla come modello nazionale.

L’assessore Bona ha indicato con chiarezza le priorità su cui lavorare insieme:

Il progetto di San Marcellino, per cui è già stato presentato un dossier alla Fondazione Cariplo. Chiediamo al centrodestra di superare le vecchie resistenze e sostenere finalmente un progetto strategico per la città.

Il rafforzamento del Festival Monteverdiano, che deve diventare un appuntamento fisso e un riconoscimento stabile nel panorama nazionale.

Lo sviluppo e la riqualificazione del Museo Civico, chiave per il rilancio dell’intera area del centro storico e per rafforzare la nostra candidatura.

Io aggiungo un quarto punto: il sostegno trasversale alla Fiera, con la trasformazione del padiglione 1 in uno spazio per la musica e i giovani. Anche questo è cultura, e guarda al futuro.

Cremona è pronta. Ma la candidatura non può essere solo un obiettivo: deve essere parte di una visione più ampia. Se vogliamo arrivare in cima al grattacielo, ci sono ancora alcuni piani da salire. I risultati fin qui ottenuti dimostrano che siamo sulla strada giusta, ma serve consolidare e costruire ancora.

La prossima settimana chiederemo incontri a parlamentari e consiglieri regionali, e solleciteremo anche un confronto in Ufficio di Presidenza con il presidente Luciano Pizzetti.

È il momento di condividere strategie, idee e responsabilità. Cremona può farcela, anche da sola, perché alleanze territoriali potrebbero generare più dei minestroni che una autentica valorizzazione del nostro patrimonio culturale materiale e immateriale. Cremona può farcela, ma solo se lo dimostriamo insieme, con coerenza e coraggio.

 

Andrea Virgilio

sindaco di Cremona

4 risposte

  1. Mi sembra di rilevare un tono abbastanza polemico da parte del sindaco. Se questo è il suo modo di avviare una collaborazione costruttiva … Per raggiungere Cremona in treno bisogna svolgere una novena molto partecipata (lo sa sindaco come sono ora le linee ferroviarie di cui disponiamo?), che le strade di accesso alla città sono degne della più accidentata superficie lunare, che i taxi sono quasi inesistenti, che i ristoranti sono carissimi, mi chiedo in che modo possiamo prepararci ad accogliere turisti che desiderino arrivare nella nostra città! C’è molto da fare nei prossimi anni e per ora non abbiamo contato più di tanto.

  2. Parlare di opportunità partendo dalla ministra Santanchè è come scegliere di partire con un handicapp …
    La ministra con le azioni in ribasso ha fatto una comparsata a Cremona, collegio che ahimè l’ha eletta, a due anni dalla nomina …mi sembra poco per sostenere che è particolarmente interessata allo sviluppo culturale della nostra città.
    Le idee poi devono uscire ed essere progetti che abbracciano tutte le sfaccettature della cultura.
    Il Festival monteverdiano ha un eco internazionale e ogni anno richiama spettatori da ogni parte d’Europa, ma resta un evento di nicchia, per appassionati di un certo tipo di musica, credo che difficilmente si potrà fare di meglio di quanto non si faccia.
    Il Museo civico avrebbe bisogno di un intervento che lo valorizzi a prescindere dall’ottenimento della nomina sperata.
    Ciò di cui si avrebbe bisogno è una ventata di novità che dia nuova linfa anche alle relazioni e alla espressione culturale della città che ad oggi è molto chiusa su se stessa e preda della paura di aprire gli orizzonti.
    Soprattutto bisogna evitare che il fine della progettazione sia unicamente legato alle ricadute sul commercio, aspetto che ad oggi caratterizza gli eventi pseudo-culturali che ogni anno ricorrono …
    Si deve avere un pensiero sinceramente orientato alla ricerca di nuove espressioni culturali che possano innescare contaminazioni virtuose con le tradizioni locali …la ricaduta sul settore commerciale deve essere una conseguenza e non il fine.
    Quindi ben venga anche solo l’idea di proporsi per l’ambìto riconoscimento di Città della Cultura ..che sia l’occasione per aprire le menti e la città.

  3. Va bene dai abbiamo capito….nel caso di insuccesso sai già a chi dare la colpa….proprio non ti viene di essere simpatico….
    Del resto basta vedere chi c’è all’ urbanistica….

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