Cremona città della musica, ma Cremona anche città del Baskin. Il gioco di squadra ideato nel 2003 a Cremona alla scuola media Virgilio di via Trebbia dal professor Fausto Capellini e dall’ingegner Antonio Bodini continua la sua capillare diffusione sia in Italia che all’estero, in ambito scolastico ed extrascolastico. Il valore del baskin sta prima di tutto nel significato che assume lo sport dal punto di vista dell’integrazione. Ciascun giocatore, normodotato o con difficoltà di ogni genere, riveste un ruolo importante all’interno della squadra, e anche le fragilità, pure se sono molto pesanti, danno ad ognuno la possibilità di contribuire al raggiungimento dello scopo comune. Eccellenze e fragilità fianco a fianco. Lo sport diventa un pretesto per promuovere l’integrazione, ma anche apertura e disponibilità, una crescita globale dell’individuo come ogni sport dovrebbe essere.
Il 27 maggio presso l’Università degli Studi di Brescia, nell’aula magna della facoltà di Medicina e Chirurgia, si è tenuto il convegno “Sport e diritti dell’infanzia e dell’adolescenza”, rivolto a studenti, insegnanti ed educatori. L’evento è stato promosso dal Comitato provinciale di Unicef Brescia, con l’intento di sottolineare il valore dello sport nella concretizzazione dei diritti dei minori. Partendo dall’aspetto ludico, lo sport tramite il suo particolare “linguaggio” non solo motorio può e dovrebbe sempre sviluppare valori quali la salute, l’educazione, la partecipazione. In questo ambito, tra gli altri autorevoli relatori, Fausto Capellini è stato chiamato a parlare della sua ormai lunga esperienza col baskin. Il suo intervento dal titolo ‘Sport e disabilità: un beneficio psicosociale. L’esempio del Baskin’ ha contribuito ad approfondire le tematiche in oggetto che costituiscono un interessante modo di considerare lo sport e i suoi collegamenti.
Il convegno è stato moderato da Mauro Ricca, direttore medico Ospedale dei bambini Asst Spedali Civili di Brescia, e da Gianfranco Missiaia presidente del comitato UNICEF di Brescia.