Come sempre Cremona anticipa i tempi: volete, nel vostro delirio di autodistruzione, respirare aria sempre più malsana? Cremona non vi deluderà, anche in prospettiva. Dovete pagare una multa per non aver ritirato i sacchi della monezza? Eccoci, ancora una volta Cremona si fa in quattro per accontentarvi. Volete avere un supermercato davanti ad ogni portone? Perbacco, venite a Cremona e sarete soddisfatti. Vi serve un collegamento ferroviario che funzioni alla malora? Non cercate altrove: Cremona è il meglio del meglio.
Mancava solo il nuovo ospedalino per renderci ancora più soddisfatti. Cercate l’Ospedale del futuro? Non andate a Komatini (Grecia), una cittadina addirittura più piccola di Cremona e dove il nuovo ospedale è stato progettato da Renzo Piano. Se vi capita poi di passare per San Marino (quello della omonima Repubblica, non quello dell’Iper) oppure per Tarragona (ESP), Malmoe (Svezia), Afula (ISR) date un’occhiata ai nuovi ospedali, che hanno ispirato le recenti raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) su come dovrà essere costruito l’ “ospedale del futuro”. Una sfortuna che il nuovo ospedalino di Cremona non se lo fili nessuno e che le raccomandazioni OMS per i nuovi ospedali non vengano, se non in parte, seguite. Anche perché nel corso degli infiniti annunci di una costruzione mirabolante per “stakeholders” adoranti, i cittadini non sono stati minimamente coinvolti. Politici, progettisti, categorie produttive, funzionari regionali e locali si sono trovati d’accordo sulla prospettiva di “far girare” un bel pacco di milioni: peccato che tutto ciò, come troppo spesso accade, passi sulla testa dei cremonesi.
Anche perché noi, comuni cittadini, non abbiamo ancora capito le ragioni per le quali si impegnano centinaia di milioni per costruire un edificio in un contesto in cui la ristrutturazione dell’attuale costerebbe molto di meno, non ci sarebbe nulla da demolire, l’attività assistenziale non verrebbe modificata e i quattrini risparmiati potrebbero essere impiegati per migliorare quello che serve davvero: la qualità e la quantità della attuale assistenza. In un contesto nel quale gli attuali dipendenti non possono esprimere la loro insoddisfazione ed il loro malcontento per una situazione che fanno sempre più fatica a gestire e che si traduce in una attività assistenziale largamente inferiore alle attese, la fuga degli operatori dal servizio sanitario nazionale suggerirebbe a chi governa la sanità pubblica una profonda riflessione sulla sua organizzazione. Nulla di tutto questo, la parola d’ordine è costruire. Come se magicamente l’edilizia potesse risolvere i problemi di un’assistenza sanitaria sempre più in difficoltà.
Nessuno poi che sveli i numeri relativi a quanti sono i cittadini che preferiscono rivolgersi ad altre strutture sanitarie fuori e dentro Cremona e le loro motivazioni. Se poi si considera che all’Ospedale di Mantova, senza interventi edilizi, hanno attribuito la classificazione di DEA di secondo livello (che certifica una posizione di “eccellenza”), non vorremmo che a Cremona tutto si limitasse alla costruzione di nuovi muri senza pensare a quello che dovranno contenere.
C’è poi un altro interrogativo: in genere si tende a costruire un edificio dopo avere redatto un progetto basato sulle funzioni che dovrà svolgere: è verosimile pensare che persino le Piramidi di Giza furono edificate sapendo cosa avrebbero dovuto contenere e che la reggia di Versailles non fu eretta per favorire la stagionatura del salame all’aglio.
Già, ma forse la logica non appartiene al presente e Cremona, come già osservato, è spesso all’avanguardia.
Pietro Cavalli
2 risposte
Vogliamo dirlo una volta per tutte che Cremona per regione Lombardia è un territorio di serie B!
La giunta destrorsa regionale mal sopporta i comuni gestiti dall’opposizione. Il sindaco PD di Cremona era stato trattato con disprezzo da Fontana, quando nella piena pandemia a marzo 2020 chiedeva ausili per la sua città trasformata in Hub Covid per voleri dell’allora assessore Gallera, che per altro aveva ignorato già nel 2019 l’appello di mamme che chiedevano di lasciare la terapia intensiva neonatale a Cremona (invece spostata a Brescia).
Il gruppo di donne che a marzo 2022 ha fatto una fiera opposizione al tentativo di chiusura di Area Donna e messo in cattiva luce, responsabilizzandolo della scelta, il DG dell’ospedale, inviando centinaia di lettere all’assessore Moratti, ha ottenuto grazie alla molta visibilità mediatica il passo indietro (per ora) sul depotenziamento della Breast Unit in Area Donna, ma ha anche indispettito lo stesso assessore, che per motivi forse di amicizia con la DG del presidio ospedaliero di Mantova, ha concesso a loro il DEA di secondo livello, tanto il nostro sindaco era andato a Dubai con la Moratti per progettare questa figata di ospedalino minore da costruire (forse tra 10 anni) nell’attuale area di parcheggio e atterraggio dell’elisoccorso…
Che dire d’altro?
Siamo “piccoli e neri” (o meglio inquinati) … come diceva nella pubblicità di carosello il povero Calimero!
La singolare vicenda del nuovo “ospedalino” che la Regione intende costruire a Cremona è davvero inquietante per molteplici ragioni più volte e da molti esposte, senza mai ricevere risposte adeguate. A mio personale, ma convinto e già motivato parere, in buona sostanza, si tratta solo di una ulteriore e mortificante prova del sempre minore prestigio che la nostra città può far valere a livello regionale. Per chi abbia anche solo una modesta conoscenza della importanza, non solo a livello regionale ma anche nazionale, che la nostra città ebbe in un passato neppure troppo lontano, questa constatazione risulta davvero mortificante.