Ho letto non senza stupore l’ordine del giorno presentato dai consiglieri Santo Canale e Livia Bencivenga con il quale si chiede di voler regolamentare le sedute da remoto del consiglio comunale. Mi preme infatti sottolineare che lo svolgimento delle sedute consiliari da remoto è già normato e le relative disposizioni, ricevuto l’avallo del segretario generale del Comune, sono state emesse un anno fa, il 12 maggio 2020. Mi auguro pertanto che l’intento dei presentatori fosse quello di celebrarne l’anniversario. In caso contrario, mi sfuggirebbe la logica della richiesta.
Lo scorso consiglio comunale è stato convocato in presenza perché era necessario procedere ad una votazione a scrutinio segreto e, tenuto conto delle scarse garanzie della segretezza che comporta il voto da remoto, si è ritenuto opportuno adottare la procedura utilizzata dal consiglio comunale di Milano e nei consigli comunali delle altre principali città lombarde. Tale procedura è supportata dal parere dei segretari generali dei relativi Comuni, il tutto in linea con quanto previsto dal garante della privacy.
Se l’intento dei consiglieri che hanno presentato l’ordine del giorno fosse di prevedere convocazioni da remoto anche in periodo post pandemico la faccenda assumerebbe carattere surreale: vorrebbe dire che il Comune di Cremona si dovrebbe dotare di una disciplina che possa garantire ai consiglieri di partecipare alle sedute consiliari dalla spiaggia, dalla macchina, o magari dal supermercato, o dal posto di lavoro ed allora, in questo ultimo caso, non si capirebbe il motivo per cui il Testo Unico degli enti locali disciplini il caso delle assenze giustificate da motivo di lavoro.
Capirei se si dovesse trattare di una commissione consiliare, ma francamente ritengo che il consiglio comunale mal si adatti ad una modalità forse buona per l’assemblea di una bocciofila di paese, mentre ritengo che venire in consiglio sia un obbligo dei consiglieri, obbligo da assolvere con l’onore di poter rappresentare in Sala Quadri la città di Cremona.
Da ultimo, ma non per questo meno importante, preciso che le richieste contenute nell’ordine del giorno sono rivolte a due organi, sindaco e giunta, che non hanno competenza su questa materia: infatti, l’approvazione di un regolamento comunale è di esclusiva competenza del consiglio, non del sindaco e tanto meno della giunta.
Paolo Carletti
presidente del consiglio comunale di Cremona