Cremona, deleghe in Provincia, centrodestra terremotato

18 Febbraio 2022

L’Amministrazione provinciale è da giorni in preda a una crisi di nervi  provocata dal dilemma dell’assegnazione delle deleghe ai consiglieri. Il tema non è da brividi. Lascia indifferente l’opinione pubblica ma è un sismografo che misura le scosse all’interno dei partiti e nelle coalizioni. La sciagurata riforma Delrio ha mutilato le Province: conservano le competenze ma senza peso politico dato che consiglio e presidente non vengono più eletti dai cittadini. ‘E’ cosa lor0′, cioè delle segreterie, che brigano, fanno e disfano. A Cremona da giorni stanno cercando inutilmente la quadra. La trattativa si è incagliata sul nascere a causa delle fibrillazioni nel centro destra provocate da due macigni che hanno bloccato l’ingranaggio.  Da un lato c’è l’indisponibilità di Fratelli d’Italia a livello regionale a stringere accordi col Partito democratico. Un diktat che impedisce la composizione del mosaico dato che una delle nove deleghe – quattro al centrosinistra, altrettante al centrodestra e una ai forzisti dissidenti – spetterebbe al partito di Giorgia Meloni. Dal canto loro, Lega e Forza Italia incalzano i Fratelli: se abbondonate questa partita dovete uscire da tutte le altre.  L’altro elemento che ha fatto grippare il meccanismo è il rifiuto di Forza Italia a sedersi al tavolo coi dissidenti, cioè col gruppo che fa capo a Fabio Bertusi Mino Jotta e che ha espresso lo stesso presidente della Provincia Mirko Signoroni.

Il centrodestra chiedeva che  fossero le segreterie dei partiti ad accordarsi sull’assegnazione delle deleghe, ma nessuno ha ceduto al ricatto di Forza Italia che voleva escludere il gruppo dissidente. Perciò si è deciso di affidare al presidente il compito di decidere d’intesa coi capigruppo: Silvia Genzini (Democratici). Palmiro Bibiani (Centro destra  per Cremona) e Matteo Gorlani (Amministratori in provincia per il nostro territorio) cioè i forzisti dissidenti. Delle nove deleghe disponibili, Signoroni ha proposto: una a testa a Giovanni Gagliardi, Silvia Genzini, Fabrizio Vappina e Ilaria Dioli per il gruppo dei Democratici; una a testa a Gianni Rossoni e Simona Patelli (Centro destra per Cremona – Forza Italia); una ciascuno a Palmiro Angelo Bibiani e a Filippo Raglio (Centro destra per Cremona – Lega);  una a Matteo Gorlani (Amministratori in provincia per il nostro territorio).

Il Pd aveva manifestato la disponibilità a ragionare ‘in campo  largo’ al di là delle deleghe specifiche (bilancio, scuole, personale eccetera), ad esempio assegnando la delega sul Masterplan 3C a Gianni Rossoni che sarebbe disposto ad occuparsene. Però il centro destra ha chiesto più deleghe per accontentare Alberto Sisti. E ha anche preteso che fossero rimodulate quelle previste per Gorlani e per lo stesso Signoroni che peraltro in quanto presidente è il solo organismo decisore dopo la riforma delle Province. E’ trascorsa una settimana  e dal centro destra tutto tace, segno che il nodo è ancora da sciogliere.

Questa vicenda evidenzia a livello locale tensioni e fratture nel centro destra emerse in modo plateale durante l’elezione del presidente della Repubblica. In quest’alveo si colloca anche la doppia candidatura a sindaco di Crema nel centrodestra, con lo scontro fratricida tra il candidato ufficiale Maurizio Borghetti al quale si contrappone Simone Beretta. Quella col Pd in Provincia e in altri enti sarebbe per i partiti del centro destra un’alleanza non strutturale perché ognuno farebbe poi ritorno a casa propria. Nonostante ciò ha fatto saltare i nervi in Forza Italia e in Fratelli d’Italia. Sullo sfondo di queste scosse, che non sono d’assestamento ma preludono a un vero e proprio terremoto, si colloca il progetto del segretario del Pd Enrico Letta, promotore di un’alleanza al centro che potrebbe scompaginare gli schieramenti mettendo ulteriormente a nudo le divisioni nel centro destra. Intanto tutti corteggiano l’ala forzista moderata.

Venuta meno la leadership di Silvio Berlusconi, né Matteo SalviniGiorgia Meloni si sono dimostrati in grado di raccoglierne il testimone.

 

 

Vittoriano Zanolli

 

 

Una risposta

  1. Nel centrodestra sicuramente ci sono problemi, dati dal Berluska che non ha mai veramente cercato un suo degno successore.
    Ma anche dal lato centrosinistra non stiamo sicuramente bene, vedi le due liste a Crema.

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