Al collasso, titola in prima pagina La Provincia del 2 settembre. Subito sotto, le fotografie formato figurine Panini di Stefano Allegri, Massimiliano Giansanti, Marcello Parma, rispettivamente presidenti dell’Associazione industriali di Cremona, Confagricoltura, Cna. I tre moschettieri. Il quarto, Riccardo Crotti, presidente Libera agricoltori, timbra il cartellino a pagina 3, ritratto insieme a Letizia Moratti, vicepresidente della Regione. Chiude la fila Roberto Mariani, sindaco di Stagno Lombardo, un alieno rispetto ai tre. Sommario. «Aumenti di energia e gas alle stelle. L’allarme drammatico di industriali, agricoltura, artigianato e sindaci». Ineccepibile. Mancano le fotografie di un pensionato da 1.000 euro al mese, di un lavoratore da 1.500, di un giovane precario da 700, di un pendolare e di uno studente. Mancano le immagini di coloro che stanno tra palco e realtà e di quelli che dicono no. Di quelli che Contessa, con un restyling, è ancora attuale. Manca la figurina di un esponente delle famiglie con Isee annuale – indicatore della situazione economica equivalente, inferiore alla mensilità di un pensionato d’oro – lasciapassare per usufruire di un aiuto dei servizi sociali comunali. Manca il ritratto di un commerciante al dettaglio, categoria in via di estinzione, colpita dal virus della grande distribuzione e dell’e-commerce. Manca il popolo dei meno garantiti che, incolpevole e senza voce in capitolo e santi in paradiso, pagherà gli effetti della crisi più delle altre categorie sociali. Demagogia? Chissenefrega, se la scomunica proviene da coloro che hanno ridotto il nostro territorio nello stato comatoso in cui si trova, indipendentemente dalla crisi energetica o di altra natura.
Dichiarazioni generiche e interviste fiume non trasformano la fuffa in un prodotto di qualità, anche se venduta da stimati dirigenti in elegante gessato blu, cravatta e pochette. Gli industriali, sul quotidiano La Provincia lanciano l’allarme della catastrofe economica e sociale. Sollecitano interventi dello Stato per non soccombere, ma dovrebbero essere più cauti e intestarsi alcuni errori per essere più credibili. Medico cura te stesso. Allegri avverte tutti: «L’industria è già sull’orlo del baratro» (La Provincia 2 settembre, pagina 8). Prospettiva da brividi e più che plausibile, ma a metà intervista non si prova nemmeno solletico. Piuttosto insofferenza. Al termine è forte l’istinto di invitare il presidente degli industriali a recarsi a scopare il mare o in altri luoghi particolari. Noioso, Allegri ricicla concetti già esposti dai vertici di Confindustria nei giorni precedenti. Non un guizzo, un passaggio originale. Si attiene alle indicazioni di Carlo Bonomi, suo presidente nazionale che, guarda caso, nella pagina precedente informa: «Stiamo affrontando un terremoto economico, è a rischio il sistema paese». Allineato e coperto Allegri svolge il compitino con diligenza e l’intervistatore lo aiuta nella missione.
Le domande, quasi mai superano le cinque parole e il contraddittorio non entra nei patti. Probabilmente non è una mancanza del giornalista, ma una scelta editoriale di una proprietà che condivide con l’Associazione industriali Mondo Business, il magazine per le imprese del territorio. E a un socio è vietato porre domande imbarazzanti. Allegri che ne pensa della tassazione degli extraprofitti? Delle bollette stratosferiche del teleriscaldamento? Dei sussidi statali, sbeffeggiati da Bonomi, ma non più tali se a beneficiarne sono le imprese dell’Associazione industriali? Sussidi che con un gioco di prestigio semantico diventano contributi alla competitività. Allora, il Sussidistan sta bene anche a voi? Che ci dice sulla privatizzazione dei profitti e la socializzazione delle perdite?
Se sulle questioni nazionali Allegri un sei lo porta a casa, su quelle locali non va oltre il quattro. Al giornalista che gli chiede un commento sui candidati del territorio alle prossime elezioni del 25 settembre risponde: «Con grande orgoglio dico che il nostro territorio, in questo momento cosi decisivo, è stato in grado di presentare candidati di grande spessore ed esperienza. Confidiamo nell’elezione di Carlo Cottarelli, di Renato Ancorotti e di Silvana Comaroli». Grande orgoglio? I nostri candidati li hanno decisi a Roma, Milano o in altro luogo, meno che all’ombra del Torrazzo. Sul peso specifico tendente allo zero della provincia di Cremona nel mercato delle vacche delle candidature è illuminante questa testimonianza. «Ho dato la mia disponibilità – ha spiegato Antonella Forattini, Pd di Mantova – ad essere candidata alla Camera al secondo posto della lista proporzionale, un posto che era già stato assegnato a Cremona ma che, al termine delle valutazioni, è stato assegnato a una rappresentanza di Mantova e sono onorata che la scelta sia ricaduta sul mio nome» (Cremonasera, 16 agosto). Cornuti e mazziati. Grande orgoglio, ma per cortesia. Fregatura galattica, che tra amici è normalmente definita in altro modo più volgare e creativo.
Allegri è un ottimo imprenditore e un presidente su misura per Cremona. È un panettiere di successo e un ufficiale ligio alle direttive, ma la politica non è nelle sue corde. Ha fatto tre nomi e si è inimicato gli altri. Più realista del re ha calpestato la cacca del grande orgoglio. Ha copiato il compito dal primo della classe, ma costretto a metterci del suo ha ciccato. Ha commesso l’errore di pensare ad un’informazione in regime di monopolio. Di essere esente da critiche.
Siamo al collasso. L’intervista ad Allegri lo conferma.
Antonio Grassi