Ma non era stato approvato il progetto per l’attuazione degli interventi di recupero e conservazione delle strutture presenti nell’ex area Frazzi? L’ annuncio che il complesso, sottoposto a vincolo in quanto reperto di archeologia industriale, sarebbe stato oggetto dei lavori necessari per garantire la stabilità delle strutture risale al settembre del 2019, quando la Soprintendenza Archeologica autorizzava il progetto presentato all’inizio dell’anno dal Servizio Progettazione del Comune. Del piano di recupero approvato fanno parte interventi su entrambi i forni, sulle coperture e sulle travi a sostegno delle stesse, sugli intonaci, sistemazione di fessure, ricollocazione di mattoni, controllo degli elementi in legno, ferro, acciaio. Il tutto nel rispetto di quanto già esiste.
Lavori da eseguire o eseguiti che siano, quello che è certo è che gli edifici tutelati per il loro interesse archeologico che ospitavano le antiche fornaci sono abbandonati e ridotti a ruderi in cui degrado, sporcizia e vegetazione incontrollata regnano sovrani com’è ben documentato dalle fotografie di Mino Boiocchi. Lo spazio è evidentemente utilizzato dai soliti incivili che, rischiando infortuni di vario tipo, viste le condizioni generali del luogo, dopo aver fatto i propri comodi lasciano la testimonianza della permanenza. Per non parlare dei resti di piccioni morti da tempo e dei cadaveri più recenti presenti a terra. Tra l’altro l’ex fornace Frazzi si trova all’interno del parco Tognazzi dov’è presente anche l’Arena Giardino. Si tratta dunque di un luogo accessibile ai cittadini e come tale frequentato, oltretutto vicino alle case. Tale incuria disonora la città che ricorda in questo modo il suo illustre concittadino.