Un amministratore pubblico conosce o ha gli strumenti per aver consapevolezza dell’impatto cumulativo delle fonti emissive sul proprio territorio? Cosa respiriamo? Un sindaco è nelle condizioni di conoscere eventuali correlazioni tra patologie e sovraesposizione ad inquinanti, informazioni fondamentali per preservare o chiedere interventi a tutela della salute dei propri cittadini? Abbiamo tutto sotto controllo? Gli organi di controllo territoriale sono in grado di stimare gli impatti cumulativi del traffico, del riscaldamento domestico e delle aziende sottoposte ad AIA che insistono in un contesto sovra comunale? Queste informazioni sono tutte note nella loro globalità nei momenti autorizzativi? La risposta mi sento di dare, con grandissima probabilità di non sbagliare, è NO. Nella maggioranza dei casi i sindaci, ad oggi, non sono nelle condizioni di presentarsi in una conferenza di servizi con un quadro complessivo noto del proprio territorio. L’altro aspetto preoccupante è che se un cittadino, e in particolare un sindaco, primo garante della tutela della salute di una comunità, volesse richiedere o ricostruire una fotografia dal punto di vista ambientale del territorio in cui vive si troverebbe in un labirinto senza via d’uscita. Un puzzle con mille pezzi da trovare e riordinare, con la certezza che alla fine saranno molte le parti incomplete del quadro. Questa è l’amara conclusione a cui sono arrivato dopo mesi di richieste di accessi agli atti, interrogazioni inviate a vari enti locali e di controllo interessati negli iter autorizzativi e di rinnovo.
A inizio 2021 mi sono infatti posto l’obiettivo di costruire un modello di raccolta di informazioni da fornire ai primi cittadini della nostra comunità, per condividere con loro dati e strumenti di analisi per arrivare successivamente a richiedere, su dati certificati, un’estensione di uno studio epidemiologico che tenesse conto delle peculiarità dei vari territori provinciali, e fornire inoltre una mappatura dei vari fattori emissivi nel territorio cremasco. Ormai ben sappiamo che la qualità dell’aria nel bacino padano, ed in particolare di Cremona, è pessima, e la nostra provincia è costantemente sul podio delle peggiori aree nei report nazionali ed europei. Lo stato di salute, e la particolare incidenza statistica di alcune patologie nei cittadini cremonesi e dei paesi limitrofi ha portato l’ATS Valpadana a intraprendere uno studio epidemiologico per la città di Cremona nel lontano 2016 (ad oggi non ancora completato). Partendo da queste premesse, e per circoscrivere su un’area ben definita l’analisi mi sono fatto guidare dai dati dell’ATS Valpadana relativi allo stato di salute dei cittadini appartenenti alla Asst di Crema.
Seguendo poi il protocollo del modello scientifico proposto dallo studio cremonese, ho provato a recuperare quelle informazioni necessarie per iniziare a stimare il flusso di massa in uscita delle sostanze emesse dalle aziende sottoposte ad AIA, necessario per poter poi consentire di realizzare modelli di aero-dispersione e quindi valutare l’impatto ambientale e successivamente sanitario delle attività antropiche con relativo approfondimento ovviamente da affidare ad ATS e altri istituti di ricerca.
La richiesta di informazioni ha inizialmente interessato i dati di 9 aziende industriali e 24 aziende zootecniche soggette tutte ad AIA Ho chiesto di aver evidenza di questo dato ad Arpa, Provincia di Cremona e Regione Lombardia. Nella mia ingenuità la mia domanda mi sembrava semplice e scontata. Per dirla semplice: ‘Quanto è la massa di emissioni che fuoriesce dal ‘comignolo’ di ogni attività del nostro territorio?’
Le risposte non sono state incoraggianti. La Provincia mi ha spiegato che ‘i flussi di massa (potenziali) non sono stati oggetto di autorizzazione (per cui si tratta di informazioni non disponibili)’, però una possibilità c’era. Il dato non è disponibile, ma potevo ricalcolarlo! Ovviamente partendo da altri dati! E ovviamente il ricalcolo andava fatto dal richiedente, leggesi cittadino, in quanto, come ricordato successivamente anche da ARPA ‘l’amministrazione non ha l’obbligo di rielaborare i dati ai fini dell’accesso generalizzato, ma solo di consentire l’accesso ai documenti nei quali siano contenute le informazioni già detenute e gestite dall’amministrazione stessa’. Non mi sono scoraggiato e ho chiesto di aver evidenza per ogni azienda di quei dati necessari per rifare il ricalcolo, ovvero:
1) La portata in normal metri cubi/ora
2) Le concentrazioni degli inquinanti emessi (peso/volume);
3) Le ore/giorno di funzionamento delle emissioni;
4) I giorni di operatività delle emissioni.
La Provincia mi ha risposto che ‘quasi tutti i dati tecnici richiesti (portate, concentrazioni limite, potenzialità produttive) sono analiticamente riportati nei documenti tecnici. L’Arpa mi ha fornito di volta in volta indizi per poter ricostruire il tutto sfogliando quadri prescrittivi, allegati tecnici contenuti nei faldoni di numeri, formule e burocratese.’
Come fa un normale cittadino a ricalcolare dati così complessi? De o ammettere di aver sottovalutato la parola ‘quasi’ riferita alla disponibilità dei dati ed ho provato comunque a seguire i suggerimenti fornite nelle varie risposte che di volta in volta arrivavano in seguito alle mie continue domande di chiarimento, fino ad arrivare poi alla conclusione che ogni dossier aveva una tessera del puzzle mancante. Chi non metteva a disposizione la portata emissiva, chi non forniva la concentrazione delle sostanze, chi era mancante di ore/giorno, chi non riportava le concentrazioni.
La conclusione la faccio breve e sta tutta nella risposta arrivata dalla Provincia, ente che coordina le conferenze di servizio e che rilascia le autorizzazioni, nel novembre 2021: ‘Facendo riscontro alla Vostra richiesta in data 3/11/2021 relativa all’oggetto (PEC 980/OUT), si comunica che negli archivi di questo settore non risultano, in riferimento alle aziende elencate, presenti ulteriori dati, rispetto a quanto riportato negli allegati tecnici alle rispettive Autorizzazioni Integrate Ambientali. Si informa che questi Uffici, nel corso delle istruttorie di futuri procedimenti di riesame delle citate A.I.A., si faranno parte diligente per l’acquisizione delle informazioni richieste.’
È chiaro che in mancanza di dati sufficienti cercare di conoscere il flusso di massa complessivo risulta non fattibile, e ho dovuto gettare la spugna. Davanti alla grande difficoltà di reperire questi dati come può un amministratore pubblico affrontare serenamente richieste di nuovi impianti a biogas, siti produttivi, ampliamenti di aziende zootecniche, nuove infrastrutture, strade con nuovo traffico? Come può aver contezza dei risultati di politiche pubbliche come la sostituzione degli impianti di riscaldamento, del parco auto o implementazione di nuove ciclabili? Su quali numeri, dati, vengono stabilite restrizioni, vengono concesse autorizzazioni, vengono definiti bandi con soldi pubblici per cambiare auto o impianti termici, o incentivi per fonti rinnovabili o pseudo-rinnovabili? Come misuriamo benefici, utilità, fallimenti e criticità? Con quale ratio vengono eseguiti i controlli? Come è possibile che un amministratore della cosa pubblica, un primo cittadino, non sia messo in condizioni da enti di controllo e da enti superiori, di svolgere al meglio il proprio ruolo di garante della salute e dell’ambiente, nonché della pianificazione territoriale ed energetica del proprio territorio?
Ho fatto presente a Regione Lombardia che la situazione, a mio avviso (uso un eufemismo), non è esattamente sotto controllo. I sindaci, ma anche la Provincia stessa non hanno sufficienti strumenti per garantire una consapevole gestione e programmazione del nostro territorio.
Anche chi legifera e vota bilanci regionali lo fa senza essere nelle migliori condizioni di controllo e di valutazione. L’ho denunciato in aula anche a novembre, ma nulla sembra cambiare.
Se non ci credete provateci anche voi, partendo dai dati che trovate qui:
AIA INDUSTRIALI/RIFIUTI https://www.provincia.cremona. it/ambiente/?view=Pagina&id= 6273
AIA ZOOTECNICHE https://www.provincia.cremona. it/ambiente/?view=Pagina&id= 6277
Marco Degli Angeli
consigliere regionale Movimento 5 stelle