Quattro amici in auto da Milano stanno arrivando a Cremona: ‘Siamo a un centinaio di metri dal semaforo collocato alla fine di via Bergamo. Rosso. L’attesa sarà breve, questa coda a Milano si smaltisce in due minuti’.
Siamo a Cremona, la città che da sempre si muove – dicono in giro – con il ritmo lento dell’agricoltura in ogni sua manifestazione. Continuano: ‘Quando arriva il verde, laggiù all’ingresso di Porta Milano, la prima auto della fila non si muove. Passano dieci secondi, interminabili, ed ecco che si avvia lentamente, come se il guidatore fosse alle prese con l’istruttore della scuola guida per esercitarsi nella partenza’. Normalmente, il secondo della fila morde il freno, pronto a incollarsi alla coda dell’auto davanti, quasi a sospingerla. ‘Invece non parte. Aspetta d’avere davanti a sé una decina di metri di strada libera. Poi si avvia. Lentamente. Così se ne sono andati altri sette o otto secondi’.
Passano altre quattro macchine e scatta di nuovo il rosso. ‘Cerchiamo invano nel vano dei lunotti la P del principiante alla guida. L’attesa sarà lunga con queste premesse. Ne approfittano per cercare in internet qualche notizia su Cremona. Sul display dell’iphone compare che a qui gli ultrasessantenni sono tantissimi e i pensionati numerosissimi, forse più che in ogni altra città italiana. E’ questa la spiegazione della lentezza degli automobilisti e anche della circospezione con cui si muovono le auto all’accendersi del verde? Certamente l’eccessiva prudenza sarà determinata dal timore di danneggiare la macchina’.
Viene in mente agli amici diretti a Cremona la ‘religione della roba’ di Giovanni Verga (1840-1922), descritta nelle sue opere ‘Mastro don Gesualdo’ e ‘I Malavoglia’, in cui lo scrittore siciliano sostiene che i beni materiali segnino e condizionino la vita di molte persone. E anche quella dei guidatori di Cremona, che, per la paura di rovinare la ‘propria’ auto, adottano una condotta di guida talmente lenta che non tiene conto degli automobilisti in coda, il cui tempo viene ritardato dal loro egoismo. E non saranno di certo consapevoli del fatto che più lunga è la coda maggiori sono le emissioni inquinanti.
Le considerazioni dei quattro amici milanesi in arrivo a Cremona non sono poi tanto fantasiose. Al mancato rispetto del prossimo, a cui vengono imposte inutili attese per puro egoismo, c’è da aggiungere la scarsa capacità di guida: gli anni hanno rallentato i riflessi, indurito le articolazioni, compromesso l’equilibrio psichico, fatto perdere il senso della velocità con cui si muovono gli altri utenti della strada, cioè il rapporto tra spazio e tempo.
Risultato: lentezza congenita, ira del prossimo, e rischio di incidenti. Il fenomeno è irreversibile e dobbiamo convivere con vecchi e vecchie (per parità di genere) al volante. Forse l’apertura di scuole guida per anziani, in cui spiegare le contromisure da adottare, sarebbe auspicabile. Utopia.
Sperangelo Bandera