La giunta regionale della Lombardia, su proposta del presidente Attilio Fontana, di concerto con la vicepresidente e assessore al Welfare, Letizia Moratti, ha approvato oggi il protocollo di intesa per la realizzazione del nuovo ospedale di Cremona. ‘Il documento – spiega il governatore Fontana, confermando quanto preannunciato nella sua recente visita a Cremona – coinvolge Regione, Provincia, Comune, Asst di Cremona e Ats della Valpadana e prevede la condivisione di un percorso volto alla realizzazione del nuovo ospedale cittadino’. Ciò avverrà mediante un intervento di sostituzione edilizia dell’attuale monoblocco con una nuova struttura da realizzarsi nell’area ospedaliera ‘nel quadro – aggiunge Fontana – di una più generale valorizzazione della sanità territoriale’. Su quest’aspetto del progetto non c’è ancora un punto fermo. La demolizione della struttura esistente e la costruzione del nuovo monoblocco in loco a detta dei tecnici causerebbe infatti un forte impatto ambientale non in linea con l’impegno preso dal parlamento europeo e dagli Stati membri dell’Ue di ridurre le emissioni di CO2 almeno del 55 per cento entro il 2030. Tale questione irrisolta, che verrà appunto affrontata e definita in sede progettuale, nulla toglie alla valenza dell’annuncio dato da Fontana e Moratti, che suggerisce considerazioni di natura politica.
Di chi sarà il merito della decisione di dotare la provincia cremonese e l’Ats Valpadana di un nuovo ospedale? Sarà di Fontana e della Lega o del Pd, che con l’appoggio esterno del deputato Luciano Pizzetti e quello interno del suo delfino Pippo Superti, segretario del governatore, hanno portato a casa, cioè a Cremona, la convenzione? E chi dirà ai leghisti cremonesi che gli odiatissimi piddini Pizzetti e Superti sono stati decisivi nel via libera alla realizzazione del nuovo ospedale?
Chi dirà al consigliere regionale Matteo Piloni che l’odiatissimo Fontana si ‘intesterà’ il lavoro fatto dietro le quinte da due esponenti del suo partito? Che cosa potrà dire il consigliere regionale dem?
‘Questo è un nodo avviluppato’ direbbe Gioacchino Rossini. Molto avviluppato.
Vittoriano Zanolli
6 risposte
Più che di meriti per la costruzione del nuovo ospedale, sarò curioso di vedere a chi e con quali argomentazioni verrà attribuita la responsabilità dell’eventuale (spero di no) mancata ristrutturazione/riorganizzazione della sanità territoriale e specialistica!
Prematuro preoccuparsi di sciogliere il nodo del merito senza sapere a quali vantaggi per la cittadinanza questo merito corrisponda. Confesso la mia ignoranza, ma vorrei saperne di più. Ermanno de Rosa
Ma, alla fine della storia (non dimentichiamo che nasce da una ‘fuga in avanti’ in piena pandemia mortale con la destra sotto accusa per la relativa conduzione disastrosa delle strutture regionali) avremo più o meno reparti?, più o meno posti letto?, più o meno medici e personale?, più o meno presidi sanitari di primo livello sul territorio? O per essere curati dovremo rivolgerci sempre più alle strutture private a pagamento?
Pur non essendo un esperto di edilizia sanitaria, la singolare vicenda del progettato “nuovo ospedalino” di Cremona non mi ha mai convinto. A suo tempo chiesi che all’opinione pubblica venisse precisato se anche nel caso di altri ospedali sostanzialmente coevi del nostro (che ha solo 50 anni) o poco più anziani (come, ad esempio, Brescia e Codogno) venivano proposte analoghe metodologie di aggiornamento (costruzione di un ospedale nuovo più piccolo e demolizione dell’edificio preesistente) ma non ottenni risposta., né avevo, ovviamente, titolo per pretenderla. Mi preoccupava soprattutto il fatto che tale programma di lavoro avrebbe finito, nella pratica, con il far sospendere l’attività di manutenzione straordinaria dell’edificio preesistente, attività già da anni in corso, e con il far rinviare “sine die” interventi indilazionabili come credo sia, soprattutto, il raddoppio del pronto soccorso. Il fatto poi che la stragrande maggioranza delle forze politiche e delle autorità locali abbia rapidamente “benedetta” l’intera operazione non mi ha affatto rassicurato. L’unanimità dei consensi non è infatti quasi mai una garanzia sulla validità di quanto viene approvato, ma più sovente solo un sicuro indice della superficialità con la quale la proposta è stata esaminata.
Condivido in toto le sue perplessità, peraltro espresse in questo sito quando il progetto del nuovo ospedale è stato ufficializzato.
Mi sembra che purtroppo manchi a questo progetto, tanto importante per costi ed impatto sociale, la necessaria analisi dei benefici attesi. Come, per esempio, quello del raddoppio del pronto soccorso opportunamente citato dal commentatore precedente. Argomento che mi pare vada correlato con l’adeguamento delle funzioni del medico di base alle situazioni verificatesi durante la pandemia in corso. Ermanno de Rosa