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Cremona, Porte Aperte Festival: bilancio positivo

16 Giugno 2021

Si è conclusa con successo a Cremona, ai bastioni di Porta Mosa, la sesta edizione del Porte Aperte Festival. 

Gli oltre 50 appuntamenti sono stati seguiti da un pubblico molto eterogeneo, ma caratterizzato dalla vivacità di sempre più giovani. Oltre 7.000 le presenze tracciate, due terzi degli eventi hanno fatto il tutto esaurito com molte persone provenienti da fuori città. 

Tanti appassionati extra moenia hanno infatti approfittato per mescolare arte e cultura, partecipando ad alcuni incontri e visitando Cremona, per manifestare poi apertamente l’ammirazione per la sua inaspettata bellezza.

L’obbligo della prenotazione ha contenuto la partecipazione di tanti eventi sotto il limite della capienza massima di ciascun luogo, ma la sensazione palpabile è che, in assenza di regole di distanziamento, il pubblico avrebbe potuto tranquillamente raddoppiare. La macchina organizzativa ha funzionato al meglio e non si sono verificati intoppi o criticità. Anche il pubblico dei concerti ha assistito alle performance dei propri beniamini (Margherita Vicario, Ministri, Fartade, Duo Diamanti, Caterina Cropelli e The Bastard Sons of Dioniso) agitandosi e applaudendo entusiasta, ma senza mai abbandonare la postazione da seduto, dimostrando grande rispetto nei confronti dei ripetuti appelli lanciati dagli organizzatori, che lo hanno apertamente ringraziato.

Particolarmente seguiti gli incontri con Piero Pelù, Nicola Lagioia, Riccardo Falcinelli, Marco Belpoliti, Marco Balzano, Barzi e Randazzo, Lisa Ginzburg, Takoua Ben Mohamed e il consueto approfondimento condotto dal giornalista di Sky Paolo Fratter, con Francesco Lepore, quest’anno dedicato movimenti LGBTQIA+ e l’omotransfobia. L’attore Sergio Rubini ha stregato il pubblico in cortile Federico II, ricreando le atmosfere e l’intensità del Sostiene Pereira di Antonio Tabucchi.

Molti i progetti costruiti nel corso dell’anno insieme a scuole, associazioni e istituzioni cremonesi, che hanno trovato approdo anche quest’anno nel programma della manifestazione. Nutrita la pattuglia dei cremonesi in cartellone. 

I 5 curatori del Festival, Andrea Cisi, Mario Feraboli, Michele Ginevra, Marco Turati e Marina Volonté, stanchi ma sorridenti, sono saliti sul palco di Porta Mosa – prima dell’ultimo concerto – per manifestare grande soddisfazione e gratitudine verso gli organizzatori (l’Associazione Culturale Porte Aperte, il Centro Fumetto Andrea Pazienza e il Comune di Cremona), gli sponsor, lo staff tecnico e, soprattutto, gli oltre 60 insostituibili volontari, che anche quest’anno ‘hanno consentito di far volare alta questa piccola astronave, ormai luminosa e visibile da lontano…’.

 

Il tema di questa edizione, l’identità, è stato sviscerato e trattato da molti punti di vista e con numerose sfumature, accomunate dal messaggio forte che il Festival ha voluto lanciare: l’identità di un individuo o di una comunità – fatta di storie, radici, tradizioni, luoghi e cibi – diventa più grande se rimane aperta al dialogo con culture diverse, alla contaminazione che deriva dalla loro conoscenza, all’arricchimento che produce l’incontro con l’altro da sé. Ogni identità, viceversa, si impoverisce se viene messa al servizio della paura e dell’ignoranza, per costruire nuovi confini, muri e chiusure verso ogni forma di diversità.

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