Degrado materiale e umano a Cremona, il Comune ne è consapevole?

10 Luglio 2024

GLI EDITORIALI DI ADA FERRARI

Non parlerò di un autentico pugno nell’occhio. Mi limito a osservare che la sgargiante vernice giallo canarino del nuovo parcheggio multipiano al cavalcavia del cimitero sarebbe più consona alle pareti di un asilo nido o, ancor meglio, di uno stabilimento balneare, visto che è di Ischia la ditta a suo tempo vincitrice dell’appalto. Da che ci siamo, perché non estendere lo stesso ruspante colore ai grigi parapetti in ferro battuto del cavalcavia, regalando all’insieme una simpatica botta di vita? A Cremona questo è il ‘nuovo che avanza’. E avanza in assoluta indifferenza a ogni scrupolo di coerenza estetica rispetto al contesto che, nel caso specifico, avrebbe magari gradito un più discreto ed elegante verde scuro, se non altro in doverosa memoria di tutto il verde abbattuto da un’Amministrazione da anni impegnata in serrata guerra all’innocente regno vegetale.

Ma  eccoci alla madre di tutte le domande:  qual è, posto che ce ne sia una, la ‘ratio’ che orienta le scelte riguardanti  assetto e decoro della città e del centro storico. Oppure è tutto un procedere alla ‘come viene, viene’ senza alcuna visione d’insieme e orizzonte programmatico?

L’assessorato ai Lavori pubblici, a cantieri rimossi e interventi eseguiti, si fa scrupolo di verificarne sul posto esito e qualità? Esco dal generico con un banalissimo esempio: tempo fa in zona porta Milano, fra viale Trento Trieste e l’innesto in corso Garibaldi all’altezza di San Luca, si lavorò per la posa di nuovi cavi. Dopo di che si riposizionarono griglie e tombini nelle precedenti sedi. Ma la risultante di un lavoro incompleto o semplicemente malfatto è che qualunque mezzo passi sulle griglie, ormai instabili per il manto stradale infossato e ammalorato dai lavori, produce un micidiale urlo metallico. Il che, vista la costante congestione del traffico  e il considerevole numero dei tombini, determina una situazione intollerabile. Roba da denuncia per danno biologico. Tuttavia, non una verifica dei tecnici, non una segnalazione dei Vigili. Forse la spiegazione è un’altra: il fracasso metallico, che per modesta preparazione musicale non sono all’altezza di apprezzare, è una delle sonorità che compongono la sinfonia complessiva che giorno e notte si alza della nostra celebratissima ‘smart city’.

Il punto è che Cremona si misura con la destrutturazione della precedente visione municipale senza che le Amministrazioni che si susseguono, concentrate su tutt’altri affari,  abbiano capacità e voglia di elaborare un’adeguata nuova prospettiva. Cremona è in questo momento una città politicamente paralizzata. Da un lato l’incapacità di fare squadra di un centro destra che, sfiorata la vittoria, non ha saputo afferrarla per una serie di madornali errori, anche se un Marcello Ventura, pare aver accolto la sconfitta col ridente fair play di un vincitore. D’altro canto al timone della città resta un centro sinistra concentrato sulle tre o quattro grandi opere fermissimamente volute là dove  “si puote ciò che si vuole’.

Nel frattempo cresce la selva spontanea di una città segnata da irreversibili trasformazioni che meriterebbero ben più attente valutazioni complessive: alla progressiva scomparsa dei negozi di vicinato, preziosi alle mille esigenze della vita quotidiana, si sostituisce la moltiplicazione  di un ‘ibrido’ commerciale ad elevato impatto sulla qualità di vita dei residenti. Alludo alle paninerie ‘discoteca’ che ormai stabilmente occupano i marciapiedi cittadini godendo dell’assurdo privilegio di imporre i propri repertori musicali sparando decibel a livelli di assoluta inciviltà.

Attenzione, cari Amministratori, perché sarebbe molto facile imparare da Ilaria Salis qualche trasgressiva pratica e cominciare a chiedersi perché ripagare con la disciplina fiscale chi non ci protegge nei più elementari diritti di residenti.  E’ troppo nostalgico ricordare che la libertà di ciascuno finisce dove comincia quella degli altri? E che un’Amministrazione non può, per malintesa tolleranza, chiamarsi fuori dal problema? Per i distributori h24 di bevande, notturno ricettacolo di balordi, tossici e ubriachi, poche città sono tolleranti e liberali quanto Cremona.

L’impressione è di un completo lasciar fare che contribuisce al quadro complessivo di un centro storico ingovernato, a parte ovviamente qualche decina di metri quadri intorno a piazza Duomo. Erbacce che crescono dovunque in felice anarchia a dimostrazione che l’unico verde che il Comune protegge è quello degli infestanti: originale criterio selettivo. Ovunque lattine, plastiche, cartoni di pizza, come per i postumi di ininterrotti rave party di cui tocca ai residenti raccogliere i resti. E’ dura accettare l’idea che  questo sia il prezzo dell’accoglienza turistica ‘mordi e fuggi’ e della necessità di ringiovanire la fauna umana di una Cremona ormai consacrata al destino di città universitaria. Turismo e goliardia non possono essere sinonimo di degrado.

Attenzione all’ormai lontana esperienza di Urbino, fra le prime, splendide  città di provincia a sperimentare i contraccolpi di un impatto di popolazione universitaria non adeguatamente gestito e controllato. Il problema della crisi commerciale del centro storico si situa dunque all’interno di un fenomeno di natura sociale e antropologica ancor più complessa: sotto la pressione congiunta di arabizzazione e crescenti iniezioni di temporanea popolazione universitaria, si assotiglia il tessuto connettivo di quella borghesia delle professioni e dei mestieri che, stabilmente insediata da secoli, è stata garante di decoro e ha impresso alla città quella coerente fisionomia che, nel bilancio complessivo delle attrattive locali, resta voce di primaria importanza anche economica oltre che storico culturale. Ovvio che la trasformazione dei nuclei urbani non s’è mai interrotta ed è  fenomeno storicamente fisiologico e persino desiderabile. Ma tocca alle istituzioni mantenere vigile termometro del processo. La loro latitanza riguardo ad alcune dinamiche in atto potrebbe presentare salatissimi costi futuri.  

 

Ada Ferrari

20 Responses

  1. Bravissima come sempre hai descritto perfettamente la situazione di una Cremona ridotta in frantumi , fintanto che avremo assessori altamente incompetenti sarà sempre così, come fa un’assessore che non sa nulla al riguardo a dare risposte a costruttori competenti che girano la frittata a loro favore . Ora che saranno ancora gli stessi per cinque anni ne vedremo delle belle , tra tutti potrei per ora in teoria salvare Roberta Mozzi e Luca Zanacchi la prima per i suoi trascorsi lavorativi e l’altro perché almeno si dà da fare a dare risposte anche se alle volte può risultare antipatico , gli altri lasciamo perdere . Marcello Ventura dovrebbe inginocchiarsi e fare un mea culpa ma non per aver candidato Portesani per altro .

  2. Direi che questa è l’esatta situazione nella quale Cremona si trova attualmente.
    Peccato che non sia altro che la fotocopia esatta di dieci anni in balia della incapacità totale, di autoreferenzialità totale.
    In balia di gente che non ha la benché minima percezione dei problemi della città in cui vivono, che credono che facendo quattro balletti si risolvano le cose, che preferiscono governi politici a quelli tecnici, che mettono persone sulla seggiolina dorata che solo per il fatto di essersi prodigati in campagna elettorale ne sono degni, che iniziano la campagna elettorale seduti sugli schienali delle panchine contravvenendo ai regolamenti che loro stessi hanno firmato e dando un pessimo esempio….e potrei andare a avanti per 1000 pagine. Un plauso va dato anche a chi non è andato a votare e che sono i primi che poi si lamentano delle buche…del degrado…dei disservizi e di tutto quello che non va. E quindi di cosa ci lamentiamo? Fintantoché lasceremo ad altri la possibilità di decidere per noi non esprimendo il nostro voto non si cambierà mai nulla!!

  3. Completamente d’accordo con la prof.. Sottolineerei anche la maleducazione dei cittadini che spesso non rispettano le normali regole di civile convivenza. I cestini posizionati in strada risultano spesso ingombri di rifiuti domestici e anche di quelli che andrebbero smaltiti in discarica. Si trovano anche abiti e scarpe. È forse troppo scontato e banale chiedere che bambini e ragazzi vengano educati all’ordine e alla pulizia? È degradante per i docenti impegnati a vari livelli a magnificare progetti e realtà economiche insistere su temi troppo terra terra?

    1. Gentilissima ,l’educazione passa senz’altro dalla scuola ma se la famiglia ne è priva la scuola non può fare miracoli.Aggiungo che nonostante nella scuola ci siano paladini della buona educazione ,le famiglie sono sempre più disfunzionali e diseducative.A mio avviso bisogna ritornare a quando la scuola era rispettata e gli insegnanti godevano del rispetto dovuto!Se vogliamo i miracoli chiediamoli al Padreterno e basta dare la colpa alla scuola ,le famiglie sono il fulcro dell’educazione che al giorno d’oggi manca totalmente!!!!

  4. Sono perfettamente d’accordo su quanto è stato descritto nell’editoriale: è la fotografia esatta del momento!

    Non è possibile, noi cittadini, non avere voce in capitolo, visto che siamo i portafogli di questa giunta!

    Dove è stato perso il buon senso?

  5. Solo incapaci e supponenti erano quelli che furono e i nuovi ? Speriamo non li seguano su quella strada ma le premesse le conferme e alcune nuove scelte tipo quella che siccome non guadagna abbastanza diamogli un assessorato non depongono certo a favore di un cambiamento serio

  6. Apprezzo molto Ada Ferrari : apprezzo la sua instancabile attività di denuncia del malessere dovuto al degrado, apprezzo il suo grande senso civico dettato dal profondo amore per la città natale .
    So che è molto seguita : da cittadino comune mi auguro che anche l’amministrazione comunale la legga e segua i suoi preziosi commenti, mettendo in atto misure correttive ed interventi adeguati… ma purtroppo non posso nascondere che il senso di sfiducia ormai dilaga.

  7. In riferimento alla foto del multipiano giallino, poi muterà in giallo/verde, grazie ai gelsomini che pianteranno nei vasconi che circondano il manufatto appena terminato.
    Devono mettere il terriccio e c’è ancora parte del cantiere ancora in essere.
    È stata posata la rete in acciaio inossidabile, dove il rampicante crescerà.
    Dispiace vedere che si sono già fregati un estintore!
    Purtroppo la cittadinanza partecipa attivamente al degrado!
    E una volta che il verde cingerà la struttura, gli stessi vandali avranno modo di fare altri danni, nascosti alla vista dall’esterno!
    Invece che fare il giardino verticale, secondo me, era meglio sacrificare qualche posto auto e piantare qualche albero in più.

  8. Le persone che mi hanno preceduto hanno già espresso un commento perfetto e centrato sui problemi di questa città. Il tocco di classe lo hai con l’inizio del tuo articolo.Il parcheggio giallo: io lo definirei come una firma autenticata della vecchia giunta che in questo modo è come se avesse voluto dire “ l’ho fatto io, ricordatevi di me“. Pensa se l’architetto Terzi ci fosse ancora?
    La nuova giunta: una bella domanda, certo un rinnovamento c’è stato ma solo cambiando pedine e ruoli poi più o meno sono gli stessi.
    Cosa mi aspetto? Niente di nuovo perché pur cambiando gli assessori i dirigenti, che presumibilmente saranno gli stessi, faranno sempre le stesse cose. Non usciranno mai dalle loro stanze a vedere lo stato delle strade (per esempio via Aselli ), lo stato del verde, dell’illuminazione cambiata ma in peggio (largo Paolo Sarpi), e se vuoi termino parlando di commercio.
    Come hai detto non basta fare una festiciola, vendere del torrone a prezzo d’oro, far assaggiare dei formaggi o salami. Certo tutto bello ma il turista si sofferma al banchetto non certo va a comprare un paio di scarpe di Prada o altra marca da 600 euro.
    Ben altro ci vuole per riportare il commercio in centro.Basta pensare al primo sabato dei saldi. Ma chi c’era tre o quattro mesi fa al Distretto Urbano del Commercio a gestire gli eventi, data dei saldi, il Pride, il Tanta Robba (cioè birra). C’erano quelli che si sono lamentati oggi.
    Ada non so chi può dare un cambiamento a questa città e ti dico la verità. Se avessero vinti gli altri, stessa roba perché fondamentalmente ci sarebbero stati sempre gli stessi che da anni sono seduti nei banchi della minoranza.
    Ada, sempre perfetta nell’esprimere le tue idee.

    1. Concordo. Questa città è persa. E senza una forte riscossa civica, cioè di cittadini che non ne possono più e ci mettono la faccia, si ridurrà a una ininterrotta programmazione di sagre e pagliacciate varie contrabbandate come grandi strategie di promozione del territorio.

      1. Visione catastrofica che non condivido.
        Ci sono cittadini che perdono del loro tempo per contrastare amministratori, passati e presenti, per cercare di fermare scelte ben più gravi dei tombini mal collocati e che disturbano “il sonno dei giusti”.
        Di esempi ce ne sono tanti, non basta la denuncia fine a se stessa, bisogna proporre, bisogna lavorare insieme ad altri e cercare soluzioni, cercare strade che bloccano ciò che forse strumentalmente molti dicono che è impossibile bloccare.
        Il più clamoroso degli eventi che travolgeranno Cremona nei prossimi decenni è la costruzione di un nuovo ospedale.
        Perché questo argomento non è dibattuto quotidianamente andando a studiare per esempio i documenti prodotti dall’Asst e cercando in essi non gli effetti speciali dei rendering presentati, ma le assurdità e i gravi inconvenienti che ognuno di noi cittadini troveremo nel caso dovessimo essere ricoverati sia nella fase di transizione tra la costruzione del nuovo ospedale e la demolizione dell’attuale, ma anche e forse soprattutto quando questo presunto “gioiello” sarà terminato.
        Lancio un appello affinché tutti coloro che volentieri e con assiduità ci “mettono la faccia” nel denunciare questo o quello che a Cremona non va, entrino a lavorare nei movimenti e grazie anche alle loro capacità di divulgazione tengano aggiornati i cittadini per quanto loro stessi o altri fanno nei “movimenti spontanei” contro pesantissime scelte che non si debbono mai ritenere definitive.
        Per esempio mi piacerebbe leggere più commenti da parte di chi scrive solitamente sui blog o ai media locali, ma anche da parte di tanti cittadini attenti alla politica nel Cremonese, in merito alla “promozione” dell’architetto Maurizio Bracchi, oggi capo del dipartimento innovazione e sostenibilità e aree di sviluppo strategico dell’Asst di Cremona, cioè colui che ha diretto la procedura per la costruzione di un nuovo ospedale a Cremona, anziché scegliere la meno costosa e meno impattante via della ristrutturazione dell’esistente, alla direzione dei progetti speciali di edilizia sanitaria della Regione Lombardia.
        Da parte mia e credo anche da parte di tutti i sostenitori del “Movimento per la riqualificazione dell’Ospedale di Cremona” faremo di tutto affinché ciò che Bracchi crede sia stata una scelta valida, si dimostri al più presto, o alla peggio negli anni futuri, qualora dovessimo perdere questa battaglia, una scelta per i cremonesi disastrosa e fallimentare. Ma Bracchi allora non sarà più tra i residenti nella nostra città e questi tre anni di lavoro mercenario saranno stati per lui solo un momento di gloria professionale e non di responsabilità morale per non aver fatto ciò che doveva per una comunità che non ha voluto ascoltare.

  9. In genere a Cremona ogni lavoro intrapreso diventa un’epopea interminabile, però la prossimità delle elezioni regala un’inaspettata euforia nella ripresa dei lavori…
    Non sono pendolare, ma penso ai pendolari che ora almeno trovano posto all’ombra per la macchina, giallo o altro non gli cambia la vita, col tempo la vivacità del giallo sbiadirà

    1. Aggiungerei anche un’ottima ristrutturazione della ciclabile che va dalle colonie padane fino quasi a San Daniele.

    2. Possibile che ogni cosa la si butti in polemica? Il centro sinistra, la destra, il centro etc etc. Basta! Possiamo guardare la situazione per quello che è. Se qualcosa non vi aggrada non è colpa di qualcuno. Fatevene una ragione. Se ci sono delle cose che non vanno bene, segnalatele alle sedi opportune e, soprattutto, dite secondo voi quale sarebbe l’alternativa. Sicuramente fareste un buon lavoro e non annoiereste chi vi legge. Grazie

  10. Signori….stiamo dicendo le stesse frasi da sessant’anni sia x i governi in carica,le regioni i comuni ecc.Ci saranno sempre i malcontenti e i contenti….è il sistema che è stato creato. Dovremmo cambiarlo, ma è molto complicato, anche con una rivoluzione non cambierebbe niente, perché i governanti (tutti) prima i loro interessi poi le briciole (se avanzano) ai cittadini.

  11. Sono completamente d’accordo, questa città è ridotta malissimo, sporcizia ovunque negozi chiusi abbandonati a se stessi in uno stato pietoso e indecoroso, sempre meno turisti (cosa abbiamo da offrirgli?)
    Posti come l’ex cinema Tognazzi abbandonati, aree verdi inesistenti (al posto di un bel parco è preferibile fare un bel supermercato, non ce ne sono abbastanza)
    Personalmente quando vado in centro mi deprimo e spesso evito di andarci e mi dispiace, la mia era una bella città, ora è ridotta al collasso, VOGLIAMO FARE QUALCOSA PRIMA CHE MUOIA?!!!!! Grazie

  12. Da decenni si sente parlare di degrado della città, di occasioni di sviluppo ignorate, di città sonnolente ( la bella addormentata sul Po) e compagnia cantante…. A questo punto mi domando: i cremonesi dove sono stati sin’ora? Dove abitavano? E soprattutto perché hanno votato per la continuità ( Galimberti ter)?

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