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Cremona. Radioterapia, nuova tac alleata contro i tumori

12 Giugno 2022

La radioterapia è uno strumento indispensabile per la cura dei tumori, gestiti in ambito multidisciplinare. Ogni anno, il reparto di Radioterapia e Medicina Nucleare dell’ASST di Cremona prende in carico circa mille persone, per un totale di 60-70 prestazioni giornaliere. «Si tratta di pazienti oncologici – spiega il primario Sandro Tonoli –  che presentano forme tumorali di vario tipo, situate in quasi tutti i distretti corporei. Il tumore alla mammella è tra i più rilevanti, seguito da quelli urologici e polmonari, capo e collo, apparato gastroenterico e ginecologico, sistema nervoso centrale e linfomi.

Nel corso degli ultimi anni il reparto è stato dotato di nuove apparecchiature, per un investimento complessivo pari a 6 milioni di euro. Tra queste rientrano un acceleratore lineare, nuovi sistemi di calcolo per gli algoritmi della radioterapia e una TAC simulatore multistrato con tecnologia 4D. Quest’ultima è stata acquisita l’anno scorso ed è entrata in funzione nell’ottobre 2021: «Nello specifico – prosegue Tonoli – la TAC ha permesso un salto qualitativo con l’introduzione di sistemi di immobilizzazione, che ci consentono di aumentare il grado di precisione con cui prepariamo i pazienti sottoposti al trattamento radiante».

CON LA TAC INTERVENTI MIRATI

Come sottolinea il primario, «La nuova TAC è creata per la radioterapia: ha un sistema di centratura con laser mobili che permettono il corretto posizionamento paziente e l’utilizzo di sistemi di immobilizzazione, grazie al lettino indicizzato e alla maggiore ampiezza del gantry, ossia dell’apertura al centro della TAC. È integrata con un sistema 4D che permette l’analisi del movimento del bersaglio, in particolare se sottoposto a movimenti fisiologici, come i polmoni o gli organi addominali. Ciò consente di stimare esattamente i movimenti del bersaglio tumorale nel tempo, quindi di operare con sicurezza e precisione».

 

Come noto, la cura dei tumori esige un approccio multidisciplinare, che può combinare chirurgia e radioterapia sia nelle fasi preoperatorie sia in quelle successive. «La richiesta d’interventi di radioterapia è abbastanza estesa – conclude Tonoli – tuttavia c’è l’impressione che una parte della popolazione non acceda alle prestazioni perché non a conoscenza di questo tipo di trattamento e dei risultati che può portare».

 

 

 

 

 

 

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