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A Milano e Parma la piattaforma agroalimentare, Cremona esclusa

12 Marzo 2023

Alzi la mano chi ricorda che al ‘World Milk Day 2021’ a CremonaFiere  Gianluca Galimberti candidava Cremona ‘capitale mondiale del latte’. Non era chiaro a quale titolo e su quali basi il sindaco promuovesse quell’investitura. Non certo sulla scorta dei numeri dato che senza andare lontano la produzione nel Bresciano è superiore alla nostra. Se si allarga il confronto all’Europa, l’Italia produce 13 milioni di tonnellate e ne importa 7 per coprire i consumi interni, contro i 31,1  della Germania e i 25 della Francia. Anche la Polonia ci supera e a livello mondiale siamo lillipuziani: India leader con 196,18 milioni, Stati Uniti 99,16 milioni, Brasile 35,17 e via dicendo. Ci surclassa addirittura la Turchia con 21,8 milioni di tonnellate. Eppure quella proposta lanciata in un contesto ufficiale e non tra quattro amici al bar aveva suscitato un compiacente e ipocrita coro di consensi da parte dei rappresentanti politici, istituzionali e delle forze economiche. A dirigere la clacque era stata la Libera associazione agricoltori che tentava di recuperare credibilità dopo la batosta subita per  la perdita della Mostra del bovino a favore della Fiera del Garda di Montichiari e della Coldiretti. Abbiamo assistito a una stucchevole rincorsa nel magnificare l’uscita estemporanea del sindaco. Il più prudente l’ha definita un’idea vincente. Tanto vincente che a distanza di una settimana era già uscita da tutti i radar. Figuriamoci oggi.

In quel periodo a Milano e a Parma si iniziava a costruire una piattaforma mondiale dell’agroalimentare tenuta a battesimo in questi giorni. Comporta un aumento di capitale di Fiere di Parma riservato a Fiera Milano mediante il conferimento per un controvalore di 16,5 milioni di euro della manifestazione Tuttofood che si organizza nel quartiere espositivo di Rho. Ad anni alterni Milano e Parma ospiteranno Cibus e Tuttofood nelle rispettive Fiere. I soci pubblici hanno lavorato in questi mesi con impegno perché questa operazione, il cui valore industriale non è mai stato in discussione, garantisse la tutela territoriale degli assets fondamentali di Fiere di Parma. L’ampia maggioranza politica che ha votato a favore dimostra che Parma è compatta. I soci pubblici parmensi (Comune, Provincia e Regione) si sono alleati, siglando un patto vincolante volto a tutelare il territorio e Cibus che rimarrà vetrina e simbolo dell’eccellenza agroalimentare nel mondo senza per questo rinunciare a un progetto di crescita e sviluppo in accordo con Fiera Milano, leader nazionale del settore. ‘Sono stati mesi di confronti intensi con l’unico scopo di lavorare per il bene comune e il futuro della nostra straordinaria   terra’ ha commentato a caldo Andrea Massari, presidente della Provincia di Parma.

Se Parma è compatta, Cremona è disunita, sfilacciata e velleitaria. CremonaFiere organizza fiere dei mattoncini e delle carpe e fa accordi con Montichiari anziché con poli fieristici di respiro internazionale quali Vicenza e Rimini, Parma e Milano. La strada delle fusioni era stata intrapresa a Cà de’ Somenzi sotto la presidenza di Antonio Piva e la direzione di Massimo Bianchedi ma i soci pubblici, segnatamente il Comune di Cremona che è tra i fondatori dell’Ente Fiera, con la complicità di alcuni privati si sono messi di traverso. Personalismi, piccolo cabotaggio e difesa delle poltrone di un cda pletorico hanno affossato progetti che avrebbero assicurato sinergie vincenti e la ricapitalizzazione di CremonaFiere.

Velleitari, miopi e autoreferenziali a Cremona, pragmatici e lungimiranti a Parma. Le sconfitte sono frutto di azioni sbagliate. E’ inutile gridare al complotto. Se brindiamo con un bicchiere di latte su un immaginario podio iridato mentre altri costruiscono piattaforme strategiche  dell’agroalimentare dobbiamo recitare il mea culpa. Altrettanto dobbiamo fare con l’esclusione di Cremona dalla giunta regionale: prendere atto dell’ininfluenza delle forze politiche, istituzionali e delle associazioni economiche che brillano solo per inconsistenza ed egocentrismo.  Hanno steso tappeti rossi alle frequenti visite del governatore Attilio Fontana e della sua corte. L’hanno blandito e omaggiato ricevendo in cambio un pugno di mosche. Continueranno a genuflettersi, non c’è dubbio. Tratteranno ancora con rispettosa deferenza Daniela Santanché che alla trattativa romana per la definizione della giunta regionale non ha imposto un assessore cremonese, come poteva e doveva, dimenticandosi del pieno di voti che ha fatto da queste parti alle ultime elezioni politiche.  Desaparecida, come ha scritto Ada Ferrari. Chi è causa del suo mal pianga se stesso: contiamo zero e zero riceviamo.

 

Vittoriano Zanolli

8 risposte

  1. Poi ci chiediamo perché la città si svuota, I giovani se ne vanno, gli anziani aumentano, il commercio langue e mancano investimenti.
    Abbiamo monumenti e musei bellissimi, ma le pietre non sono pane. Non è colpa di questa o quella amministrazione, è la testa della gente il vero problema

    1. Facciamo autocritica: noi cremonesi ci indigniamo per quattro totem metallici, orrendi d’accordo ma che dall’oggi al domani si possono rimuovere senza colpo ferire e restiamo indifferenti al destino dell’ospedale maggiore e al progetto del costruendo ospedalino che è destinato a durare almeno altri cinquant’anni. Prima o poi tutti finiremo all’ospedale e in caso d’urgenza sarà ricoverato a Cremona anche chi può permettersi le cure del Memorial Sloan Kettering Cancer Center di New York.

    2. Concordo pienamente con questa disamina. Per cambiare veramemte, bisogna che per primi i cremonesi cambino testa. Non siamo la Cenerentola della Pianura Padana. Nessun Principe Azzurro ci salverà.
      E quei pochi che ci provano o falliscono chiudendo le loro attività, oppure qui tengono base ma rivolgono i loro prodotti/servizi al di fuori della cerchia cittadina. Al di fuori della provincia.

  2. Disamina perfetta …..Agricoltori erano….Agricoltori sono….agricoltori resteranno…. e i cremonesi a piangere continueranno.

  3. Caro Direttore, mentre la classe dirigente si lascia sfuggire molte occasioni e non sa affrontare l’annoso problema dell’acqua, noi cremonesi osserviamo con molta attenzione la biancheria che garrisce al vento, appesa sulle bancarelle . Unicuique suum…

  4. Non penso che andrò mai a farmi curare all’Ospedale di New York, non perchè mi ammalerò di altro, ma perchè penso che non ne valga la pena, anche se il servizio sanitario pubblico non funzionasse come dovrebbe e cioè veramente nell’interesse della salute dei cittadini per cui, tra l’altro, non si debba aspettare 3 mesi per una radiografia od una visita speciaistica prenotata tramite il medico di base, piuttosto che 3 giorni anche meno se fatta privatamente a pagamento.

  5. Non potete dire che a Cremona non si investe: è stato presentato l’altro giorno dal Vicesindaco Virgilio il progetto di rifacimento di quella parte di città da piazza Lodi ai giardini del Vecchio Passeggio con relative costruzioni abitative per giovani studenti per 36 alloggi è un investimento di 17 milioni termine dei lavori 2027 e altri 13 milioni per la zona quartiere Po .
    La fiera non è mai decollata e non potrà mai decollare: siamo al centro di quattro città che ci soffocano con idee più innovative e con capitali ben diversi dalla nostra fiera.Tante cose non vanno nella nostra città. Possiamo farci una domanda: ma c’è qualcuno che è in grado di dare un vero cambiamento??

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