Presentato nei giorni scorsi in commissione Welfare, è stato approvato ieri dal consiglio comunale il bilancio 2020 di Cremona Solidale che si è chiuso con una perdita di esercizio di 623mila euro. Il disavanzo verrà coperto con i residui di gestione degli anni precedenti. Il contributo del Comune di Cremona è intervenuto per ripianare le perdite con un contributo di 532mila euro ai quali si aggiungono i 770mila stanziati dalla Regione. L’emergenza sanitaria causata dal covid ha fatto lievitare i costi, ma anche l’esercizio dell’anno precedente aveva fatto registrare una perdita, peraltro inferiore, pari a 254mila euro. Nel corso della riunione del consiglio comunale l’assessore Rosita Viola ha ringraziato per le donazioni ricevute dall’azienda speciale nell’ambito della specifica iniziativa lanciata che ha portato un incasso di 73mila euro.
Nel 2020 la differenza tra valore della produzione (i ricavi delle attività e delle prestazioni) e i costi ha prodotto uno sbilancio di 974mila euro a fronte dei 257mila dell’anno precedente. I ricavi dalle attività svolte sono passati dai 21,5 milioni di euro del 2019 ai 18,76 del 2020. Diminuiscono i costi del personale: 13,563 milioni di euro del 2019, poco più di 13 nel 2020.
Resta aperta la questione della direzione generale di Cremona Solidale dopo le dimissioni di Emilio Tanzi. L’indiscrezione pubblicata in questo sito lo scorso 14 maggio sulla candidatura di Giacomo Boscagli, nipote di Roberto Formigoni (è figlio della sorella dell’ex governatore della Lombardia), ha creato imbarazzo in Comune e tensioni nel consiglio d’amministrazione dell’azienda. Con quella dell’esponente di primo piano di Comunione e Liberazione in Lombardia erano arrivate una ventina di candidature. Boscagli, forte di un notevole curriculum, era il favorito. Ma un’ora prima che il cda si riunisse per decidere, il nipote del Celeste ha ritirato la sua candidatura. Sulla sua nomina il sindaco Gianluca Galimberti si era dichiarato possibilista, non altrettanto l’assessore Maura Ruggeri che pare avesse minacciato le dimissioni. Al di là dei titoli che avrebbero giustificato l’investitura di Boscagli, era quanto meno irrituale, nella corrente logica spartitoria, che una maggioranza di centrosinistra affidasse la direzione generale di una sua controllata a un esponente di destra. Tra l’altro il padre di Giacomo, Giulio, è stato assessore regionale alla Famiglia in una giunta guidata da Formigoni. Tra le ipotesi formulate su Boscagli come possibile direttore generale di Cremona Solidale, la più accreditata vedeva in quella nomina la possibilità di avere entrature ad alto livello in Regione per affrontare la difficile situazione finanziaria.
Dopo il ritiro di Boscagli e la fumata nera del cda, è stato bandito un nuovo concorso. Nel frattempo il presidente Emilio Arcaini ha assunto le deleghe normalmente in capo alla direzione generale, sollevando dall’incarico la dirigente che espletava pro tempore quelle mansioni. A che titolo Arcaini arroga a sé pieni poteri? Ha la competenza per svolgere funzioni di regola attribuite al direttore?
La pesante situazione economica, imputabile non solo all’emergenza sanitaria, le difficili prospettive e la precarietà dovuta all’assenza prolungata di un direttore generale preoccupano politici e amministratori e pongono serie incognite sul futuro dell’ex ospizio Soldi, gloriosa istituzione, cara a tutti i cremonesi.
Vittoriano Zanolli