E arrivò il momento delle passerelle. Lunedì nella sede (commissariata) della Camera di commercio di Cremona si sono riuniti i rappresentanti delle associazioni economiche e delle istituzioni per denunciare la gravità del danno subìto dalla Fiera, privata dopo 68 anni di onorata ospitalità della sua manifestazione più importante e prestigiosa, la Mostra del bovino da latte che il prossimo novembre si terrà a Montichiari. Tutti indignati, come da copione, i convitati; discorsi di rito e proclami di riscossa, anch’essi scontati. Nella foto di gruppo c’è chi sorride, emulo involontario del fu ministro dei Trasporti Danilo Toninelli, ospite sogghignante di Bruno Vespa a Porta a Porta all’indomani del crollo del ponte Morandi. Tant’è: coi tempi che corrono c’è da aspettarsi questo e altro. Ieri la replica. Altra sfilata in Regione dove il governatore Attilio Fontana ha accolto la delegazione cremonese affiancato dagli assessori Guido Guidesi e Fabio Rolfi, quello che due anni orsono aveva lasciato chiaramente intendere che la mostra sarebbe approdata nel Bresciano, con buona pace dei cremonesi che si svegliano solo adesso. E’ infatti scaduto lo scorso anno il contratto con Anafij, l’Associazione nazionale allevatori dei bovini di razza frisona e jersey. Il proprietario che vuole tenersi stretto l’affittuario provvede per tempo a discutere il rinnovo della locazione, soprattutto se col canone versato dall’inquilino paga tutte le spese del suo condominio. Se poi l’affitto genera un giro d’affari indotto pari a 10-12 volte il fatturato diretto e stimato in 50 milioni di euro complessivi per CremonaFiere e 20 della sola mostra del bovino, il padrone di casa fa carte false per trattenere la gallina dalle uova d’oro. Strano ma vero, tutto ciò non è avvenuto. Un comportamento incomprensibile che autorizza qualsiasi ipotesi e che fa il gioco dei dietrologi. Ma restiamo ai fatti. E’ chiaro che non si è trattato di uno scippo, come fa comodo credere, ma della regolare rescissione unilaterale di un contratto, ampiamente annunciata per dar modo al nuovo padrone di casa di attrezzarsi. E infatti al Centro Fiera di Montichiari sono in corso i lavori di adeguamento delle strutture. L’operazione è stata pilotata da Coldiretti nazionale con l’impegno diretto di Coldiretti Cremona e del suo presidente Paolo Voltini, quinta colonna all’interno del consiglio d’amministrazione di CremonaFiere. Ma l’impresa non sarebbe riuscita senza la regia della Regione, la benedizione della Lega e l’impegno personale dell’assessore Rolfi, che prende i voti nel Bresciano e che ha tutto l’interesse a favorire il suo collegio elettorale. Adesso, a giochi fatti, Fontana e Rolfi promettono di non abbandonare la Fiera di Cremona al suo destino. C’è un piano di rilancio, ma gli allevatori seguiranno Anafij, la loro associazione, e andranno a Montichiari. E’ inutile illudersi: i doppioni non funzionano. Ammesso che a Cà de’ Somenzi giungano finanziamenti statali e regionali, non si compra la partecipazione degli espositori. Per questa serie di ragioni, oggi il danno appare irreparabile. E’ una perdita che penalizza tutto il territorio provinciale e del quale chi l’ha causato deve rispondere. Si disperde un patrimonio che non appartiene alla Libera associazione agricoltori, alla Coldiretti, alla Camera di commercio, alla Provincia, alle associazioni economiche, ma che è nostro. E’ di tutti. La Fiera è dei cremonesi, non di chi pro tempore la gestisce. Tra le domande senza risposta, ce n’è una che suona come un anatema: perché il consiglio d’amministrazione tre anni fa ha bloccato la fusione per incorporazione di CremonaFiere con Italian Exhibition Group spa di Rimini e Vicenza, un colosso che in due anni avrebbe investito 8 milioni di euro su Cremona? Il processo di internazionalizzazione, avviato allora, sarebbe decollato. Mondomusica era destinata a inserirsi in una grossa rassegna realizzata da Vicenza e Rimini negli Stati Uniti. Le tre città unite da un ambizioso progetto comune avrebbero superato Milano. Il pletorico cda di CremonaFiere sarebbe sceso a soli quattro membri, ma il sindaco di Cremona, tra gli altri, si è impuntato e il progetto è saltato. E’ probabile che tanto dinamismo abbia infastidito qualcuno e che a un certo punto l’obiettivo di Coldiretti, ridimensionare la Libera, abbia coinciso con quelli della Regione, che voleva il controllo di CremonaFiere e che poi ha fornito la copertura politica al potenziamento del polo fieristico alternativo di Montichiari. Il complotto è riuscito ma nessuno se ne assume la paternità. In questa pagina oscura di storia locale finora non hanno trovato spazio i 17 dipendenti, attualmente in cassa integrazione, per i quali si profila un incerto futuro lavorativo. Anche loro attendono risposte. Che non verranno. Continueranno invece le passerelle che in democrazia svolgono una funzione catartica per chi vi partecipa. Ma che non hanno mai risolto un problema.
7 risposte
Gli allevatori e gli espositori in genere sarebbero molto sensibili al risparmio per l’esposizione, anno di rigenerazione rinnovamento e ripartenza… Si Può Fare, Si Può Fare, Si Deve Fare!
Per Cremona, sempre!
Purtroppo la pochezza culturale e d’animo che imperversa da anni nel nostro paese non risparmia nessuno. Un paese in mano ai Toninelli, Salvini, Fontana non ha futuro. Grazie a gente così abbiamo perso tutto anche a Cremona. I compagni del Pd hanno scippato al sindaco Galimberti la ‘Città europea della cultura’ a favore di Mantova, molto più rossa della sonnolenta Cremona. Galimberti ha chiuso ‘Le corde dell’anima’, un successo della giunta Perri, quindi da cancellare e alla fine si accorge delle grossolane manovre leghiste compiute per portare via da Cremona la mostra del bovino. Comunque credo che abbiamo ciò che meritiamo. Quando una città con due millenni di storia non riesce a esprimere candidati sindaco adeguati non ha diritto a dolersene. Senso civico, cultura, valori etici sono un ricordo appannato.
Grazie del commento. Una sola, doverosa precisazione. ‘Le corde dell’anima’ non sono state realizzate dal Comune di Cremona e dall’allora sindaco Oreste Perri. Quella manifestazione di grande successo è stata ideata, finanziata e prodotta dal gruppo Sec, Società Editoriale Cremonese proprietario del giornale La Provincia, allora presieduta da Antonio Piva.
“Non muri sed mentes” diceva S.Agostino. Pare che a Cremona manchino le seconde!
Sicuramente scarseggiano e non sempre sono al posto giusto. Grazie del commento, acuto come sempre.
Forse altri l’avranno già ricordato, ma “repetita iuvant”! ll Comune di Cremona credo paghi ancora gli interessi sui mutui allora accesi (amministrazioni Zanoni e Zaffanella) per espropriare i terreni, urbanizzarli e costruirvi sopra la nuova sede della Fiera. La stessa grande. sede dell’Anafi fu costruita in via Bergamo su terreni ceduti dalla nostra Camera di Commercio, originariamente acquisiti per ampliare l’aereoporto,
Grazie per queste preziose informazioni