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Fiera di Cremona responsabili e complici

30 Marzo 2021

Non è uno scippo, quello compiuto ai danni della Fiera di Cremona. La vulgata corrente lo classifica come furto avvenuto con sottrazione rapida e violenta, ma è una versione di comodo, tesa a deviare l’attenzione dalla realtà, a tacitare le coscienze e ad accreditare una falsa ricostruzione dei fatti. La mostra del bovino, gioiello di CremonaFiere, è uscita dal forziere di famiglia senza che i custodi temporanei muovessero un dito. Si conoscono i mandanti dell’operazione, la Coldiretti nazionale, e gli esecutori, la Coldiretti provinciale. La Lega regionale, nella persona dell’assessore Fabio Rolfi, ha offerto la copertura politica, indispensabile per dare una destinazione alternativa alla mostra del bovino che l’organizzatore Anafij da 68 anni allestisce a Cremona, prima nella sede storica del Foro boario, quindi a Cà de’ Somenzi. Il sistema fieristico è di competenza regionale e il bresciano Rolfi ha colto la palla al balzo offrendo su un piatto d’argento al conterraneo Ettore Prandini, presidente di Coldiretti, il Centro espositivo di Montichiari. Particolare non trascurabile, il trasferimento della manifestazione era largamente annunciato. E’ contenuto in un piano di rilancio di CremonaFiere, presentato al consiglio due anni fa, che prevedeva l’accordo con Montichiari. E’ rimasto nel cassetto finché non sono maturate le condizioni perché si realizzasse. Il terreno sul quale è germogliato è stato la conflittualità permanente nel cda della Fiera, alimentata dal consigliere Paolo Voltini, rappresentante di Coldiretti. Quando è scaduto il contratto di Anafij con CremonaFiere, gli inquilini hanno fatto le valigie sotto gli occhi dei proprietari che hanno continuato a cullarsi sugli allori. Salvo svegliarsi all’improvviso per gridare allo scandalo. Il pretesto per rompere è stato l’associazione di razza, Frisitaly appoggiata dalla Libera associazione agricoltori, che ha sfilato .un centinaio di soci alla concorrente Anafij. Non è stato un furto né una fuga, ma un esodo annunciato. Chi doveva tentare l’impossibile per trattenere il prezioso affittuario, è rimasto alla finestra, come facevano gli agrari a San Martino quando i contadini caricavano le masserizie sui carri e lasciavano le loro aziende per cercare ospitalità altrove. La strategia di Coldiretti è evidente da tempo: svuotare CremonaFiere per ridimensionare la Libera. I precedenti non lasciavano presagire nulla di buono per i rappresentanti dell’organizzazione legata a Confagricoltura. La perdita del controllo del Consorzio agrario e il commissariamento dell’Associazione provinciale allevatori non erano campanelli d’allarme ma campane suonate a morto. Solo un cieco non poteva vedere il recente, progressivo svuotamento delle Mostre zootecniche internazionali. Aziende ed espositori legati a Coldiretti, sopra tutti il Consorzio Agrario, hanno abbandonato la manifestazione senza farvi più ritorno. Pianti e stridor di denti che si levano in questi giorni da più parti suonano falsi e inopportuni. E’ una sagra dell’ipocrisia. Molti sapevano ma nessuno ha denunciato in tempo utile ciò che stava accadendo. E tutti quelli che lanciano proclami di riscossa sembrano tanti don Abbondio che se non hanno coraggio non se lo possono dare. A che serve chiamare a raccolta le truppe quando il nemico se n’è già andato col bottino? Nessuno ammette i propri errori. Non lo fa la Libera, non lo fanno gli attuali amministratori della Fiera, non lo fa il sindaco del Comune di Cremona, socio fondatore della Fiera, che ha dato spazio a Voltini in consiglio quando invece doveva metterlo in condizioni di non nuocere. Del tutto ininfluente in questa vicenda è stata l’azione della Camera di commercio che invece poteva e doveva svolgere un ruolo decisivo a difesa di un’eccellenza del territorio, fonte di reddito e vetrina sul mondo.
Si conoscono mandanti, esecutori, complicità esterne, non quelle interne se ve ne sono state. Senza dimenticare che è correo anche chi non agisce pur potendolo fare. Con due milioni di euro di fatturato e 500mila di utile, la mostra del bovino, core business di CremonaFiere, ha finanziato le altre manifestazioni in calendario. Adesso pesa sul futuro un punto di domanda grosso come un macigno.

4 risposte

  1. Bravo Vitto!!! Come diffondere a tappeto il tuo pezzo così chiaro ed esaustivo ? I cremonesi dovrebbero sapere come stanno veramente le cose. Penso a Sciascia quando parla di omini, omminicchi, pigliainculo e quaquaraqua. In questa vicenda sono tutti rappresentati. E poi ci sono i compagni di merenda…

  2. La Libera ha avuto le sue traversie. Si è divisa ed ha perso potere. Le rimane il giornale che…meglio lasciar perdere!

  3. Continuo dicendo che per tanti anni ha onorato la sua funzione conquistando fama nel mondo e dovrebbe contare sul suo successo per affrontare una concorrenza che fosse libera da condizionamenti politici o corporativi, peggio se di campanile. Viva il Torrazzo!

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