Bisogna risalire al 1952, cioè a settant’anni fa, per trovare una siccità grave come quella che sta attraversando tutto il nord Italia e in particolare la Lombardia. Per fronteggiare un’emergenza che peggiora di giorno in giorno, ieri la giunta regionale è finalmente corsa ai ripari. Su tutto il territorio è entrato in vigore lo stato di emergenza. Lo stabilisce un apposito decreto’a sostegno della popolazione, dell’ambiente e delle attività produttive interessate, con la conseguente attivazione del sistema regionale di protezione civile, tra cui il volontariato per gli interventi di supporto’. Il provvedimento decorre dalla data di pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia (BURL) e durerà fino al 30 settembre 2022, salva eventuale proroga nel caso permanga la situazione di crisi.
La Regione raccomanda a tutti i cittadini di utilizzare l’acqua ‘in modo estremamente parsimonioso, sostenibile ed efficace, limitandone il consumo al minimo indispensabile’, Viene messo a disposizione dei sindaci dei Comuni lombardi uno schema di ordinanza su risparmio idrico e limitazioni per l’uso dell’acqua potabile, raccomandandone la relativa adozione ed eventuali integrazioni ad essa in base allo specifico contesto e agli effetti della crisi nei rispettivi territori. Nel decreto approvato ieri si chiede inoltre ai Comuni ‘l’invio tempestivo alla Regione delle ordinane emanate dalle singole Amministrazioni municipali per monitorarne l’adozione sul territorio. Si raccomanda inoltre ai Comuni lombardi di limitare il più possibile l’impiego dell’acqua potabile per attività per le quali non ne sia necessario l’uso, quali ad esempio il lavaggio delle strade, l’irrigazione dei parchi pubblici e degli impianti sportivi quali campi di calcio, tennis, golf, eccetera. Gli enti competenti dovranno applicare le azioni necessarie a contenere e ridurre le conseguenze della crisi in atto, compresa l’attivazione, ove possibile, di fonti alternative di approvvigionamento idrico.
Nei bacini idrografici della Lombardia le utenze irrigue titolari di concessioni relative sia ad acque superficiali che sotterranee dovranno essere gestite con parsimonia in particolare per assicurare la disponibilità a scopi irrigui. tenendo conto delle colture e della loro fase fenologica, I concessionari delle utenze irrigue devono valutare l’attivazione presso i propri consorziati di campagne di sensibilizzazione per l’uso accorto dell’acqua; campagne orientate al soddisfacimento dei reali fabbisogni irrigui delle colture. I dati relativi ai prelievi e ai deflussi rilasciati nei corsi d’acqua devono essere trasmessi con cadenza settimanale al Centro dati acqua e territorio rurale che li condivide con Arpa Lombardia.
I gestori degli acquedotti devono procedere alla più razionale gestione dell’acqua potabile, segnalando tempestivamente sia alla Direzione generale Territorio e protezione civile della Regione Lombardia che agli Uffici d’Ambito eventuali casi di criticità delle fonti di approvvigionamento, nonché le misure adottate per fronteggiarle.
La giunta regionale ha deliberato inoltre di chiedere alla presidenza del Consiglio dei ministri, Dipartimento della Protezione civile, di formalizzare la costituzione di una cabina di regia permanente, congiunta tra lo Stato e le Regioni per il monitoraggio della crisi a livello nazionale ‘e per la predisposizione di azioni finalizzate, sulla base della evoluzione degli scenari di severità idrica in corso, a fronteggiare adeguatamente la situazione d’emergenza’.