Con la prima delibera vengono stanziati risorse regionali pari a 128,2 milioni a favore delle Ats e Asst lombarde per apparecchiature e adeguamenti e bonifiche ambientali.
Il secondo provvedimento, di 1,141 miliardi di euro, prevede la ripartizione di fondi nazionali su 9 progetti per la realizzazione o ristrutturazione di presidi ospedalieri strategici. Si tratta di risorse dell’articolo 20 della legge nazionale 67/88 dedicata a questo tipo di interventi.
Assessore Welfare: fondi per apparecchiature a bassa e media tecnologia
“Stanziamo una prima tranche di risorse regionali – ha sottolineato l’assessore regionale al Wlfare – per le apparecchiature a bassa e media tecnologia. Sulle grandi apparecchiature sono in corso acquisizioni e rinnovi con fondi PNRR, ma tutte le strumentazioni utilizzate dagli operatori sanitari devono essere efficienti e moderne per consentire loro di lavorare in modo ottimale. Anche l’apparecchio per l’esecuzione dell’ECG o l’ecografo portatile sono parti fondamentali della strumentazione necessaria per l’attività sanitaria che viene svolta ogni giorno nelle nostre strutture”.
“Con la seconda delibera – ha concluso l’assessore al Welfare – allochiamo i fondi nazionali già previsti relativamente all’art.20, riallineando e specificando gli interventi di modo da dare accelerazione all’iter di realizzazione e quindi alla loro puntuale e pronta attuazione. Si tratta di progetti strategici con cui intendiamo procedere nel prossimo triennio sul territorio lombardo”.
I provvedimenti con il dettaglio dei fondi
La prima delibera da 128 milioni
I 128,2 milioni di euro stanziati da Regione Lombardia sono così suddivisi: 40 milioni per interventi di manutenzione di impianti, strutture e apparecchiature per l’anno 2024, 77 milioni per l’acquisto di nuove apparecchiature a bassa e media tecnologia, sostituendo quelle attualmente presenti le cui performance non sono più ottimali a causa di vetustà, obsolescenza, ricorrenti interventi manutentivi e irreparabilità (LE ASSEGNAZIONI AVVERRANNO CON SUCCESSIVO PROVVEDIMENTO). Questo intervento mira a migliorare l’efficienza delle strutture sanitarie, ridurre le liste d’attesa e incrementare la sicurezza di pazienti e operatori. Infine, 11,2 milioni di euro per opere di ampliamento, ristrutturazione e bonifica amianto nei presidi del San Gerardo di Monza (6,9 milioni), del presidio ospedaliero di Rivolta d’Adda (2,3 milioni) e per l’adeguamento del blocco operatorio di Cernusco sul Naviglio (1,9 milioni).
La seconda delibera da 1,141 miliardi
La seconda delibera prevede l’attuazione di progetti (per un importo complessivo di 1,141 miliardi di euro, fondi previsti dall’art.20 Legge 67/88) che, specificatamente, riguardano:
la realizzazione del nuovo ospedale di Busto Arsizio-Gallarate (440 milioni di euro); la riqualificazione degli Spedali Civili di Brescia (274 milioni di euro); il riassetto e riordino del San Matteo di Pavia, Polo cardio-toraco-vascolare ed emergenza-urgenza e polo di ricerca (154 milioni di euro); l’ampliamento dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo con la realizzazione della VIII torre per l’attività diurna (100 milioni di euro); l’ampliamento e la ristrutturazione del presidio ospedaliero di Sondrio della ASST Valtellina e Alto Lario (70 milioni di euro); la demolizione, bonifica e rigenerazione delle aree attualmente occupate dal monoblocco ospedale di Cremona (30 milioni di euro); il nuovo blocco operatorio e piastra emergenza-urgenza di Esine della ASST Valcamonica (24 milioni di euro). Ed ancora la ristrutturazione del padiglione Carati per Neuropsichiatria infantile e Psichiatria dell’Ospedale Niguarda di Milano (32 milioni di euro); la ristrutturazione del padiglione Talamona, che riguarda la formazione e degenze ‘buffer’ dell’Ospedale Niguarda di Milano (17 milioni di euro).
3 risposte
Perché questa differenza abissale di scelta tra il nostro ospedale che deve per forza essere demolito e altri più datati che al contrario possono essere ristrutturati? Di fronte a un comportamento tanto incomprensibile non si può non chiedersi che cosa ci sta sotto…
È tutto un assurdo cortocircuito.
Decisioni prese per pura speculazione edilizio-finanziaria, infatti l’ospedale di Cremona è l’unico che abbia dello spazio libero intorno per poter costruire senza interrompere il servizio del vecchio, gli altri non hanno questo spazio.
A Brescia, dove c’era prima il dirigente Belleri, sono più avveduti e ristrutturano gli Spedali Civili.
Edificio costruito nel 1950!
Noi invece buttiamo giù tutto!