Nella sala “Virginia Carini Dainotti” della Biblioteca Statale di Cremona ieri è stato presentato il volume Dante e Crema. Il ms. 280 della Biblioteca Comunale «Clara Gallini» e altre presenze dantesche in città, atti del convegno (Crema, 18 settembre 2021), a cura di Marco D’Agostino e Nicolò Dino Premi (Qui Edit 2022). Relatrice è stata Nicoletta Giovè, professore ordinario di Paleografia latina e Codicologia presso il Dipartimento di Scienze Storiche, Geografiche e dell’Antichità dell’Università di Padova.
Il libro raccoglie gli atti dell’omonimo convegno tenutosi a Crema nel 2021 nell’ambito delle manifestazioni intitolate Un viaggio lungo settecento anni: Crema celebra Dante Alighieri promosse dall’assessorato alla Cultura del Comune di Crema per celebrare i settecento anni dalla morte del sommo poeta. La giornata di studi è stata realizzata in collaborazione con la Biblioteca Comunale “Clara Gallini” di Crema e il Museo Civico di Crema e del Cremasco.
Il convegno e la pubblicazione degli atti sono stati realizzati grazie al contributo concesso dalla Direzione Generale Educazione, Ricerca e Istituti Culturali del ministero della Cultura che ne ha riconosciuto la validità scientifica.
Il codice miniato siglato MSS/280, databile tra la fine del’300 e l’inizio del ‘400, è conservato presso la Biblioteca Comunale «Clara Gallini» di Crema. Contiene il testo della Commedia di Dante Alighieri con il commento di Benvenuto da Imola. In coda al testo della Commedia sono stati copiati i capitoli in terza rima di Jacopo Alighieri e Bosone da Gubbio (quest’ultimo incompleto).
La prima parte degli atti presenta quattro saggi che indagano il codice dal punto di vista delle vicende collezionistiche (Francesca Berardi e Giampiero Carotti), degli aspetti paleografici e codicologici (Marco D’Agostino e Fabiana Baudo), della critica testuale (Davide Checchi) e della miniatura (Milvia Bollati). Nella seconda parte tre contributi presentano alcune interessanti riscoperte, frutto di un esame minuzioso della storia della città alla ricerca di possibili trait d’union tra la figura di Dante e Crema. I saggi in questione indagano, in particolare, la prima ricezione quattrocentesca di Dante in area lombarda e veneta attraverso la figura del copista Nicolò Benzoni da Crema (Nicolò Dino Premi), la figura del collezionista e appassionato dantista cremasco Rino Valdameri (Crema 1889 – Milano 1943) (Caterina Caputo) e un inedito episodio del mito fascista di Dante a Crema legato all’odonimia, cioè l’intitolazione delle vie (Francesco Rossini)”.