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Largo ai comitati, non lasciamo Cremona a politici senza politica

30 Dicembre 2023

Mi auguro che il nuovo anno porti in dono alla città di Cremona una ventata di aria nuova. L’occasione sarà fornita dalle elezioni amministrative della prossima primavera, e questa volta, come mai in passato, la possibilità di una vera svolta dal punto di vista politico e culturale è davvero possibile. Il comitato a difesa dell’attuale ospedale e quello contro l’impianto di biometano di Gerre potrebbero essere il florido seme di un grande progetto civico in grado di proporsi come nuova opportunità di governo cittadino. Un laboratorio per costruire dal basso un’alternativa credibile, solida, competente e innovativa in grado di riportare la Politica e il bene comune al centro del dibattito e delle scelte amministrative. Una proposta dei cittadini per i cittadini, lontana dalle logiche di potere dei partiti e dai loro guinzagli e diktat. Credo che ci siano elementi tali da poter dire che questa ipotesi sia più di un auspicio. I cittadini sono tornati a parlare di temi, problemi e soluzioni, i partiti al contrario sono più avvezzi a trovare alchimie, cercare la photo opportunity con lo sponsor di turno, conservare poltrone e cercare equilibri tra correnti. Le proposte che arriveranno dal blocco di centrodestra e dal Partito Democratico avranno il sapore della solita minestra riscaldata, cucinata a fuoco lento dagli chef delle segreterie di partito.

Se questo è lo scenario, costruire e seguire una nuova via é possibile e necessario. Nei prossimi anni la città sarà chiamata ad assumere sempre più un ruolo guida in termini di pianificazione energetica, di vera transizione ecologica, sanitaria e infrastrutturale. Sul tavolo ci sono ancora i dossier di una autostrada come la Cremona Mantova, figlia di scelte degli anni 80, della Tibre autostradale, che sarebbe meglio riporre definitivamente in archivio. Andrà affrontato il tema del trasporto su rotaia, del futuro dell’inceneritore e l’auspicabile suo superamento, e della sempre più insostenibile presenza di impianti di biometano e tutta la filiera di reflui e digestato. C’è un dossier Tamoil ancora caldo e bonifiche e studi epidemiologici da completare. C’è ancora aperto il tema del deposito temporaneo(?) di rottami a Cavatigozzi e soprattutto la questione delle questioni lasciata in eredità dall’attuale amministrazione e appoggiata in modo bipartisan da PD,Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia. Ovvero quella del nuovo ospedale. Tutti temi che necessitano una vera svolta e una visione a favore dei cittadini e non di lobby o sponsor.

Cremona inoltre dovrà lavorare per non isolarsi dal territorio cremonese, ma ergersi a Comune capofila della rispettiva area omogenea ed essere inoltre in grado di dialogare e trovare sinergie con quella cremasca e casalasca. Non sarà semplice, ma è giusto provarci, soprattutto perché i 2 soliti schieramenti che si contrappongono sembrano voler ricalcare il solito spartito con i soliti attori protagonisti e non, lasciando quindi praterie ad una nuova proposta innovativa e di vero cambiamento.

Nella città del Torrazzo e in provincia, il Pd, partito con una dirigenza che pensa solo alla propria perpetuazione, ha svenduto ai privati tutto ciò che poteva essere ceduto e ha abdicato ad ogni possibilità di programmazione pubblica, azzerando di fatto il dibattito e la vera partecipazione.
Dal centro destra, che in Regione Lombardia ha messo a capo di Arpa una negazionista del ruolo dell’uomo nel cambiamento climatico, è difficile aspettarsi qualcosa di buono, e come al solito deciderà il proprio candidato lontano dalla città per soddisfare i propri equilibri, con buona pace dei cremonesi.

Abbandonare Cremona a questa triste storia sarebbe un messaggio di rinuncia. Fortunatamente Cremona però si è risvegliata, e tutto il vero civismo che si è riconosciuto sotto le bandiere a difesa della salute, dell’ambiente e della partecipazione può e deve prendersi con tutto diritto lo spazio per costruire una lista che raccolga le personalità e le forze che in questi anni si sono battute contro la fine di Cremona come città, contro l’eclissi della questione sociale/ambientale/sanitaria, ed hanno contestato il fatto che i beni e servizi pubblici fossero trattati come parco giochi e vetrine per società private e associazioni di categoria. Per dirla come Tomaso Montanari nel suo commento alla situazione politica fiorentina, Cremona è troppo importante per essere lasciata ai giochi di potere di un pugno di politici senza politica.

Cremona, con il suo civismo puro, può rappresentare la svolta per tutta la provincia per uscire da quello stato di pseudo commissariamento da parte delle aziende private in cui sembrano vivere i nostri sindaci? Io credo di sì. Credo davvero nella forza delle idee che è arrivata in modo spontaneo dai comitati. Cittadini che hanno ritrovato il loro vero ruolo, e che in questi mesi hanno contrastato uno status quo che sembrava inossidabile. Una palude dove ormai da anni tutto viene proposto a scatola chiusa dalle aziende e dalle associazioni di categorie, accettato dalla politica e calato sulla testa dei cittadini senza nessun coinvolgimento. Ovviamente tutto ben confezionato, tutto infiocchettato con nastri e proiezioni di luci verdi. Perché ormai lo sappiamo tutti, basta un colpo di verde ed è tutto più bello, o un colpo di vernice rossa per inventarsi qualche km in più di ciclabile utile per gonfiare le statistiche.

Serve dire stop alla delega in bianco concessa per la pianificazione territoriale ai gruppi industriali, che ovviamente rispondono ai propri interessi economici e non alla cittadinanza. Per anni si sono fatte politiche aziendali e infrastrutturali senza interpellare nessuno. Un problema che ha riguardato il capoluogo ma che ha travolto tutta la politica cremonese. Va ricordata, ad esempio, anche la dichiarazione sibillina dell’ex sindaco di Crema, Bonaldi, ora in segreteria nazionale (anche lei sostenitrice dell’operazione A2a/Lgh) che sulla vicenda dell’autorizzazione del termovalorizzatore cremonese per altri dieci anni, si era limitata a dichiarare che: «Si tratta di una scelta di natura industriale». Tradotto, noi sindaci abbiamo delegato ad altri le strategie energetiche e di tutela della salute e dell’ambiente. Il Pd cremonese è un partito-sistema che ormai non ha nemmeno più interesse a costruire un paravento per nascondere le sue ricette economiche da “sinistra-di-destra”.

Vanno completamente riaperti i dossier riguardanti i progetti di transizione energetica ed i progetti infrastrutturali che in questi anni sono stati avallati senza prendere in considerazione i dati epidemiologici (preoccupanti soprattutto per tumori al polmone e leucemie) e quelli ambientali. Senza cambio di rotta Cremona sarà destinata a diventare la punta di diamante delle biomasse con buona pace dei dati ATS sullo stato di salute dei cremonesi e i nuovi report che vedono la nostra provincia soffocare per i livelli di smog, con valori di pm10 e pm2.5 alle stelle, e le centinaia di morti per inquinamento. Senza cambio netto di direzione, grazie alle politiche scellerate di questi ultimi anni di giunta Galimberti, con vicesindaco Virgilio, la provincia di Cremona sarà la nuova frontiera dell’incenerimento, questa la verità, altro che termovalorizzazione ed economia circolare.

Su questi temi i comitati hanno già detto molto ed avranno ancora molto da dire. E se vorranno trasformarsi nel motore per arrivare a formulare una nuova proposta civica autonoma in grado di amministrare la città, credo troveranno molti altri cittadini pronti ad aiutarli.

 

Marco Degli Angeli

Una risposta

  1. Il comitato a difesa dell’ ospedale Maggiore è un movimento che nasce e resta apartitico. Ben venga chi da fuori vorrà dare il proprio sostegno a questa causa .I percorsi paralleli mentre salvano l’autonomia e la natura del movimento possono concorrere per strade diverse a perseguire l’obiettivo con forza maggiore. Legare un movimento a una candidatura ,oltre che smentire la natura del movimento ,lo indebolisce in caso di insuccesso. E c’ è sempre il rischio che le liste civiche scelgano ruoli ancillari rispetto alle maggiori della stessa area o che ottengano posizioni così residuali da risultare insignificanti.Forse i tempi non sono maturi per operazioni di questo genere.Occorre adesso dare forza ai comitati e non chiamare i comitati a dare forza alla politica.Chi si candida veda di dare forza ai comitati/movimenti.

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