Gentile direttore,
le dichiarazioni elettorali e relative passerelle di questi giorni sono state stucchevoli e figlie di una vecchia politica bipartisan, che può fare affidamento sulla poca memoria degli elettori e sui riti collaudati e noiosi, celebrati da cerchiobottisti che da lustri governano regioni e comuni, e da chi da troppo tempo siede nelle istituzioni con importanti ruoli amministrativi e rappresentativi.
Per ora l’unica certezza è che Fontana, Moratti e Majorino hanno in tasca lo stesso jolly per risolvere i problemi della nostra provincia: per loro sarà sufficiente nominare in giunta un assessore con passaporto cremonese.
Non c’é che dire.
Un’intuizione vincente e geniale, peccato non averci pensato prima.
Sí, proprio così, il super assessore che, solo per il fatto di aver l’auto targata CR, consentirà alla nostra provincia di avere treni in orario e linee ferroviarie svizzere. Abbatterà il numero dei malati cronici, delle liste d’attesa e abbatterà il livello di inquinanti e polveri sottili. Finalmente consentirà a tutti di aver assistenza socio sanitaria con tempi dignitosi a prescindere dal proprio conto in banca.
Il dibattito è avvilente. Siamo nel 2023, ma i temi ed il copione sono un copia incolla delle regionali del 2018 e 2013. Come dieci anni fa, ma potremmo anche dire venti, c’è però chi ancora aspetta per mesi una visita sanitaria e chi è perennemente in coda, in attesa che venga completata la Paullese. E nel frattempo l’aria, la salute ed i servizi sono peggiorati. Eppure c’è chi, vestito di una nuova giacca, ripropone le stesse fallimentari formule magiche, proposte nelle scorse tornate elettorali. Invece, chi dovrebbe proporre una vera alternativa, purtroppo parla a mezza bocca. Questo perché agli imprenditori deve far credere che farà l’autostrada e farà brillare il comignolo dell’inceneritore per molti, molti anni. Allo stesso tempo, a chi la pensa diversamente, giura che abbatterà la torre fumante e riqualificherà le strade esistenti, puntando su trasporto pubblico ed opere piccole ma utili.
Insomma, a parte il “super mega assessore generale” e le solite proposte, manca chiarezza e tutto assomiglia ad una appiccicosa melassa.
Al contrario, servirebbe ritrovare il coraggio per fare scelte coraggiose e spendere parole concrete. Solo così si potranno affrontare le istanze dei cittadini e contrastare il loro disinteresse ai seggi, figlio della stanchezza e della disillusione.
L’ambiente e lo stato di salute di chi abita la nostra provincia sono compromessi. Lo attestano i dati di ATS Valpadana, diversi report di agenzie per l’ambiente europee e organi di controllo nazionali e regionali. La maggior parte dei paesi della nostra provincia stanno perdendo servizi essenziali a partire dai presidi socio sanitari, fino a quelli del trasporto pubblico.
I nostri ospedali pubblici boccheggiano, in disperata ricerca di personale sempre più in fuga a causa dell’incertezza, e in attesa di una vera programmazione capace di rafforzare in modo capillare l’assistenza socio sanitaria pubblica. Non basta annunciare scatole vuote o nuove cattedrali nel deserto da 300/400 milioni di euro: la crisi economica e ambientale impone delle scelte: i cittadini lo sanno e per questo vanno coinvolti e stimolati nel dibattito.
Per questi motivi, i candidati dovrebbero dire con chiarezza come vogliono investire i soldi del bilancio regionale. Vogliono impiegare 2 miliardi per un’autostrada insostenibile o investire quei fondi per riqualificare la SS10 e costruire altre opere minori, ma fondamentali come la tangenzialina di Casalmaggiore?
I candidati vogliono continuare ad autorizzare ovunque “la qualunque” in barba agli impatti cumulativi degli inquinanti o dotarsi di una vera programmazione impiantistica regionale e provinciale, in grado di guardare al bene collettivo anziché semplicemente all’utile e allo sfruttamento del territorio?
Domande le cui risposte non implicano il fatto di essere contro l’impresa, ma il fatto di essere realisti e agire di conseguenza: accompagnando gli imprenditori dei settori meno sostenibili in una vera transizione, che non è ideologica ma necessaria e non più rinviabile.
I candidati vorranno riportare gli investimenti sanitari nelle strutture e nel personale sanitario che lavora nel pubblico o al contrario preferiranno rinvigorire ancor di più il privato, magari portando anche i medici di base all’interno di hub creati in RSA private, come auspicato dal dr. Pregliasco (candidato di centrosinistra) e da Degani (lista Fontana di centrodestra)?
La coperta del bilancio regionale è corta e i cittadini meritano di sapere con chiarezza se rimarranno ancora al freddo.
A perderci, e di brutto, tra chi per strategia fa l’equilibrista e chi lancia solo slogan basati su politiche già condannate dalla realtà, sappiamo tutti chi sarà. Comunque vada.
Marco Degli Angeli