Ieri nella casa circondariale di Cremona un detenuto si è tolto la vita. Lo comunica l’associazione radicale Fabiano Antoniani che monitora la situazione all’interno del carcere cittadino. E’ il tredicesimo suicidio registrato nelle strutture di detenzione italiane dall’inizio dell’anno. “Sovraffollamento cronico, con 551 detenuti a fronte di soli 394 posti disponibili, e una ancora più critica carenza di personale penitenziario, che si ritrova a operare in condizioni gravose capaci di impattare anche sulla loro salute mentale” scrivono Nancy Pederzani, Vittoria Loffi e Vittorio Mascarini, presidente, segretario e tesoriere dell’Associazione. “Dati che trovano conferma anche nelle parole del segretario generale della Uilpa Polizia Penitenziaria, Gennarino De Fazio, che descrive un sistema carcere incapace di garantire condizioni di vita dignitose”.
Ecco il comunicato.
“Il problema non è solo logistico: la salute mentale dei detenuti solleva questioni urgenti che richiedono attenzione. Molti di loro soffrono di disturbi psicologici e dipendenze da sostanze stupefacenti e alcol, aggravati dall’isolamento, dalla difficoltà che spesso riscontrano ad accedere a percorsi di riabilitazione e dal totale abbandono istituzionale. Per chi vive in queste condizioni, il carcere si trasforma in una condanna senza appello, dove il suicidio può apparire, tragicamente, l’unica via d’uscita”.