Disinformazione russa e cortei pro Palestina: la Storia insegna e si ripete

8 Gennaio 2024

Ha fatto discutere non poco in questi giorni la concessione di spazi civici a varie associazioni pro Russia, che organizzano dibattiti in cui si cerca di dare un punto di vista filo-Putin a quanto sta avvenendo in Ucraina: ironia della Storia i fatti sono accaduti proprio in quella Emilia Romagna che tanto in passato era stata amica della Unione Sovietica…

Secondo esponenti politici di schieramenti anche differenti si tratterebbe di vere e proprie operazioni di disinformazione orchestrate dalla Russia nei Paesi occidentali per mistificare la realtà di quanto avviene nel conflitto alle porte dell’Europa, e molti di questi esponenti hanno pubblicamente chiesto che questi spazi di espressione vengano negati da sindaci e amministratori proprio perché non si tratterebbe di libera espressione di opinioni ma di veri e propri sabotaggi informativi.

Personalmente sono sempre stato convinto che in un Paese democratico a nessuna opinione, neppure la più scandalosa o ripugnante, debba essere impedito di esprimersi. Le idee forti e solide vincono su quelle deboli e sbagliate, se la democrazia è sana.

Se la democrazia inizia a temere la libera espressione, allora non è più una democrazia forte. Non c’è idea al mondo, neppure la più repellente che non possa essere espressa. Diverso è che poi quelle idee vengano messe in pratica, ma uno Stato forte non deve temerle in quanto deve assolutamente essere in grado di evitarne la applicazione pratica.

Quanto alla disinformazione, beh, se c’è un Paese in Occidente che per 50 anni è stato al centro delle più ardite operazioni di disinformazione quello è proprio l’Italia: al centro dello scontro tra USA e URSS non c’è mistero italiano in cui non ci sia lo zampino del KGB o della CIA, i cui fenomenali strateghi di allora hanno molto verosimilmente combattuto una vera Guerra Fredda a colpi di scandali, depistaggi, campagne mediatiche, strategie della tensione informativa e chi più ne ha più ne metta.

E i sovietici del KGB e del GRU erano in assoluto i maestri incontrastati di operazioni su vastissima scala di quella che essi chiamavano la Dezinformatsiya. Abbiamo già avuto modo di parlarne bene in altri editoriali e quindi non vi tornerò oggi, ma per stessa ammissione dei diretti giornalisti interessati perfino casi come il Piano Solo o  Golpe De Lorenzo furono confezionati proprio dal KGB che passava loro le informazioni direttamente nella ambasciata sovietica di Roma.

Ora, è abbastanza ragionevole pensare che quella strategia di cui i russi erano maestri non sia andata perduta e anzi sia ancora una delle frecce all’arco di Putin, dato che peraltro proprio lui deve al  KGB tutta la sua formazione e fortuna, KGB di cui era colonnello e niente meno che responsabile della Stazione di Berlino Est, una delle più strategiche al mondo.

Insomma, noi italiani dovremmo ben conoscere queste metodologie di scontro politico e a mio avviso esserne parecchio vaccinati.

Del resto non possiamo ignorare che anche il fronte americano negli ultimi anni ha dato più volte prova di una straordinaria e molto invadente capacità di orientamento della opinione pubblica e addirittura delle abitudini sociali e culturali di tutto l’ Occidente, con una marcata “americanizzazione”, se me lo si consente, della nostra forma mentis, e non sono a mio avviso esclusi da queste strategie nemmeno il covid e la vicenda Ucraina…

Ovviamente cambiano i tempi, e quelle strategie oggi vertono quasi esclusivamente sull’uso del Web e non più della carta stampata o delle manifestazioni di piazza, ma non cambiano molto né regole né stilemi.

L’Italia è un Paese che davvero mai, dal 1946 in poi, ha proibito a chicchessia di esprimere la propria opinione. La coscienza critica di un popolo non si costruisce tanto impedendo il contagio, quanto sviluppando gli anticorpi, esattamente come il covid ci ha dimostrato. Anche perché diversamente la partita è quasi sempre perdente, come ha dimostrato la Chiesa Cattolica quando in passato ha cercato di difendere le proprie idee a colpi di leggi varate dai Governi democristiani …dal divorzio all’aborto quasi sempre un flop elettorale e di consenso.

É la fortezza di una proposta ad essere finalmente vincente, non la sua capacità di influenza su potentati, oligarchie o gruppi di interesse che sono spesso molto lontani dal popolo, come molto bene ci ricorda Lenin…

Non credo dunque si debba negare a nessuno mai uno spazio di opinione, anche perché non va dimenticato che quello è sempre il primo passo di ogni dittatura.

Varrebbe allora anche per le tantissime manifestazioni pro Palestina che hanno recentemente inondato le città italiane, e che di certo non tengono conto di quanto in passato il terrorismo palestinese sia stato minaccioso, sanguinario e letale per l’Occidente, motivo per il quale io continuo a ritenerle poco prudenti…

Tanto letale fu il terrorismo palestinese che pare che perfino un faro di luce come Aldo Moro scese a patti con le organizzazioni palestinesi per garantire all’Italia l’incolumità dagli attentati della OLP che insanguinavano il mondo, in cambio della possibilità di far transitare segretamente sul nostro suolo armi destinate ad attacchi in altri Paesi. Questa cinica (ma piuttosto italiana) strategia sarebbe il cosiddetto “Lodo Moro”, una della pagine più inesplorate della nostra storia recente e che solo dalla fine degli anni 90 ha iniziato ad essere più svelata che ipotizzata, peraltro con testimoni di assoluta rilevanza come Francesco Cossiga e importanti dirigenti dei Servizi, e che secondo molti analisti potrebbe essere una delle piste che portano alla strage di Bologna.

È certo invece che i democristiani e i socialisti italiani al Governo furono ben più filo arabi di quanto piacesse agli USA, per garantirci di volta in volta protezione degli attentati o forniture di carburanti…strategie ciniche e melliflue è vero, ma in Italia l’istinto di sopravvivenza e secoli di dominazioni straniere ci hanno sempre spinto a una certa ambiguità non dichiarata per poter sopravvivere.

Quindi anche queste attuali manifestazioni pro Palestina poi così nuove in fondo non sono, così come non lo sono le associazioni filo-russe che cercano di “disinformare” la nostra opinione pubblica: credo che se noi italiani avessimo maggiore memoria avremmo anche maggiore serenità davanti a sfide che paiono nuovissime ma che in realtà non lo sono poi così tanto ….

 

Francesco Martelli

sovrintendente agli Archivi del Comune di Milano

docente di archivistica all’Università degli studi di Milano

cremonasera.it

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *