Distrazione mortale: è la causa principale degli incidenti stradali

27 Marzo 2025

La carne è debole, farsi male è facile, fin dal momento in cui ci si alza dal letto e si muovono i primi passi. Non solo, ma anche a letto non si è al sicuro: si può cadere dal letto, fare un movimento scorretto che può provocare una contrattura, uno sfibramento muscolare o altri acciacchi. In qualunque azione statica o dinamica è facile farsi male, perfino chinandosi a raccogliere l’euro caduto sul pavimento. Muoversi comporta sempre il rischio di procurarsi ferite anche gravi o mortali. Non dimentichiamo che il numero dei morti per cadute in casa arriva a 8.000 ogni anno in Italia. 

In macchina, più la velocità aumenta, maggiore diventa la probabilità di riportare traumi gravi, anche se la velocità non è la prima causa degli incidenti stradali con 3.500 vittime ogni anno. Al primo posto, nella classifica delle cause di incidenti, c’è la distrazione alla guida, perciò imporre limiti di velocità al traffico non impedisce di riportare ferite, neppure se si tratta di velocità bassissime. Per capire quanto sia pericoloso uno scontro a 50 km/h è bene tenere presente l’esperimento fatto da un ente europeo che si occupa di sicurezza stradale. Sollevata con una gru una macchina di media cilindrata fino all’altezza del dodicesimo piano di un condominio, venne lasciata cadere a terra. Si intuisce che, se ci fossero stati passeggeri a bordo, le conseguenze sarebbero state devastanti, ma è bene sapere che la velocità alla quale l’auto si è schiantata al suolo è risultata di 50 km/h. 

Applicando questo dato al traffico, si avrebbero le stesse gravi conseguenze con un impatto frontale tra due veicoli che procedessero a 25 km/h, una velocità che si ritiene, a torto, di grande sicurezza. Si deduce che i limiti di velocità imposti dal codice stradale nei centri urbani o fuori non attenuano la gravità degli incidenti. E allora?

Si può ridurre il numero degli incidenti stradali per un’altra via: inculcare la cultura del saper guidare. Saper guidare non significa soltanto essere in grado di muovere una vettura, ma implica la messa in pratica di una serie di regole, in parte trascurate anche in sede di esame per ottenere il documento di guida. Saper guidare significa inserirsi armoniosamente nel flusso di veicoli e armoniosamente procedere nel traffico, indicare qualsiasi cambiamento di direzione “mettendo la freccia”, mantenere sempre la distanza di sicurezza, non lasciare la macchina in sosta dove non solo è vietata ma anche provoca code e rallentamenti. Saper guidare significa aver metabolizzato le dimensioni della macchina per poterla parcheggiare velocemente e per essere in grado, in una via cittadina, di incrociare veicoli, che arrivano in senso opposto, senza inutili soste. Significa essere pronti a partire all’accendersi della luce verde del semaforo: più macchine passano prima che s’illumini di nuovo il rosso, minore sarà l’inquinamento. Non è richiesta la prontezza dei piloti di F1 alla partenza di un gran premio, ma sarebbe bene tenere d’occhio il semaforo rosso per ripartire sollecitamente al verde.

Saper guidare significa essere in grado di capire a quale velocità la macchina che si guida è in grado di affrontare una curva senza sbandare, significa saper sempre valutare la velocità di avvicinamento di un veicolo quando ci si deve immettere in una strada, statale, provinciale, comunale o urbana.

Significa rispettare sempre la segnaletica sia orizzontale che verticale.

Significa soprattutto essere costantemente attenti alla guida, ricordando che la distrazione, come detto, è la prima causa di disgrazie. Prendiamo in proposito esempio dai piloti di un aereo di linea. Innanzitutto sono due proprio per avere un’attenzione costante fin dal momento in cui l’aereo si porta verso la pista per il decollo. Negli ultimi metri prima dell’entrata in pista, capita che l’aeromobile si debba fermare anche per alcuni minuti per dare la precedenza a qualche aereo in fase di atterraggio. I piloti aspettano pazienti anche dieci minuti, quando sanno che in un paio di minuti potrebbero partire e lasciare di nuovo libera la pista.  L’automobilista, nelle stesse condizioni, spesso s’immette su una strada provocando, per errata valutazione della velocità dei veicoli che sopraggiungono, rallentamenti, brusche frenate e incidenti, invece di aspettare pazientemente che la strada si liberi. Cos’è dunque che rende più sicuro prendere l’aereo che viaggiare in auto? La costante attenzione alla guida.

 

Sperangelo Bandera

 

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