Sei pulsoximetri per il Day Hospital oncologico dell’Ospedale di Cremona. La donazione arriva dal Comitato di quartiere San Felice di Cremona (nella foto centrale), che con questo gesto ha deciso di sostenere l’attività dell’Oncologia e i tanti pazienti assistiti. La consegna è avvenuta negli scorsi giorni, quando una delegazione del Comitato di quartiere composta da Assunta Sellitto (presidente), Maurizio Rizzi (vicepresidente), Lino Telera (consigliere) e altri giovani volontari ha fatto visita al reparto, accolta da Matteo Brighenti (direttore dell’Oncologia di Cremona), dall’oncologo Bruno Perrucci, da Gianvito Donati (coordinatore del Day Hospital oncologico) e dagli operatori sanitari presenti. «I pulsoximetri – spiega Brighenti – sono strumenti non invasivi che servono a misurare la saturazione dell’emoglobina nel sangue. Sono molto utili, perché consentono di controllare rapidamente la funzione respiratoria e la frequenza cardiaca dei pazienti».
Il Day Hospital oncologico di Cremona accoglie ogni giorno circa cento persone, la metà di queste per la somministrazione della chemioterapia. «Con questa donazione – prosegue Brighenti – tutti gli infermieri di sala potranno monitorare con costanza e precisione i pazienti che ogni giorno si rivolgono al Day Hospital oncologico per iniziare o proseguire la terapia. Rivolgiamo un grande ringraziamento a tutte le persone che tramite il Comitato hanno pensato a noi».
Come afferma Assunta Sellitto, presidente del Comitato, «La decisione di fare una donazione al reparto di Oncologia nasce dalla volontà condivisa da alcuni ragazzi e famiglie del quartiere, che hanno organizzato una raccolta fondi destinata a questo scopo». Grazie al supporto di una farmacia cittadina, siamo riusciti ad acquistare la strumentazione consegnata in reparto e destinata a chi ogni giorno lotta contro la malattia. «Questo gesto racchiude uno degli obiettivi fondamentali del Comitato: quello di prendersi cura. Non solo del quartiere e dell’ambiente, ma anche delle persone, per stimolare il senso di comunità, riscoprendo il quartiere come luogo di vita e di relazione, anche fuori dai confini urbani». La donazione arriva dal Comitato di quartiere San Felice di Cremona, che con questo gesto ha deciso di sostenere l’attività dell’Oncologia e i tanti pazienti assistiti.
La consegna è avvenuta negli scorsi giorni, quando una delegazione del Comitato di quartiere composta da Assunta Sellitto (presidente), Maurizio Rizzi (vicepresidente), Lino Telera (consigliere) e altri giovani volontari ha fatto visita al reparto, accolta da Matteo Brighenti (direttore dell’Oncologia di Cremona), dall’oncologo Bruno Perrucci, da Gianvito Donati (coordinatore del Day Hospital oncologico) e dagli operatori sanitari presenti.
«I pulsoximetri – spiega Brighenti – sono strumenti non invasivi che servono a misurare la saturazione dell’emoglobina nel sangue. Sono molto utili, perché consentono di controllare rapidamente la funzione respiratoria e la frequenza cardiaca dei pazienti».
Il Day Hospital oncologico di Cremona accoglie ogni giorno circa cento persone, la metà di queste per la somministrazione della chemioterapia. «Con questa donazione – prosegue Brighenti – tutti gli infermieri di sala potranno monitorare con costanza e precisione i pazienti che ogni giorno si rivolgono al Day Hospital oncologico per iniziare o proseguire la terapia. Rivolgiamo un grande ringraziamento a tutte le persone che tramite il Comitato hanno pensato a noi».
Come afferma Assunta Sellitto, presidente del Comitato, «La decisione di fare una donazione al reparto di Oncologia nasce dalla volontà condivisa da alcuni ragazzi e famiglie del quartiere, che hanno organizzato una raccolta fondi destinata a questo scopo». Grazie al supporto di una farmacia cittadina, siamo riusciti ad acquistare la strumentazione consegnata in reparto e destinata a chi ogni giorno lotta contro la malattia. «Questo gesto racchiude uno degli obiettivi fondamentali del Comitato: quello di prendersi cura. Non solo del quartiere e dell’ambiente, ma anche delle persone, per stimolare il senso di comunità, riscoprendo il quartiere come luogo di vita e di relazione, anche fuori dai confini urbani».