Tifosi e società grigiorossi sanno quanto è difficile risalire dalla serie C, al campionato cadetto e poi tornare in A e quanto invece è facile lottare per non retrocedere e scivolare dal purgatorio all’inferno. Oggi godiamoci la promozione in paradiso conquistata ieri sera a Como anche grazie a una fortunata ‘congiunzione astrale’ e documentata dai video del fotografo Mino Boiocchi. Ma incominciamo a valutare ciò che è indispensabile fare (ed evitare) per restare tra le grandi del calcio italiano. Un modello da seguire, l’ultimo in ordine di tempo, è quello vincente dello Spezia che nel 2007 torna in B. Al termine del campionato 2007-2008 retrocede e la società fallisce. Riparte dalla D. Nel 2013 è promossa nella serie cadetta Nel 2016 disputa a San Siro i playoff. Arriva a un soffio dalla A anche nei due anni successivi finché nel 2019 non riesce nell’impresa per la prima volta nella sua storia. Disputa poi tre campionati che la vedono misurarsi senza complessi, ma anche senza inutili velleità con le grandi. Quel che deve fare la Cremonese che nel centodiciannovesimo anniversario dalla fondazione datata 1903 e dopo ventisei anni trascorsi tra il purgatorio della C e poi nella serie cadetta, da ieri è tornata in A insieme col Lecce. Raggiunge la massima serie grazie alla vittoria per 2-1 con doppietta di Di Carmine in trasferta a Como e la sconfitta del Monza a Perugia, a conclusione di un campionato condotto sempre nelle prime posizioni di una classifica che aveva fatto dubitare della promozione dopo le due recenti sconfitte. I tifosi ricordano ancora l’umiliante 7-1 subìto dal Milan che il 12 maggio 1996 condannò i grigiorossi alla retrocessione. Per tredici anni, tra A e B, la società guidata prima da Domenico Luzzara, poi da Graziano Triboldi si era misurata con le più forti e blasonate compagini. Dopo 15 anni Giovanni Arvedi l’ha riportata nel gotha del calcio italiano.
La Cremonese scrive nel suo palmares i nomi degli allenatori che l’hanno portata al vertice: Emiliano Mondonico, Bruno Mazzia, Gustavo Giagnoni sino all’epopea firmata da Gigi Simoni che nel 1992 domina il campionato di B e conquista il Trofeo Anglo-Italiano sconfiggendo 3-1 il Derby County a Wembley. Con Simoni la Cremo resta tre stagioni in A. Nel 2007 Arvedi acquista la Cremonese. La prematura scomparsa del direttore generale Erminio Favalli che segnò la perdita di una persona in quel momento insostituibile gela le speranze di una rapida risalita dalla C alle serie superiori. L’obiettivo del nuovo patron era la A, conquistata oggi dopo 15 anni di duro lavoro.
Alla sera è esplosa la gioia dei tifosi in città, con caroselli e fuochi d’artificio.
Di seguito ‘Samba Grigiorosso’ l’inno che Carlo Maria Grillo scrisse quarant’anni fa in occasione della promozione in serie A e i video di Mino Boiocchi
Una risposta
Il commento amaro, insieme ai complimenti vivissimi agli atleti, è inevitabile: a quando anche la città passerà in serie A?