Bollino rosso per Cremona, che perde 12 posizioni e slitta al 25° posto della classifica redatta da Legambiente inerente la vivibilità delle città: il capoluogo viene pesantemente bocciato per qualità dell’aria (PM 10 e ozono), produzione pro capite di rifiuti, traffico, incidenti stradali e carenza del trasporto pubblico. ‘Al netto dei tanti proclami dell’amministrazione Galimberti e delle promesse fatte, a Cremona la situazione ambientale è preoccupante: nonostante le smentite del primo cittadino, il capoluogo di provincia rimane la seconda città più inquinata d’Europa (dati Agenzia Europea dell’Ambiente ricavati su una classifica di 323 città in tutta Europa) e la prima in Italia per livelli di particolato sottile’. A dirlo è Marco Degli Angeli, consigliere regionale del M5S Lombardia, il quale ha posto la chiosa sul fatto che ‘ora Cremona deve affrontare con coraggio la questione ambientale. Ora più che mai serve concretezza nelle scelte ambientali, ma soprattutto un cambio di paradigma rispetto a quello che si è fatto finora’. Per Degli Angeli servono subito dei fatti: ‘Si faccia, senza perdere ulteriore tempo, un piano di ripiantumazione degli oltre mille alberi mai messi a dimora dopo il loro abbattimento. La giunta comunale, inoltre, dimostri discontinuità nel metodo,
convocando immediatamente l’osservatorio delle attività metallurgiche e riattivi l’Osservatorio Tamoil. Al contempo, proceda ad implementare una vera road map per la dismissione dell’inceneritore che, nonostante le promesse fatte, è slittata al 2029’. Il consigliere, a tal proposito, ha il timore che lo stretto legame tra la città e l’inceneritore non abbia infatti stimolato buone pratiche di riduzione dei rifiuti, facendo incrementare la produzione pro capite degli stessi. ‘Tutti questi elementi dovrebbero portare ad una
seria riflessione e revisione di tutto il piano energetico ed infrastrutturale della Provincia. C’è questo coraggio?’.
Aggiunge Degli Angeli: ‘A far riflettere dovrebbe essere soprattutto il fatto che Cremona non solo viene bocciata per la qualità dell’aria, ma anche per l’inefficienza di tutti quegli strumenti che dovrebbero guidare una puntuale transizione ecologica’. Il trasporto pubblico, gli incidenti stradali, la produzione di rifiuti urbani. L’uso (non) efficiente del suolo e una buona attenzione al verde. ‘Tutte buone prassi che Cremona non ha seguito. Complici – sottolinea Degli Angeli – anche le scelte fatte a livello provinciale che seguono paradigmi di sviluppo fermi agli anni 80, come la Tibre autostradale e la Cremona-Mantova che, tra consumo di suolo, piani cava ed emissioni inquinanti per la loro costruzione nonché per lo stravolgimento dell’equilibrio idrico di falda, sono quanto di più lontano rispetto agli obiettivi di sostenibilità dichiarati. Si pensi
piuttosto al potenziamento ferroviario. Dati alla mano, non stupisce quindi che Cremona sia al 96° posto per i passeggeri del trasporto pubblico, quindi al 78° posto per l’offerta del trasporto pubblico, al 91° per le vittime della strada, al 97° per i livelli di PM 10 e al 70° per l’uso efficiente del suolo’.
Conclude Degli Angeli: ‘Dopo una quattro giorni di conferenze sul clima e sull’ambiente, il sindaco Galimberti ha dichiarato che si è trattato, testualmente, di giornate ricchissime e di una bellissima
esperienza da raccontare in cui sono stati presi impegni importanti intrecciati fra loro. Peccato che rispetto al 2020 Cremona sia finora peggiorata. Ad esempio l’offerta dei trasporti pubblici è passata dalla 72^ posizione del 2020 alla 78^ di quest’anno. L’uso efficiente del suolo dalla 22^ posizione alla 70^, l’offerta dei trasporti pubblici dalla 72^ alla 78^. Credo sia giunto il momento di finirla con le promesse e di passare ad azioni e fatti concreti: ci sono ad esempio quartieri come quello di Cavatigozzi abbandonati al loro destino. Né sono stati, ad oggi, sottoscritti degli accordi di programma con Arpa e
Regione Lombardia al fine di intensificare i controlli sullo stato d’inquinamento delle tre principali matrici: aria, acqua e suolo. C’è uno studio epidemiologico da terminare. Ci sono progetti territoriali da sviluppare e ragionamenti che devono tenere conto degli impatti cumulativi, soprattutto in sede di Conferenza di servizi per nuove autorizzazioni o ampliamenti delle attività produttive. Ora, la politica cremonese non si volti dall’altra parte: c’è una grande questione ambientale da affrontare e il tema della qualità dell’aria e lo stato di salute non sono più procrastinabili’.