Il 29 settembre sindaci e consiglieri comunali sono chiamati alle urne per eleggere presidente e consiglio provinciale. La votazione si svolgerà con le indicazioni della legge Delrio che impone il voto ponderato, proporzionale al numero di abitanti rappresentati da ogni singolo elettore. Pertanto non una testa, un voto. Ma un voto che conta in base al numero degli abitanti che l’elettore rappresenta.
Un sistema che in una provincia come quella di Cremona, frazionata in tanti piccoli Comuni, permette a Crema e Cremona di condizionare in maniera determinante la consultazione elettorale.
Per capirci, il voto di 10 consiglieri più quello del sindaco, quindi 11 voti di un Comune sotto i 3 mila abitanti vale quanto quello di un singolo consigliere di Cremona o di Crema.
I Comuni Crema e Cremona pesano quanto 58 Comuni al di sotto dei 3mila abitanti. Significa che due Comuni contano più del 50 per cento dei 113 dell’intera provincia.
Se questo è già criticabile e penalizzante per i piccoli Comuni, ma impossibile da modificare perché stabilito dalla legge, diventa inaccettabile e incomprensibile la proposta che in queste settimane si fa strada. Proposta che vedrebbe i partiti propensi a presentare una lista unica. Un minestrone con Fratelli d’Italia, Forza Italia, Lega e Pd tutti insieme, uniti non si sa bene per quale scopo.
La democrazia è dialettica, mentre questa idea puzza di accordi – fossero anche alla luce del sole – che richiamano alla mente termini come consociativismo e simili.
Ci scusiamo per il cattivo pensiero, ma è noto che a pensare male qualche volta s’indovina. Senza dimenticare che a votare, lo ripetiamo, sono sindaci e consiglieri.
Ora, molti di costoro rappresentano liste civiche, che non sono identificabili con un partito. Ci chiediamo a quante di queste amministrazioni non schierate è stato chiesto il loro parere? Alla nostra, nessuno ha sollecitato un’opinione.
Precisato questo, non abbiamo nessuna difficoltà ad esprimerla pubblicamente. Ebbene siamo contrari alla lista unica, al minestrone.
Crediamo che un listone unico renda inutile recarsi alle urne, infatti tutto sarebbe già deciso. Se così fosse, non escludiamo l’opzione di non recarsi alle urne per ratificare un assetto dell’Amministrazione provinciale già deciso senza essere minimamente coinvolti.
Ci auguriamo che il 29 settembre i sindaci e consiglieri comunali possano scegliere tra più liste.
Nonostante la pessima legge Delrio, crediamo che esista ancora un piccolo spazio per salvaguardare un minino di dialettica politica. Ma soprattutto crediamo che la decenza sia ancora una virtù.
La democrazia che tutti invocano non è rappresentata con un listone concordato dai partiti per governare un territorio. Un listone che – è inevitabile – fa supporre una preventiva spartizione di posti.
Antonio Grassi, sindaco
Antonio Rovida vicesindaco
Celestina Villa assessore
Luigi Ambrosini consigliere
Ennio Bignamini consigliere
Antonio Bisleri consigliere
Enemesio Boschiroli consigliere
Plinio Costenaro consigliere
Luca Neotti consigliere
Ulderico Parisi consigliere
Veronica Rozza consigliere
Luigi Spoldi consigliere
Una risposta
Tanti anni fa Cochi e Renato avrebbero detto: ” Bene, bravo, 7+!”. Posto che la legge purtroppo è quella che è, ogni soluzione utile e interessante è quella che risolve i problemi. E di problemi da risolvere per la Provincia ce ne sono tanti. Che sia Mirko Signoroni ( che Grassi ha sempre attaccato politicamente) che sia chiunque altro indipendentemente dal partito di appartenenza la gente deve vedere che qualcosa si fa! A voi politici invece interessa esserci, interessa il potere, le poltrone da spartire, mettere in minoranza gli avversari. Questa è l’opinione della gente. E visti i risultati la gente non va a votare! E voi siete sempre lì a combattervi tra di voi. Quello che ha fatto la Provincia ultimamente per di più non è stato altro che mettersi contro la politica che voleva l’impianto di Bonemerse, il Polo logistico, l’ennesimo centro commerciale. E queste sono decisioni tecniche. Buon senso e preparazione tecnica.