ll Comitato per la difesa della sanità pubblica e dell’ospedale di Cremona, di recente costituzione, dà conto delle attività svolte nei due mesi dalla sua fondazione. È atto dovuto informare di quanto intrapreso poichè il Comitato è nato per lavorare al servizio della collettività, in forma assolutamente apartitica, in risposta ai bisogni di sanità pubblica di qualità e di salute di un territorio che ha pagato in percentuale al covid il prezzo più alto al mondo.
Cremona ha due gravi problemi che la politica (vedi le recenti elezioni) ha scelto di ignorare, dimenticando che il diritto alla salute ha il rango costituzionale di “diritto fondamentale e universale”. Ai Cremonesi di campagna e di città questo diritto è negato visto che siamo primi in Italia per morti premature con 150/200 decessi per 100.000/abitanti, primi in Italia per mortalità da tumore, primi in Italia e in UE per mortalità da polveri sottili, con incidenze altissime per patologie respiratorie, nascite pretermine, leucemie con un +23% in città e un +47% nei comuni del distretto rispetto ai dati provinciali (dr. P.Ricci da’Il fatto quotidiano’ 21/04/21).
E non va meglio per il diritto ad una sanità diffusa ed efficiente, a misura di un territorio con l’indice di vecchiaia più alto in Regione, dato destinato a modificare la domanda di assistenza con un incremento esplosivo dei bisogni, e con tassi di cronicità e comorbilità sempre più elevati, come rilevato dall’ultima indagine Ats che attesta l’aumento dei casi del 13,5% dal ’12 al ’17 e con un +8% negli anni a seguire rispetto alla media lombarda. Problema questo complicato ora dal progetto di far piazza pulita di un ospedale che è dei più recenti oltre che moderni e sicuramente generalista come si conviene all’unico ospedale pubblico chiamato a rispondere ai bisogni di una collettività di 200.000 persone.
Il progetto, ambizioso e costoso, mentre la congiuntura impone l’uso accorto delle risorse pubbliche, scarica sul territorio 25.000 giornate di degenza per acuti, prevenzione, cronicità, hospice (rif. ‘Studio di Fattibilità’), rinuncia alla vocazione generalista e punta al trattamento di patologie complesse che possano richiamare un’utenza più allargata di quella locale. Volumi importanti di assistenza e cura sono così demandati a insufficienti strutture territoriali, favorendo in tal modo l’intervento supplente del settore privato (che predilige l’utenza pronta a pagarsi le cure).
Contro questo progetto il Comitato ha scelto di muoversi sul fronte istituzionale richiamando alle loro responsabilità gli enti deliberanti preposti e i politici cui spetta di rappresentare non le richieste degli stakeholder ma i bisogni dei cittadini che li hanno delegati allo scopo votandoli.
In tema di difesa del diritto alla salute e a una sanità di qualità pubblica e universale, abbiamo provveduto pertanto a inoltrare un esposto-denuncia al ministero dell’Ambiente, al ministero delle Finanze e al ministero della Salute contro il progetto del nuovo ospedale di Cremona. Per dare forza e valore a tale atto si è scelto di chiedere il patrocinio al suo inoltro all’ISDE (International Society of Doctors for Environment) che ringraziamo dell’adesione e della pronta disponibilità. Il Comitato ha anche inviato al Governo Regionale un ampio documento di rilievi e contro-osservazioni alla risposta con cui l’assessore Guido Bertolaso ha difeso il progetto del nuovo ospedale in replica a un quesito presentato al responsabile del Welfare Lombardo. L’ampio documento indirizzato ai vertici del Governo Regionale (il presidente Fontana, il presidente del Consiglio Regionale Romani, l’assessore al Welfare Bertolaso) vede come destinatari anche un lungo elenco di consiglieri regionali che abbiamo provveduto a coinvolgere sul tema in modo che il documento sia portato in discussione in Consiglio e non venga gestito dalle segreterie dell’assessorato al Welfare senza un dibattito ampio.
Per dare ancora più forza alle richieste, il Comitato ha provveduto a coinvolgere anche la segretaria nazionale del Partito Democratico, Elly Schlein, in ragione del suo ruolo e della genuina sensibilità dimostrata verso i temi della sanità pubblica. A lei si è chiesta un’azione di mediazione rispetto a questi temi.
Abbiamo allacciato rapporti di collaborazione con un comitato bresciano, nato con le stesse finalità del nostro Comitato contro il progetto di demolizione e ricostruzione dell’ospedale di Desenzano e soprattutto in difesa del diritto a una sanità pubblica di qualità accessibile e diffusa sul territorio. I due comitati lavoreranno in coppia presso il livello regionale e gli stessi ministeri per dare più forza alle ragioni condivise.
Questo e molto altro è stato fatto dal Comitato che rappresentiamo e che intende fare molto altro ancora, in azione sinergica con Desenzano, Lonato e altre realtà analoghe, associazioni ed enti lombardi e non (per esempio il Comitato piacentino, i Comitati di Menaggio, l’Alleanza Bresciana con le sue 21 associazioni, ISDE, Medicina Democratica, presidenza dei Sindaci della Lombardia, Cittadinanzattiva, ecc.) con cui siamo in diretto contatto.
Il tutto è stato messo in campo in supplenza di quello che i decisori e le rappresentanze politiche avrebbero do-vuto fare, vale a dire aprire un dialogo con i cittadini, un confronto aperto perché la democrazia non è una delega in bianco visto che la legge 833/78 recita “Va garantita la partecipazione dei cittadini in fatto di scelte sanitarie, onere che compete a Stato, Regioni, Enti territoriali” e ”I Comuni assicurano la più ampia partecipazione dei cittadini a tutte le fasi della programmazione dei servizi sanitari, al controllo della loro funzionalità e rispondenza alle finalità del SSN ” mentre il dl. 502/92 conferma il diritto dei cittadini alla partecipazione e ne fa garanti le Regioni cui compete di stabilire le modalità per favorire la partecipazione.
Certo la rete di contatti messa in campo, pur fitta e strategica, insieme alle insistite sollecitazioni alla responsabilità degli organi decisori e delle rappresentanze di partito non sono garanzia del risultato sperato. Restano, comunque, se non il meglio degli atti possibili e necessari, almeno un concreto, faticoso tentativo di chiamare a un redde rationem i decisori, ai quali spettava il confronto preventivo come detta la normativa vigente.
Se da più parti si segnala e si sperimenta il malfunzionamento del Maggiore che oggi registra un indice di fuga dell’utenza cremonese del 28% (peraltro dati ’19, pre-covid), si faccia funzionare l’ospedale che c’è e si investa su una sanità territoriale pubblica diffusa e di qualità senza la quale non c’è ospedale 3.0 capace di rispondere ai bisogni di assistenza e cura di una colletività di 200.000 persone qual è quella che afferisce all’ASST di Cremona. E’ questo lo spirito e la lettera del PNRR Missione 6 Salute.
Da sempre, poi, e in certe congiunture più che mai, il buon governo non vive di azzardi ambiziosi ma di un uso accorto delle risorse in risposta ai bisogni veri dei cittadini. A questo obiettivo stiamo lavorando e lavoreremo in sinergia con una fitta rete di alleanze con comitati, associazioni, enti perché un coro più facilmente che una voce singola può incrinare la congiura del silenzio con cui i decisori hanno scelto di rispondere agli appelli dal basso.
Rosella Vacchelli
Gianluca Franzoni
Comitato per la difesa della sanità pubblica e dell’ospedale di Cremona
15 risposte
Bravi!
Bravissimi e grazie per l’impegno e la tutela dei diritti dei cittadini che spesso chi dovrebbe non porta avanti!!! Mi sembra però che la nascita di un organismo che abbia le stesse finalità di un altro esistente e operante sia un inutile spreco di risorse e di energie. Non è meglio restare uniti e lavorare insieme mettendo a disposizione le proprie competenze e idee? Non capisco…
Non capisco la creazione di un ulteriore comitato “apolitico” per poi cercare appoggio del PD che è uno dei partiti che ha messo insieme la operazione nuovo ospedale.
Ma ho letto nei passati commenti che ai nuovi non piaceva avere l’appoggio dei 5 stelle.
Peccato dividere le forze così.
Concludo insistendo sulla possibile strategia di far dichiarare non edificabile il parco sede del futuro ospedale per ragioni di salute pubblica.
A Gino e Paola, perplessi per la creazione di un nuovo Comitato per la vicenda dell’ ospedale nuovo, spiego che la cosa si è resa necessaria per frizioni interne, dovute non tanto a questioni di natura partitica (l’opportunità o meno di partecipare alla campagna elettorale per le amministrative, dopo essersi dichiarati APARTITICI col rischio di apparire per lo meno.incoerenti se non peggio) ma alla scelta di inquadrare il problema nell’ ottica più ampia del diritto alla salute e del tipo di assistenza sanitaria a cui la costruzione del.nuovo ospedale fa riferimento. Non si tratta solo di una questione di risparmio (certamente valida) ma di un modello di sanità che si vuole privatizzare e che usa questo escamotage come grimaldello, dimostrato dal fatto che la stessa situazione si replica altrove.
In ogni caso, ciascuno ha i propri carismi, per cui l’importante è raggiungere il risultato pur percorrendo strade diverse
Siamo sicuri che queste lodevoli iniziative dei comitati siano su base apolitica? Come è stato giustamente evidenziato dalle risposte all’articolo: perché cercare l’appoggio del PD che è stato uno dei promotori della costruzione del nuovo ospedale ? Tutto questo lascia perplessi…stiamo all’erta perché c’è puzza di fregatura…
Sempre sdoganato il ‘dubito ergo sum’ e quindi sempre legittimo il dubbio, anzi ‘vitale’. Ed è sempre anche vero (e pacifico) l’adagio ‘nessuno è profeta in patria’….. Quanto invece al fatto che l’attività di qualsivoglia comitato possa essere su base apolitica, questo non si dà visto che i comitati agiscono su temi di interesse collettivo e quindi necessariamente politici. Se invece parliamo di apartiticità, parliamo della stessa ragion d’essere cioè quella fondativa di questo Comitato, pietra miliare che anziché impedirci meglio ci consente di entrare in contatto (come abbiamo fatto e faremo) con qualsivoglia parte politica, ente o associazione comunque orientata che volesse trovare o anche ritrovare in seconda battuta (‘Miracolo a Cremona’ ?) la lucidità di guardare ai veri problemi del territorio e di soccorrerli. Non si chiama fumoso compromesso ma limpida chiamata dal basso alla responsabilità. Questo connota l’azione del nuovo Comitato e insieme ne traccia i confini.
Ma dico io, come si fa a definirsi forza “assolutamente apartitica” e piazzare, poche righe più sotto, il santino di Elly Schlein invocandola a patrona della battaglia cremonese? Modo assai discutibile di rendere credibile una sbandierata battaglia di principio.
‘Ma diciamo noi’ (e ci permettiamo l’incipit poco garbato solo perché lei l’ha usato con noi) come può disturbare il semplice accenno all’on. Schlein alla quale non ci siamo rivolti a titolo di inchino ma per portarla a considerare con lucidità la realtà del partito n.1 che a Cremona era ed è il PD, a prescindere dalle simpatie soggettive. Il destro ci è venuto dal comunicato-stampa della stessa in un giro pre-elezioni “Una città dove le cose funzionano bene” per invitarla a guardare con più attenzione ai rapporti tra l’alto e il basso, tra le dichiarazioni di principio e l’agito in nome di un’ auspicabile coerenza. Lei senza contezza del contenuto del nostro appello ci ha investiti di una censura assolutamente gratuita tacciando di non credibilità quella che si permette di definire ‘una sbandierata battaglia di principio’. Noi non abbiamo voglia e tempo per battaglie di principio e soprattutto ci muovono dolorose se non tragiche esperienze di sanità negata o semplicemente sbagliata nelle impostazioni e negli obiettivi, che sono sempre bagni di realtà. E’ questo vissuto che ci impegna a denunciare gli errori di impostazione e gestione della sanità sul territorio che il progetto nuovo ospedale non fa che riconfermare. Peraltro dalla lettera risulta che ci siamo appellati a un universo mondo di enti e associazioni compreso il Governo regionale, col quale siamo arrivati al 2° appello, oltre che a una folta schiera di Consiglieri Regionali DI TUTTE LE TENDENZE. E abbiamo informato e coinvolto sul tema anche 50 Sindaci del territorio esponenti DI QUALSIVOGLIA PARTITO o lista civica perché la sanità non è di destra o di sinistra ma un diritto costituzionalmente sancito cui dare attuazione. Dall’intellighenzia cremonese non ci aspettavamo niente, non un plauso o uno ‘sperum’ che lascia il tempo che trova. Non ci aspettavamo però un attacco di basso profilo del tutto gratuito. Lei non ci conosce né conosce come facciamo ciò che facciamo e con quali crismi di trasparenza e gratuità di azione in difesa del diritto alla salute di tutti e quindi anche nostro e suo. E con quale fatica. Questa risposta non per convincerla ma per rispetto di noi stessi e del nostro impegno che rivendichiamo come ASSOLUTAMENTE APARTITICO perchè scevri da sudditanze e appartenenze. Abbiamo applicato la semplice ratio degli organigrammi: se il livello inferiore non risponde c’è quello superiore cui appellarsi. Se il PD locale non risponde bussi più in alto, oltre a TUTTE le altre numerose porte cui già abbiamo bussato e cui busseremo. Anche a quelle che lei volesse suggerirci.
Perché mai dovrei trovare “poco garbato” un vostro “diciamo noi” che, come il mio “dico io” rientra nei normali moduli discorsivi che precedono l’ esposizione di qualche legittima riserva. A maggior ragione non comprendo l’irritata reazione per aver io definito la battaglia per la Sanità Pubblica come “battaglia di principio”.
Definizione che, da che mondo è mondo, non mi risulta sia mai suonata come oltraggiosa.
Al di là del tema su cui non entro, è evidente che quel riferimento esclusivo alla Schlein non si presta ad equivoci. Una simpatia preferenziale partitica e malamente giustificata. Chissà quanti altri politici di destra o di altre fazioni, sono sensibili ai temi ambientali, ma lei non ne ha citato uno. Non solo, tempo fa cito’una sorta di dichiarazione/discesa in campo del PD sul tema, trovata solo da lei e da nessun altro e alla richiesta di chiarire dove avesse sentito quella sorta di intervista, lei non diede risposta. Qua allora non si tratta di fare le vittime passando come “Nemo profeta in patria”, ma di chiarire bene le fonti del suo discorrere e le ragioni di scelte che appaiono indiscutibilmente discriminatorie. Perché la Schlein sì e nessun altro? A pensar male a volte ci si azzecca e si può pensare che almeno una parte del PD vada a braccetto con lei.
Riteniamo di doverle precisare che l’unica cosa oggettivamente importante del ns. comunicato è il tema nel quale lei sceglie di non ‘entrare’ e che è invece la ragion d’essere del Comitato. Il resto è corollario, rumore di fondo, insignificanza. La lettera elenca l’universo mondo di enti/associazioni cui ci siamo appellati, compreso il Governo Regionale (il Pres. Fontana, il Pres. del Consiglio Romani, l’Ass. Bertolaso, tutti di destra), col quale siamo arrivati al 2° appello, insieme a una folta schiera di Consiglieri Reg. DI TUTTE LE TENDENZE, compresi 50 Sindaci del territorio esponenti DI QUALSIVOGLIA PARTITO o lista civica. Fuori luogo quindi la sua sentenza: ‘E’ evidente che quel riferimento esclusivo alla Schlein non si presta ad equivoci. Una simpatia preferenziale partitica e malamente giustificata’. Nella risposta a Ada Ferrari troverà anche la ns. ‘giustificazione’, non sappiamo quanto dovuta peraltro se chiesta in questi termini. Quanto poi al suo ‘Chissà quanti altri politici di destra o di altre fazioni sono sensibili ai temi ambientali, ma lei non ne ha citato uno’, mentre ripetiamo (perche’ siamo un ‘noi’) che ci siamo appellati all’universo mondo come sta scritto, non sapremmo dire quanti dei 50 sindaci fossero o no di destra, ma i vertici regionali lo sono certamente mentre sono di VARIO orientamento i Consiglieri Reg. che abbiamo coinvolto. Riteniamo poi che guardare il dito e non la luna, dove la luna è un SSN che si vuole morto a vantaggio di una sanità lasciata al libero pascolo dei grandi gruppi finanziari e assicurativi (con conseguenze inimmaginabili sulla tenuta di un sistema Italia sempre più vaso di coccio al rimorchio forzato dei grandi – v. il debito pubblico e il declino demografico e produttivo) sia consegnarsi all’irrilevanza rispetto ai fondamentali perchè la democrazia e la tenuta sociale vive (o muore) in ragione del contributo di ciascuno. Puntare sui corollari finisce per impedire di dedicarsi ai fondamentali perchè non c’è tempo per tutto. Sempre in fatto di argomenti di contorno, e qui parlo al singolare perchè lei cita (non pensavo di essere oggetto di interesse) una mia lettera in cui accennavo a una ‘discesa in campo del PD’ in tema di sanità riportando un dato di cronaca uscito a febbraio anche sulla stampa locale che tutti hanno potuto leggere e NON quindi ‘notizia trovata da lei e da nessun altro’. In un passaggio della lettera chiamavo ‘discesa in campo’ la mossa con cui, dopo un periodo lungo di silenzio e censura sul tema sanità, il PD locale, al rimorchio di una quarantina di sigle, dichiarava con una timida presa di posizione pubblica di appoggiare l’iniziativa della raccolta firme per la campagna LaLombardiaSiCura. Poteva essere l’ inizio di un percorso ma si è rivelato un atto unico peraltro con scopi elettorali, visto che la raccolta firme partiva dal 1° marzo per un periodo di 3 mesi. Una rondine che non ha fatto primavera ed è tornato il silenzio.
Quanto poi all’ obiezione ‘Alla richiesta di chiarire dove avesse sentito quella sorta di intervista, lei non diede risposta’, la ragione ancora una volta è che distinguo sempre il dito dalla luna, i corollari, il rumore di fondo dai fondamentali perchè non ho energie per tutto. Era un dato di cronaca e c’era la stampa ad attestarlo. Nel merito del suo ‘Qua allora non si tratta di fare le vittime ma di chiarire bene le fonti del suo discorrere’ attesto che io, per nulla incline al vittimismo tanto che reggo bene anche toni sostenuti come questi, chiarisco sempre rigorosamente le mie fonti come in una tesi di laurea quando ci sono di mezzo i fondamentali, ma lascio i corollari spegnersi nell’insignificanza del rumore di fondo. Sempre perchè non ho energie per tutto e confido nella capacità di capire altrui, quando ce ne sono le condizioni. Quanto poi alla chiusa nella quale insiste ‘Si può pensare che almeno una parte del PD vada a braccetto con lei’ questa la tengo come un’ ipotesi del 3° tipo quanto al PD locale. Purtroppo QUI oggi, a DESTRA e a SINISTRA , chi vince, votandosi a un ASSORDANTE SILENZIO sul tema ospedale/salute/ sanità pubblica efficiente (v. le elezioni amm. 24), è il PARTITO DEL CEMENTO di cui Cremona muore anche per la scelta dei TROPPI che rinunciano a ‘entrare nel tema’ e si buttano su corollari niente più che distrattivi rispetto alla crisi senza ritorno del SSN e ai diritti negati agli Italiani in fatto di salute e sanità pubblica, in nome dei quali (e torna il noi, dopo la difesa d’ufficio) noi agiamo come Comitato e dovremmo agire TUTTI, senza arroccamenti DI PARTE, in quanto ‘la crisi del SSN, che privatizza di fatto la sanità, è una catastrofe che cambia in peggio la società e le nostre vite perchè la sanità pubblica è il portato di un’idea di civiltà e convivenza sociale basata su un sogno di uguaglianza, universalità, solidarietà che sono garanzia di qualità della vita e pace sociale” (I. Cavicchi “Sanità pubblica addio” ’23), mentre si rivela illusorio quell’ ‘io speriamo che me la cavo’ di chi oggi (e domani?) può pagarsi le cure perchè il covid ci ha insegnato che non ci salva da soli.
Inutile tirarla troppo per le lunghe e prendere in giro la gente . Rispetto alla *genuina sensibilità delle Schlein sul tema della salute pubblica”, quando venne a Cremona il segretario del PD nel suo giro preelettorale, dicendo che tutto andava bene, confermava la linea del PD locale a favore del nuovo ospedale. Pertanto non si venda l’idea che il PD locale e nazionale sono su posizioni diverse. I suoi elettori hanno diritto di sapere cosa ha deciso in merito il partito e questo è chiarissimo.
Sono perfettame d’accordo.E penso sia una decisione assurda ! PD si è dichiarato favorevole al nuovo ospedale cosa serve poi un nuovo comitato ?solo a creare casini.
Non capisco cosa sia il rozzo disegno che accompagna l’articolo (forse un altro dei progetti ai quali è stata preferita la bizzarra soluzione proposta da Cucinella? Grazie se qualcuno avrà la cortesia di chiarirmi le idee.
E’ una delle immagini elaborate al computer allegate al progetto del nuovo ospedale realizzato dallo studio di architettura di Mario Cucinella.