Egregio Direttore,
è mia intenzione dire qualcosa sul possibile futuro uso dell’area della ex Snum di via del Giordano per cui, mi sembra, si sia riacceso un minimo di interesse pubblico. Nel rivedere ‘vecchie carte’ del mio archivio relative all’argomento ho ritrovato già ben sintetizzata (parliamo di una ventina di anni fa) quanto fosse evoluta culturalmente la consapevolezza dei valori da salvaguardare nel centro storico e degli interventi ad esso funzionali in tema urbanistico. Da quel documento e dalle vicende a seguire della politica urbanistica (sempre che tale si possa definire l’infilata di ‘pastrocchi’ senza logica realizzata dalle varie amministrazioni susseguitesi dopo l’avvio della ‘politica per via giudiziaria’ ) credo si possa misurare la regressione della classe dirigente della città in questo del tutto allineata con quella nazionale. Ecco il testo: ‘ Il direttivo della sezione cremonese del PRI, preso atto della relazione della commissione urbanistica che ha identificato il complesso ex Snum quale ultima area disponibile sull’anello sud della circonvallazione del centro storico delimitato dalle vecchie mura e come tale strategico sia per un corretto sistema di servizi al centro storico sia per un recupero e una qualificazione ambientale di strutture storiche della città chiede all’amministrazione comunale 1. di soprassedere alla alienazione di tale proprietà; 2. di proporre che venga predisposto un unico progetto attuativo che comprenda l’intero comparto dell’area del bastione Caracena e delle sue adiacenze e l’area comunale ‘ex Snum’; 3. di segnalare l’opportunità che le finalità di tale studio si focalizzino sull’obiettivo di valorizzare l’intero complesso dei resti delle mura del bastione Caracena, della porta e della piattaforma che costituiscono oggi l’unica importante testimonianza organica del sistema difensivo della Città Antica; 4. di prevedere l’eliminazione delle ex case minime ed obsolete E.C.A. prospicienti la via Mosa, trasferendone i volumi in parte dell’area comunale ‘ex Snum’ e destinandone l’utilizzo ad edilizia pubblica per emergenze sociali; 5. di utilizzare tutta la restante area disponibile per un grande parcheggio alberato, fondamentale per gestire una mobilità sostenibile verso il Centro Storico dalle provenienze veicolari di sud-est. Il Direttivo del PRI ha espresso infine viva preoccupazione per scelte dell’Amministrazione comunale che siano essenzialmente condizionate da contingenti esigenze di bilancio, qualora compromettano in termini irreversibili le esigenze strategiche di salvaguardia e qualificazione del centro storico. Su questa tematica il direttivo del PRI impegna il partito per una azione politica di salvaguardia degli spazi di proprietà comunale e rivolge un invito a tutte le Associazioni che si richiamino ai valori di tutela del patrimonio storico, culturale, ambientale e sociale, affinché si coordino per avviare e sostenere concordemente un’azione necessaria per superare questa grave emergenza’.
L’iniziativa non trovò che scarsi riscontri tantoché qualche tempo dopo il consiglio comunale alla quasi unanimità approvò la vendita della proprietà comunale e successivamente, demolite le casette ex E.C.A., autorizzò la costruzione del palazzone condominiale che ha sigillato in via definitiva quello che poteva divenire un eccezionale accesso nobile alla città storica dei flussi turistici. Giuseppe Ghizzoni |
2 risposte
Ma cosa vogliono fare chiudere il parco PORTA .MOSA ??? NON BASTONO PIU I PARCHEGGI??. MA QUANDO FA CALDO DOVE ANDIAMO ??. E I BAMBINI??? COME MAI I PARCHI DANNO TANTO FASTIDIO??.
L’urbanistica della città di Cremona ha sempre scarsamente interessato la politica locale e poche voci, politicamente impegnate, si sono tradizionalmente sollevate per invocare una sua migliore gestione, pure vivacemente richiesta da minoranze intellettuali (segnatamente la sezione cremonese di Italia Nostra). Fecero eccezione gli anni 70, 80 e 90 nei quali anche i partiti politici si interessarono finalmente di tematiche territoriali e ambientali, Con il nuovo secolo la tematica urbanistica è tornata a non essere più molto all’attenzione del consiglio comunale come invece dovrebbe essere. Bisogna dare atto agli amici repubblicani di avere sempre conservato una funzione singolarmente attenta alle tematiche territoriali sin da quando, nei lontani anni 50, il loro rappresentante in consiglio comunale (Vittorio Dotti) fu l’unico a votare contro il micidiale nuovo piano regolatore che confermava, persino peggiorandole, le proposte del piano regolatore elaborato sotto la “signoria” di Farinacci.