Il 13 giugno scorso abbiamo presentato un’interrogazione a risposta orale relativamente all’edificio recentemente realizzato tra via Giordano, via Ratti e via Cadore. Premettiamo che le nostre riserve relative all’intervento edilizio non hanno mai riguardato la destinazione commerciale dell’area, a nostro avviso coerente con lo strumento urbanistico vigente, ma le caratteristiche architettoniche della nuova costruzione edificata sull’area ex Snum e la sua compatibilità con il contesto urbano, con le norme tecniche attuative del PGT e con il Regolamento Edilizio.
Dopo aver ascoltato attentamente in Consiglio comunale le risposte del vicesindaco e assessore al Territorio ed avendole ritenute non convincenti, abbiamo voluto approfondire il tema, inoltrando una richiesta di accesso agli atti. Scopo della nostra iniziativa è quello di fare chiarezza su una vicenda che, come si vedrà, suscita non pochi interrogativi e dubbi.
La documentazione ci è stata consegnata con notevole ritardo e in più riprese e, ancora oggi, a distanza di 70 giorni è ancora incompleta. Questo atteggiamento ostruzionistico non ci ha comunque impedito di ricostruire l’iter di una pratica durata anni e che presenta diverse zone d’ombra.
Abbiamo potuto finalmente prendere visione dei verbali delle quattro sedute della commissione Paesaggio del Comune di Cremona nominata dalla Giunta comunale e presieduta dall’architetto Massimo Terzi, professionista esperto e stimato, recentemente scomparso. Le sedute si sono tenute tra il 5 aprile e il 28 agosto 2018 e si sono concluse con una bocciatura del progetto successivamente autorizzato dall’Amministrazione comunale. Il voto contrario della commissione è preceduto da una serie di rinvii e di osservazioni critiche in merito alla soluzione progettuale proposta. Nel verbale del 19 aprile si legge a proposito del progetto del nuovo complesso edilizio: “Quanto ci viene proposto, procede nella logica della sola trasformazione, ma non certamente in quella della sua evoluzione rinunciando a compiere un ulteriore passo di trasformazione urbanistica eliminando buona parte dell’attuale rapporto di separazione e rivitalizzando un’area marginale ormai priva di immagine ed energia, ma molto significativa come memoria e fatto urbano”.
Un concetto che viene ribadito nella successiva seduta del 17 luglio 2018. A giustificare il terzo rinvio della pratica i commissari forniscono ulteriori indicazioni e spunti.
Nello specifico si chiede che una revisione del progetto debba conformarsi alle sottoindicate prescrizioni:
1) Il lotto in argomento dovrà essere progettato cercando di riproporre i margini edificati
2) Il nuovo edificio dovrà ispirarsi a tipologie edilizie riconducibili ai mercati rionali coperti
3) i parcheggi al servizio dell’attività dovranno essere realizzati in quota prevalente al piano interrato del lotto riducendo sensibilmente quelli previsti a raso
4) il disegno degli spazi scoperti esterni dovrà valorizzare le mura storiche e possibilmente essere, anche parzialmente, fruibile e valorizzato eventualmente con piantumazioni che si ispirino alla situazione esistente”.
La decisione finale arriva nella seduta del 28 agosto 2018, nella quale il progetto viene “respinto”, con voto contrario di tutti i componenti della commissione. Le motivazioni del voto contrario vengono ampiamente esplicitate in una ricca analisi degli elementi storici, architettonici e urbanistici del contesto.
I pareri contrari della commissione Paesaggistica erano ben noti a tutta la Giunta comunale. Il contenuto dei verbali è stato integralmente riportato nel testo della delibera 189 del 13/10/2021 con la quale è stata approvata la bozza di “Convenzione relativa alla richiesta di Permesso di Costruire convenzionato per la realizzazione di un edificio commerciale nell’area ex Snum di via Giordano, via Mosa e via Ratti. Quindi gli attuali amministratori erano ben consapevoli che i componenti della commissione Paesaggio da loro scelti a tutela della qualità urbana avevano espresso un parere contrario e, ciò nonostante, hanno approvato la bozza di convenzione, consentendo agli Uffici Comunali il rilascio del necessario permesso di costruire.
E’ stato proprio il vice sindaco a citare l’art. 47 del Regolamento Edilizio nel suo intervento per giustificare la costruzione di un edificio con caratteristiche “non coerenti con i principi regolatori dei caratteri architettonici e dei valori del contesto esistente”, evitando accuratamente di evidenziare che la possibilità di introdurre elementi innovativi, in deroga ai “principi regolatori”, passa obbligatoriamente da una valutazione degli Uffici e delle commissioni Edilizia e Paesaggio, che, in questo caso, hanno respinto la proposta progettuale.
Non possiamo che immedesimarci con i tanti professionisti e cittadini che hanno dovuto modificare i propri progetti, magari relativi a interventi più contenuti, per adeguarsi ai pareri della commissione Paesaggio, pareri che, in questo caso, l’Amministrazione comunale ha deciso di ignorare.
L’esame degli atti messi a nostra disposizione rafforza i nostri dubbi iniziali e ci spinge a richiedere un ulteriore approfondimento che riteniamo necessario per far chiarezza su una ricostruzione che riteniamo lacunosa e imprecisa.
Crediamo che il luogo più adatto per effettuare questo approfondimento sia la commissione di Vigilanza.
Abbiamo chiesto e ottenuto la disponibilità della presidente Simona Sommi a convocare la commissione all’inizio del prossimo anno.
Carlo Malvezzi – FI
Federico Fasani – FI
Saverio Simi – FI
Maria Vittoria Ceraso – Viva Cremona
2 risposte
Sorprende solo il fatto che i dubbi e l’accesso agli atti siano maturati giusto in vista della nuova tornata elettorale.
Giusta osservazione.