Che Cremona 20-30 fosse un esercizio di illusionismo lo avevamo sospettato fin dall’inizio, potendo constatare l’eccessiva enfasi propagandistica impiegata dalla maggioranza ed in particolare dal Sindaco di Cremona. Oggi, a distanza di 2 anni ne abbiamo la certezza: dei 13 progetti prospettati da A2A, di cui 8 rientranti nella “configurazione base” e 5 nel “pacchetto sperimentali”, l’unico che si è tradotto in elaborato tecnico è quello riguardante l’impianto di produzione di biometano, che si vorrebbe collocare alle porte della città, e per il quale è in corso l’istruttoria da parte degli enti preposti, come risulta dalla risposta del settore ambiente della Provincia di Cremona da noi interpellato sulle istruttorie in corso.
In termini economici significa che dei 150 milioni di euro di investimenti promessi nel Cremona 20-30 sul territorio, ad oggi solo 12 potrebbero teoricamente atterrare.
Dai documenti di istruttoria che abbiamo potuto esaminare emergono elementi di grossa preoccupazione, legati a criticità paesaggistiche, infrastrutturali, localizzative, urbanistiche e ambientali, in particolare riguardo a qualità dell’aria e rischio di inquinamento delle falde. Non convincono le sbrigative rassicurazioni diffuse dalla società proponente per contenere le critiche che stanno arrivando da diversi fronti ( cittadini, associazioni ed Enti locali).
La quantità, la gravità e la complessità dei rilievi tecnici rendono difficilmente comprensibile come un progetto con queste caratteristiche possa essere realizzato. Sorprende anche la richiesta avanzata dal A2A di seguire una procedura di valutazione ambientale semplificata.
Ci domandiamo qual è il ruolo del Comune di Cremona in questa partita. La tanto sbandierata partnership tra A2A e il Comune di Cremona prevede che l’Amministrazione comunale, avendo una quota residuale di A2A, debba assistere passivamente a quanto stabilito lontano da Cremona? Perché di fronte a puntuali rilievi di natura ambientale nessuno della maggioranza si espone assumendosi le proprie responsabilità in modo aperto e trasparente nei confronti dei cittadini cremonesi? Quale spazio viene concesso all’indispensabile confronto con cittadini e associazioni? In che modo sono stati coinvolti gli enti locali territoriali a partire da quelli confinanti con il Comune di Cremona? Quali garanzie ha ottenuto il Sindaco sullo spegnimento o riconversione del termovalorzzatore, visto che in nessun atto programmatorio di A2A (piano industriale) vi è traccia di questa volontà?
Siamo ovviamente favorevoli alle energie rinnovabili e a valutare con serietà ogni proposta che può portare giovamento alla nostra comunità, ma prendiamo fermamente le distanze dai rappresentanti della sinistra locale che, a corrente alternata, fingono di intestarsi battaglie pseudo ambientaliste per intercettare il consenso di cittadini sensibili a questi temi, specialmente in prossimità delle elezioni, e invece tacciono, per convenienza o per opportunismo, di fronte alle macroscopiche criticità e contraddizioni che gli enti preposti alla tutela del territorio e dell’ambiente hanno espresso con rigore e chiarezza.
È proprio in quest’ottica che nei prossimi giorni depositeremo un ordine del giorno con il quale impegnare il Comune di Cremona, partner del progetto e azionista di A2A, ad organizzare entro il mese di Maggio un incontro pubblico aperto alla partecipazione e al confronto con tutti i portatori di interesse.
Carlo Malvezzi
Federico Fasani
Saverio Simi