La commissione di garanzia del 14 gennaio 2022 riguardante la situazione di Finalpia lascia attonito il M5S Cremasco. Sconcerto, delusione e preoccupazione sono le principali reazioni. Riguardo al cda della Fondazione, possiamo dire di essere passati dalla padella alla brace: quasi si rimpiange Soffientini, il che è tutto dire… L’atteggiamento del neopresidente Pagliari è stato istituzionalmente, e non solo, totalmente irrispettoso su tutta la linea, forse inconscio di cosa significhi partecipare ad una commissione di garanzia del Comune di Crema, pubblica e in mondovisione. Ci sono state zero novità rispetto a quanto già la città sapeva sul dossier Finalpia. Pagliari aveva chiesto di posticipare l’incontro, previsto inizialmente molto prima delle festività natalizie, proprio per poterci fornire maggiori informazioni. Invece a nulla sono servite le domande dei commissari in sede di commissione perché, a detta del Presidente, ci sono trattative in corso e quindi nulla può essere detto, nemmeno con la Commissione a porte chiuse, cosa fattibile. Quindi qual era il senso della Commissione? Il cda dovrebbe politicamente rispondere alla città di Crema, essendo di nomina del sindaco e visto che sta gestendo un bene dei Cremaschi e non certo di qualche privato cittadino. Unica novità? La richiesta, da parte del Presidente, pure con toni piuttosto sgarbati, di 200.000 € di soldi pubblici del Comune di Crema. Alcune domande esigono una risposta, non data durante la Commissione:
1. a che punto sono le interlocuzioni con Hyma, la società che voleva prendere in gestione l’immobile per poi acquistarlo fra tre anni?
2. perché Hyma ha deciso di non rispettare il precedente accordo sottoscritto?
3. quali sono le intenzioni attuali del nuovo CDA?
4. qual è il ‘piano B qualora le trattative con Hyma non arrivassero ad un accordo?
5. i 200.000 euro che Pagliari ha spudoratamente chiesto al Comune che scopo avrebbero? Servirebbero per tirare avanti un altro paio di mesi o costituirebbero un’ancora di salvezza del patrimonio (inverosimile visti i debiti milionari di Finalpia)?
6. perché, a seguito di una perizia, l’immobile è stato messo in vendita pochi mesi fa a ben 10.000.000 €, cifra molto alta? E come mai solo dopo pochi mesi la valutazione dell’immobile è già stata rivista notevolmente al ribasso?Queste domande esigono una risposta. La mancata trasparenza del nuovo cda è pari, se non peggiore, di quella del precedente cda. Davvero il piano del ‘pool di professionisti’ scelti dalla Bonaldi avrebbe in mente come possibile soluzione una raccolta fondi tra i cittadini per salvare il patrimonio? La proposta è alquanto bizzarra! Con quale piano strutturale di risanamento?
Ad oggi, soprattutto grazie all’incapacità politica della giunta Bonaldi-Bergamaschi e dei CDA scelti dal sindaco siamo giunti a questo punto e, pertanto, quale Cremasco regalerebbe soldi da scialacquare per Finalpia? Con quale faccia chiedono al Comune 200.000 euro, dopo i 50.000 euro già elargiti, senza dirci nulla di nulla sulle loro intenzioni? Tutto è dovuto? Il Comune, con i soldi dei cittadini, non può essere considerato una vacca da mungere, soprattutto senza un paio di risanamento illustrato al Consiglio comunale. Ora urge una Commissione di garanzia con la società Hyma, che si era già resa disponibile ad intervenire, per capire la loro posizione e quali sono i reali motivi per cui non hanno voluto rispettare gli accordi già sottoscritti. Invitiamo il presidente Beretta a convocarla il prima possibile. Ribadiamo ancora una volta l’unica possibilità: rimettere in vendita l’immobile con una perizia credibile che abbassi il prezzo, per salvare il salvabile ed investire i soldi direttamente sul nostro territorio e non lasciarli deperire in una struttura a 4 stelle, a centinaia di km di distanza e non adatta alle fasce di società più bisognose, come dovrebbe essere negli obiettivi della Fondazione. Il M5S Cremasco propose anche due candidati per il nuovo cda, assumendosi una responsabilità, non da tutti, ma la scelta è ricaduta su altri: ha prevalso e sta prevalendo, come al solito, l’arroganza della Bonaldi e dei presidenti da lei scelti.