Gli abitanti di Crotta d’Adda da giorni vivono un incubo senza soluzione di continuità. Di sera arriva il fetore, corrono a chiudere le finestre per evitare che la puzza tremenda entri e si impregni in ogni spazio domestico.
Alcuni di loro si sono recati al Pronto Soccorso dell’ospedale maggiore di Cremona nei giorni scorsi. Accusavano bruciore alla gola e agli occhi, nausea, crisi d’asma, affanno.
Sono molestie olfattive causate dallo spargimento dei gessi di defecazione, pare, provenienti dagli impianti di Meleti e Maccastorna.
Gessi di defecazione che la normativa ha liberalizzato perché non è possibile effettuare i controlli. Sono prodotti per l’agricoltura qualificati come “correttivi” dalla normativa nazionale sui fertilizzanti che li definisce come materiali da aggiungere al suolo per modificarne e migliorarne le proprietà chimiche anomale, quali ad esempio il pH e la salinità. Ma chi sa se i terreni ne hanno bisogno? I Comuni e la Provincia ai quali chi deve spandere comunica per tempo giorni e terreni. Ma i Comuni hanno tempo e competenze per farlo? Con tutta probabilità, no.
MOLESTIE OLFATTIVE – REATO PENALE
La giurisprudenza ha ritenuto applicabile l’art. 674 c.p. (“Getto pericoloso di cose”) che punisce con l’arresto fino a 1 mese o con l’ammenda fino a euro 206 “ chiunque getta o versa in luogo di pubblico transito o in un luogo privato ma di comune o altrui uso, cose atte a offendere o imbrattare o molestare persone ovvero, nei casi non consentiti dalla legge, provoca emissioni di gas, di vapori o di fumo, atti a cagionare tali effetti ”.
In estrema sintesi, la Suprema Corte ha motivato l’applicabilità della norma, affermando che “ le esalazioni maleodoranti… costituiscono offesa al benessere dei vicini e grave pregiudizio, tutelato dalla norma penale, ed integrano, pertanto, il reato di cui all’ art. 674 c.p .” precisando, altresì, che “ le esalazioni di odore moleste, nauseanti o puzzolenti, in tanto possono configurare il reato di cui all’art. 674 c.p. in quanto presentino un carattere non del tutto momentaneo e siano intollerabili o almeno idonee a cagionare un fastidio fisico apprezzabile (ad esempio nausea, disgusto) e abbiano un impatto negativo, anche psichico, sull’esercizio delle normali attività quotidiane di lavoro e di relazione (ad esempio necessità di tenere le finestre chiuse, difficoltà di ricevere ospiti, eccetera)”.
Nessuna autorizzazione o disciplina di settore può superare il divieto costituzionalmente garantito di provocare emissioni non tollerabili per l’uomo e per l’ambiente.
MONTELLO (Bergamo) – ARPA: BIOMETANO, MOLESTIE NON TOLLERABILI, DOPO OLTRE UN ANNO, NULLA DI FATTO.
Dopo quasi quattro anni dalle prime segnalazioni, Bagnatica non ha ancora una soluzione al problema degli odori molesti nell’aria, ma quantomeno ha tra le mani il nome dei responsabili delle emissioni sgradevoli. Il Sindaco è dalla parte dei cittadini e lo sta dimostrando con atti concreti.
Comune limitrofo a Montello in cui sorge il biometano più grande d’Europa, autorizzato inizialmente a trattare 250mila tonnellate di organico, è arrivato nel tempo, a suon di modifiche non sostanziali, a trattarne 750 mila. Ovviamente è facile immaginare, a fronte di una produzione regionale di organico di poco superiore, l’inutilità di tutti gli impianti che trattano organico autorizzati successivamente e senza soluzione di continuità. Il biometano di Maleo è l’ultimo approvato.
Sul caso era stata avviata una campagna di monitoraggio sul territorio, i cui risultati non hanno lasciato spazio a dubbi per l’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale: “Molestie abbondantemente oltre il limite stabilito dalle norme. Arrivano dalla Montello e non sono tollerabili”.
A certificarlo è un documento ufficiale di Arpa Lombardia, risultato di una campagna di monitoraggio condotta tra il 15 giugno e il 15 settembre tramite lo specifico applicativo “MOLF”, messo a disposizione di una trentina di cittadini selezionati tra coloro che avevano espresso lamentele: a loro il compito di registrare sull’applicazione orario, posizione esatta e una descrizione degli odori non appena li percepivano.
I dati registrati sono stati poi confrontati da Arpa con il regime del vento corrispondente nella stessa fascia oraria, per validare le segnalazioni raccolte ed eliminare di conseguenza quelle non congrue, complessivamente il 26% del totale.
Un lavoro che ha portato a individuare nell’impianto di trattamento rifiuti della società Montello la sorgente delle molestie olfattive, segnalate prevalentemente nella fascia oraria dalle 18 alle 6 del mattino.
Come spiega Arpa nel suo documento finale, l’emissione odorigena non è associabile a un particolare processo lavorativo di breve durata, ma è un fenomeno che avviene costantemente durante le 24 ore: le condizioni meteorologiche, in particolare la temperatura dell’aria, influenzano l’intensità del fenomeno emissivo, ma non incidono sul suo verificarsi o meno. Un fattore che, spiega Arpa, “dimensiona l’importanza degli interventi di contenimento delle emissioni che si dovranno andare a chiedere per limitare in modo significativo, se non risolvere, il problema”.
IL RESPONSABILE INDIVIDUATO, MA AD OGGI RIMANE L’INAZIONE
I cittadini continuano ad accusare malori, bruciori di gola, non vivono. Da anni. Da quel verdetto di Arpa, ad oggi, nessuna azione è stata intrapresa.
Siamo già in ipotesi di omissione atti d’ufficio per chi ha ruolo e responsabilità di intervenire?
Il fetore ammorba anche Cornovecchio. Idem a Soresina. Cittadini segnalano che non si può aprire le finestre neppure alla mattina presto e tantomeno alla sera! Sarebbe interessante sapere se a tale fetore è correlato anche un peggioramento della qualità dell’aria…
Maria Grazia Bonfante