51ª “Giornata mondiale della Terra”, il giorno dopo.
Alle immancabili e retoriche commemorazioni ufficiali ascoltate per cinquant’anni, il 22 aprile 2021, la 51ª Giornata mondiale della Terra è stata, mai come prima, una ricorrenza assolutamente sentita dalle voci più autorevoli del pianeta, quasi partecipata sul piano personale. Il mondo che conta pare abbia finalmente paura e, forse, a partire da questo 51° anniversario non saranno più solo parole, ma si comincerà con la concretezza.
In un videomessaggio papa Francesco ha sottolineato come le crisi legate alla pandemia di Covid-19 ed all’ambiente mostrano che l’umanità si trova al limite e ha inviato al vertice del clima convocato dal presidente Biden questo messaggio: «Dio perdona sempre, noi uomini perdoniamo di tanto in tanto, la natura non perdona più».
Il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, in un Twitter ha scritto: «È urgente che tutti i paesi, in particolare i principali emettitori, presentino ambiziosi piani 2030.».
Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, volendo riportare l’America al centro degli sforzi globali nel contrasto al cambiamento climatico, ha convocato virtualmente per questa data 40 leaders mondiali, ponendo sul tavolo la proposta di ridurre del 50-52% le emissioni di CO2 in atmosfera entro il 2030, con riferimento ai dati del 2005. Data di riferimento che se fosse quella del 1990, come già deciso dall’Ue, si tratterebbe di una riduzione meno coraggiosa, ossia di circa il 40% (quindi ancora insufficiente ad evitare l’aumento della CO2 in atmosfera).
Il giorno prima, 21 aprile, la Commissione europea aveva annunciato che il parlamento europeo e il consiglio europeo hanno concordato sull’obiettivo, oltre che della introduzione nella legislazione dell’Ue l’impegno delle emissioni zero entro il 2050, di azzerare l’aumento della CO2 in atmosfera, riducendo entro il 2030 le emissioni ‘almeno’ del 55%. Questo, pur sapendo però di influire sul piano globale meno del 10%. Si tratta, ad onore dell’Europa, del più alto e soddisfacente accordo politico raggiunto sul piano globale. Un accordo che gli altri Paesi del mondo raggiungeranno con un obiettivo più modesto, quindi inadeguato a rallentare in modo significativo l’aumento del riscaldamento globale.
Una risposta
Accanto ai grandi grandi accordi internazionali è desiderabile un capillare sforzo educativo e informativo che coinvolga scuola, social, media tradizionali ecc per raggiungere i troppi refrattari che ancora trattano l’ambiente come un contenitore in grado di digerire tutto. Bravo Fiori. Non demorda.