Giovanni Arvedi entra nella classifica 2023 dei più ricchi al mondo. Ne dà notizia il giornale online Umbria24. Il titolare dell’omonimo gruppo siderurgico del quale fa parte Acciai speciali Terni fa il suo ingresso nel gotha dei miliardari un patrimonio stimato di 1,7 miliardi di dollari, che colloca l’imprenditore cremonese al 1.725esimo posto della lista elaborata dalla rivista statunitense Forbes. «Fondatore e proprietario del Gruppo Arvedi, produttore di acciaio con sede a Cremona. Arvedi discende da una lunga stirpe di metalmeccanici: i suoi antenati possedevano una piccola miniera di rame nel nord Italia nel XVII secolo. Nel 1963 avvia due aziende commerciali e manifatturiere e successivamente nel 1970 apre un’acciaieria a Cremona. Nel gennaio 2022, il Gruppo Arvedi ha acquisito una partecipazione dell’85% nell’acciaieria italiana Ast da ThyssenKrupp per un prezzo dichiarato di circa 700 milioni di dollari. L’acquisizione di Ast ha portato i ricavi dell’azienda a quasi 8 miliardi di dollari nel 2022, rendendola uno dei maggiori produttori di acciaio in Europa». Questa la descrizione associata all’imprenditore che ha recentemente ceduto al gruppo Bonomi la società Chibro sin qui ramo d’azienda della Ilta Inox di Robecco D’Oglio (Cremona).
Il futuro dell’acciaieria di Terni Nel frattempo ha incassato l’ok della Regione Umbria all’installazione di alcuni impianti provenienti dal Bahrain e se assieme alla finlandese Tapojarvi è chiamata a portare a termine i progetti sul recupero delle scorie, prima ancora deve risolvere le grane con l’azienda Tct. Dopo un breve stop di Pasqua, senza ricorso alla cassa integrazione, Ast tornerà a produrre regolarmente e l’augurio delle parti sociali è che la primavera possa rappresentare anche il momento per fare chiarezza in maniera dettagliata sul futuro dell’azienda. Da questo punto di vista infatti, recita Umbria 24, si è fermi al primo aprile 2022 davanti a una slide illustrata proprio da Arvedi e accompagnata dalla promessa di elevati standard di performance industriali e dall’esigenza di profitto, il tutto condito da commenti senza sconti ai tedeschi, rimasti in società per il 15%: «Hanno mutilato la fabbrica». Parola del cavaliere.
2 risposte
Complimenti a Giovanni Arvedi anche per la sua costante attenzione e generosità per Cremona, la sua città, che tanto deve per il suo operato nei vari ambiti. Un vero Mecenate.
Un autentico mecenate, siamo d’accordo…e viene da chiedersi: gli agricoltori invece che fanno, oltre a piangere miseria?