Il dono. Sì, gli Eremiti da 11 anni ci fanno il dono della luce dei loro concerti. Già l’anno scorso, arrivati al decimo concerto, volevano smettere. No, sono bravi, molto bravi, si sono convinti che sentirli suonare, anche una volta sola all’anno, è una consolazione, un’illusione che lasciano ad ognuno di noi. Questo è il dono. Sono tutti professionisti. C’è di tutto: ingegneria, medicina, biologia etc. Oltre che bravi sono anche estremamente seri, nove mesi di prove per rinnovare il repertorio. Li seguo dal primo concerto, appunto 11 anni fa. Hanno rinunciato alla chiamata di New York e California ed anche alla più vicina e bellissima Stresa, all’hotel Regina, senza dubbio uno dei più belli del mondo, stile “belle époque” Hanno rinunciato non perché siano modesti – se sei modesto, non sei grande – ma perché non si sono mai presi sul serio. E soprattutto perché sono autoironici e molto critici verso sé stessi.
Chi sono gli Eremiti? Eccoli: Franco Masulli, voce solista, chitarra acustica, detto “il capo organizzatore”; Mario Cottarelli, voce, batteria, compositore, pianoforte, “orecchio assoluto” il vero musicista professionista del complesso; Luciano Marchetti, il ”Ciano, re delle svisate” già chitarrista dei Giganti; Marco Lupi, chitarra solista “ il Jimmy Hendrix” del gruppo. I loro concerti si tengono sempre Cremona e dintorni: Relais Convento (due volte), Villa Calciati, Campass, Juliette, Farisengo (quattro volte), Torre Picenardi e quest’anno Pozzaglio.
Ho sempre scritto e detto che per me sono unici al mondo. Esagero? Non credo, perché la loro storia comincia oltre 50 anni fa. Sono tutti del ’56. Nel ’70 incominciano a gorgheggiare e a strimpellare. Hanno 14 anni ma se il vino è buono si vede già da quando è novello. Non avevano niente da invidiare per talento, tecnica ma soprattutto per la “ riconoscibilità” della struttura musicale alle tante band che si formarono a quei tempi, alcune delle quali ancora attive oggi ai massimi livelli, nazionali e oltre. I giovanissimi Eremiti ottennero subito un notevole successo, non solo locale, ma brillarono solo per poco più di due anni e poi si sciolsero. Come una stella Gigante Rossa avevano bruciato tutto l’idrogeno disponibile evolvendo in una stella Nova, non visibile. Ma non sono mai finiti in un buco nero perché, sciolto il gruppo, non sciolsero mai il laccio di un’amicizia vera, profonda, inossidabile.
Sono passati oltre 50 anni, qualche capello in meno, qualche pelo bianco in più. Ho sempre detto che sono unici al mondo, non solo per la dolce melodia che ci regalano, ma per il miracolo della ricostruzione, dopo un tempo lunghissimo, di tutto ciò che ognuno di loro ha macinato nella sua vita.
Tutti i pezzi eseguiti nell’ultimo concerto sono stati modificati e arrangiati: Luciano Ligabue “Certe notti”, Mogol-Battisti “L’aquila”, George Harrison “My sweet lord”, New Trolls “Quella carezza della sera”, Mal-Primitives “Persiero d’amore”, Little Tony “La spada nel cuore”, Creeedence “Have you ever seen the rain”, Le Orme “Sguardo verso il cielo”, The Rocks “Che colpa abbiamo noi”, Neil Diamond–Gianni Morandi “Se perdo anche te”. Le richieste di bis sono diventate tris e oltre finché il “Capo” ha poi detto: ‘Va bene ancora una e poi basta’.
Poteva forse mancare il bravo presentatore Marco Pizzamiglio? Assolutamente no. Anche lui classe 1956 che come sempre ha dato il meglio di sè.
Scrissi al primo concerto che gli Eremiti erano degni di suonare nel più bel posto del mondo: l’Eremo di Punta Mesco nel golfo delle Cinque Terre. Tutto il mistero e l’illusione della vita vola e si diffonde come musica sopra le Cinque Terre. Solo voi, Eremiti, sareste degni di farci ancora sognare e illudere nel posto più bello del mondo.
Pietro De Franchi