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Gnocchi: ”I movimenti non sono ininfluenti, al contrario”

27 Febbraio 2024

Signor Direttore, non sono d’accordo con la tesi di Francesco Bordi. La sua partecipazione al “comitato contro l’inceneritore per la raccolta differenziata dei rifiuti” fu marginale e poco convinta sul peso che ebbe il comitato, come lo è la sua analisi dei fatti a distanza di trent’anni, sia nell’input che portò alla aggregazione di molte decine di persone che attivamente si opposero a questo progetto, e che fisicamente si misero contro l’apertura del cantiere costruendo ciò che il giornalista Grassi chiamò forte Apache, e che diedero vita alla mobilitazione dei cittadini di Cremona e alla raccolta di più di 5.000 firme in tre mesi per permettere di indire il referendum consultivo, vinto, ma poi tradito dai politici di professione, sia soprattutto nella coerenza nei decenni successivi di portare avanti il tema di base per il quale il comitato era nato: portare la raccolta differenziata adù un’alta percentuale rendendo inutile l’inceneritore in quanto non avrebbe avuto il carburante (rifiuti) per funzionare. Tema che ancora è attuale e che rende difficile per i politici di professione, sempre attivi e attenti agli interessi di pochi, decidere di spegnerlo e demolirlo. Al di la della partecipazione personale di Bordi che ovviamente era legata come per tutti alla propria convinzione più o meno forte di fare una battaglia a benefico della citta e di tutta la provincia, ma soprattutto di iniziare o continuare un approccio alla politica ambientale che in quegli anni era anticipatrice nel segnalare i disastri che oggi vediamo nella pianura padana e in tutto il mondo, c’è nel suo scritto un messaggio di rassegnazione a una cultura politica negativa che dovrebbe essere superata nell’agire politico democratico di tutti coloro che si sentono parte di una società non decadente.

Ancor oggi la trasversalità della partecipazione dei cittadini ai movimenti, prima di tutto culturali e poi politici nelle scelte che avvengono sul territorio, sono la prova che non è ininfluente la spinta che esercitano sui partiti. A maggior ragione se constatiamo che gli iscritti ad alcuni partiti sono stai “invitati” a non partecipare alla mobilitazione in assemblee di informazione, di tenersi lontano da argomenti troppo grandi per loro e ormai irrimediabilmente decisi da chi ha fatto le “scelte giuste” tenendo conto del bene comune, fino ad arrivare a chiedere di ritirare la firma che avevano già sottoscritto ad una petizione del movimento.

Non quindi i partiti sono sotto accusa, ma chi nei partiti per decenni si è insediato stabilmente e si arroga il diritto di decidere per i propri iscritti e per tutte la cittadinanza per scelte che riguardano il futuro di una comunità su temi globali come è la costruzione di un inutile nuovo ospedale o di una autostrada altrettanto superflua. Per entrambe le opere ci sono alternative molto meno impattanti per l’ambiente e che permettono di evitare uno sperpero enorme di risorse economiche.

I cittadini, che con disinteresse personale dedicano il loro tempo per proporre ai decisori politici alternative a progetti pensati in segrete stanze e volutamente non condivise con la cittadinanza, devono farsi sentire, devono chiedere ai propri partiti di essere informati e di poter decidere anche in periodi non prossimi a campagne elettorali con modalità che la tecnologia oggi ci permette facilmente di attuare.

Il voto amministrativo o politico è un momento insufficiente e troppo limitante per una società complessa e veloce come la nostra. Non ascoltare le istanza che provengono dalla gente anche attraverso i movimenti porterà inevitabilmente all’allontanamento di sempre più persone dal voto, ciò che i movimenti dei cittadini qualunque istanza sostengono vogliono scongiurare. 

 

Enrico Gnocchi

attivista del Movimento contro l’inceneritore di Cremona per la raccolta differenziata dei rifiuti nato nel 1993, e ancora attuale. 

Bordi: ”Scarsa influenza dei comitati sulla politica”

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