Da qualche tempo nelle chat dei pensionati l’argomento treno sembra molto trascurato. In effetti non ci sono più i pensionati di una volta, quelli che passavano le giornate a sbirciare dentro i cantieri oppure ad osservare e commentare il passaggio dei treni. Oggi anche loro hanno una bella pagina Facebook, si scambiano sul web le informazioni relative ad un chiringuito sulle spiagge di Antigua, commentano argutamente l’evoluzione della pandemia ed il proliferare di centri commerciali sulla tangenziale. Tuttavia capita ancora di incontrarne qualcuno della vecchia guardia, intento ad osservare il traffico ferroviario ed è proprio da loro che viene la segnalazione che qualcosa, nell’incanto della vecchia ferrovia, si è rotto. Magari il Mantova-Milano delle 8,42, magari il Crema- Milano delle 6,55, magari il Brescia-Cremona delle 6,40.
Fortunatamente i viaggiatori in possesso di abbonamento possono usufruire di sconti per l’accesso al Museo Diocesano di Milano e per esami del sangue e visite specialistiche in strutture sanitarie rigorosamente private. Vale inoltre la pena di ricordare che per i viaggiatori rimasti a terra, esiste una imperdibile offerta presso la tavola calda della stazione di Merate di ben 6 centesimi (arrotondati a 5) per la consumazione di una tazzina di caffè. Vale quindi la pena di arrivare in stazione a Cremona, verificare che il treno è soppresso, tornare sorridenti a casa, recuperare l’auto e andare a far colazione in quella ridente località situata tra Calco ed Osnago: se non c’è traffico in tangenziale c’è tutto il tempo per tornare a Cremona e prendere il treno successivo. Trenord ci regala ogni giorno, anche più volte al giorno, la bellezza della sorpresa.
I soliti malevoli potrebbero obiettare che altre ferrovie regionali si comportano diversamente. Magari quelle venete che hanno una puntualità del 75% (31% Trenord), una pulizia del 79% (31% Trenord), un servizio con affidabilità del 90% (27% Trenord). Sì, ma quelle venete sono ferrovie noiose, prevedibili, monotone , certamente senza confronto rispetto alla sfida eccitante che attende tutti i giorni i pendolari cremonesi.
E poi quale sarebbe l’alternativa? Equiparare la soppressione del treno all’oppressione dei pendolari significa forse rilanciare l’antico grido: ‘pendolari di tutto il mondo unitevi’? Mah, forse la soluzione è semplice: puntare su nuove autostrade per favorire una mobilità alternativa ed utilizzare le inutili rotaie per raggiungere l’autosufficienza nel recupero dei rottami ferrosi.
Octopus