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Ho partecipato all’inutile concorso per due assunzioni di vertice in Comune

28 Agosto 2024

Candidato, uno dei cento, ad entrare nello staff del sindaco ho assistito con un certo disagio (e nessuna sorpresa) all’iter di scelta di Capo di Gabinetto e Portavoce. Da tempo, anche per questioni personali, sono convinto che sia quasi impossibile conciliare, in maniera assoluta, politica e regole morali, trovandone forse una giustificazione nell’imperativo dell’efficienza.

Ma al primo cittadino, in questa occasione, non serviva molto, bastava chiarire, sin da subito, che si trattava di nomine fiduciarie e tali sarebbero state. Evitando la farsa sgradevole di una manifestazione di interesse, l’idea di voler premiare merito e competenze. Questo senza voler nulla togliere ai due vincitori, purtroppo annunciati ancor prima che uscisse un bando quasi plasmato a dovere. (ndr: rispettivamente Michela Cotelli e Rosolino Azzali).

Anche la sinistra dovrebbe aver capito e metabolizzato che non è più attuale (o non è più in grado di riproporre) il “mito della diversità”, proclamato circa mezzo secolo fa da Berlinguer, secondo il quale il partito comunista era l’unico veramente distante da dinamiche di potere utili a favorire la propria parte o i propri uomini.

Così come – la maggioranza di Palazzo Comunale – dovrebbe riflettere sul riuscire a declinare concretamente le sfide del “lavoro” e del “merito”.

Non è possibile stupirsi se a un bando per due posizioni (per di più prestigiose) partecipano un centinaio di candidati. Credo che molti di più ce ne sarebbero stati se non fosse stato di pubblico dominio che presentare la domanda era del tutto inutile.

A Napoli, per cinquecento posti da spazzino, si sono presentati in ventiseimila (e tra loro oltre mille laureati). A Legnano, per otto posti nello stesso ruolo, sono arrivati in milleduecento. Quella del “lavoro” è una emergenza trasversale e nazionale, soprattutto tra i giovani. A cui non si può rispondere fingendo una trasparenza che, invece, fa emergere tutt’altro.

Perché i parametri selettivi – in questo caso della nomina dello staff del primo cittadino  – non hanno certo tenuto conto dei curriculum. E  non c’è stato alcun colloquio (come sembrava dal bando) per i profili più elevati. Insomma la negazione della (inutilmente) millantata meritocrazia.

Lo sanno bene anche i rappresentanti dei partiti di maggioranza. Diversamente non avrebbero scelto di dare la comunicazione strategicamente a ridosso del Ferragosto, per di più dopo aver dichiarato sulla stampa – a poche ore all’annuncio – che sarebbero serviti una decina di giorni per le valutazioni del caso.

Il fumo negli occhi non va bene, è inutile se comunque la realtà è ben nota ed  è pure fastidioso se i nomi “in pectore” sono già stati denunciati (giustamente) dalla minoranza.

La trasparenza è alla base del patto con i cittadini, alimenta la loro fiducia.

Occorre capire se si sia trattato di un fastidioso inciampo o se sia, invece, un modello operativo diffuso.

Purtroppo non si riesce ad affermare con certezza che, per il centrosinistra cremonese, valga la prima ipotesi. Alimentano i dubbi il bando per portavoce del precedente sindaco, indetto, poi cancellato (e alla fine arrivato a una assegnazione fiduciaria). O la stessa pagina (non certo felice) del sovrintendente al Ponchielli.

In questo modo si alimenta l’antipolitica, si distrugge la fiducia verso gli amministratori. Occorrerebbe fare il contrario, anche in funzione di una vittoria arrivata sul filo di lana e per pochi voti.

Se allarghiamo gli orizzonti, poi, il tema è ben più grave e preoccupante, non solo per chi aveva ambizione di entrare nello staff.

Il mandato amministrativo richiederà scelte coraggiose, difficili e impopolari, in cui occorre scegliere tra istanze diverse senza riuscire in una mediazione. Ma è il prezzo da pagare se davvero si vuole rilanciare la città e aiutarla a superare criticità che sono sotto gli occhi di tutti.

Come faranno i cittadini a credere – se guardano a questo bando – che, su decisioni che riguardano tutti, si sceglierà sempre il bene comune e non quello di una parte più vicina al gruppo dirigente?

C’è bisogno di una politica semplice, che sappia ascoltare le esigenze dei cittadini, che li ascolti e li rispetti. Si deve affermare l’etica della responsabilità sul cinismo della furbizia (che in questa pagina di scelta dei ruoli di staff si allunga come una ombra minacciosa).

Dopo le belle parole, dopo i valori proclamati, servono i fatti.

Lettera firmata

Cremona

11 risposte

  1. Dispiace per il candidato ma perfettamente alleato con lui su quello che ha scritto. Purtroppo questo è il sistema che la sx ha sempre utilizzato a Cremona e, visto il risultato delle elezioni, sembrerebbe che il problema non tocchi minimamente i cremonesi. L’occasione di provare a dare una svolta l’hanno avuta e non ne hanno approfittato, ora per altri 5 anni faranno sporadici post sui social ogni qualvolta qualche cosa li toccherà da vicino e niente più. Un vecchio adagio diceva, ” chi è causa del suo mal pianga se stesso”. Buona vita

  2. Anche queste sono “malelingue”? Come ci insegna l’ex sindaco Galimberti bisogna sapere che la gente spesso costruisce sul nulla, ma qualche volta su qualche cosa di vero… In questo caso penso che il candidato abbia descritto una situazione oggettiva e lo possa dimostrare. Del resto Alessandro Portesani già ha chiesto di poter accedere agli atti, o no? Tacchini, Ceraso, Cappelletti, Alquati and Company non pervenute. Della serie: …e le stelle stanno a guardare!

  3. Come mai denunce “scomode” di questo tipo non compaiono mai sul Quotidiano storico La Provincia, CremonaOggi, Cremonasera? Non vi arrivano neppure, non vale la pena di pubblicarle, non si possono pubblicare?

  4. Lo scrivente, di cui non si conosce il nome, ci dice “C’è bisogno di una politica semplice, che sappia ascoltare le esigenze dei cittadini, che li ascolti e li rispetti. Si deve affermare l’etica della responsabilità sul cinismo della furbizia”.
    Se ha partecipato ad un concorso pur sapendo l’inutilità del suo agire, se fosse convinto fino in fondo della verità di quanto scrive nella sua conclusione, se vuole fugare ogni dubbio di un uso strumentale e di bassa politica praticata con la sola denuncia, con il gesto usato da molti di lanciare il sasso e nascondere la mano, credo che avrebbe dovuto ricredersi da ciò che dice nella sua premessa ” Da tempo, anche per questioni personali, sono convinto che sia quasi impossibile conciliare, in maniera assoluta, politica e regole morali” e finalmente contribuire al crearsi “di una politica semplice” quale risultato della partecipazione dei cittadini, lasciando ai “politici di professione” la sola “esecuzione tecnica della volontà popolare”. Per questo motivo ognuno di noi si prenda la responsabilità di ciò che dice, e lo sottoscriva in chiaro con il proprio nome e cognome.

    1. “lanciare il sasso e nascondere la mano?”
      A me sembra di aver letto che la lettera sia arrivata firmata e probabilmente se l’autore ha chiesto di mantenere l’anonimato avrà avuto i suoi motivi.
      Invece di pensare a sassi lanciati a me viene, ad esempio, in mente che lo scrivente possa essere un dipendente della macchina comunale che tema eventuali ritorsioni in seguito e non sarebbe la prima volta che succede….

  5. Bel pezzo, tristi considerazioni. Il tema della raccomandazione e della prepotenza del potere è sempre attuale, e il fatto che i commenti siano tanti significa che per questo argomento non vale il detto che chi tace acconsente. Una precisazione: il PD non c’entra nulla col vecchio PCI e anche il tentativo di creare un confronto con la politica di Berlinguer stride. Il PD oggi
    rappresenta il vecchio centro sinistra organico di Donat Cattin, pertanto quello che è successo a
    quel concorso è in linea con un certo modo di pensare e agire della vecchia Dc! Nulla di nuovo sotto il sole.

  6. Una testimonianza molto ben scritta ma soprattutto ben articolata dal punto di vista logico e argomentativo. Una implacabile dimostrazione di quanto il re sia nudo.

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