Sulla vetrina dell’ex Zara il testamento del centro storico di Cremona
Ho già più volte avuto occasione di ricordare che, se è certamente vero quanto ci ricorda Marco Turati (e cioè che le leggi vigenti purtroppo non vietano più. come avveniva ancora in un relativamente recente e ben più saggio passato, il sovradimensionamento urbanistico degli insediamenti commerciali), resta comunque di assoluta competenza comunale la decisione di come, dove e in che misura consentirli, se opportuno anche stralciando o ridimensionando le previsioni dello strumento urbanistico comunale vigente. Al riguardo è fondamentale ricordare che l’assurda leggina regionale lombarda che tentò, anni orsono, di vietare ai Comuni lo stralcio di previsioni urbanistiche che l’esperienza pratica o la buona tecnica urbanistica avevano riconosciute come inopportunamente sovradimensionate (come è chiaramente avvenuto a Cremona) è stata ormai, da anni, riconosciuta come anticostituzionale e, di conseguenza, abrogata.
Purtroppo l’amministrazione comunale cremonese non ha ancora deciso di avvalersi di tale facoltà ed ha lasciato, spero solo per pusillanimità amministrativa, espandere oltre ogni ragionevole opportunità i terreni edificati a scopo commerciale sul proprio territorio. Per tentare di giustificare tale sciagurata inerzia i nostri amministratori hanno soprattutto usato l’ingannevole argomento che, così operando, si sarebbe mortificato il bilancio comunale, rinunciando all’introito di significativi contributi di urbanizzazione. L’argomento è, in realtà, risibile considerando che le somme così introitate vengono poi rapidamente bruciate dalla necessità di caricare sul bilancio comunale nuove ed ingenti spese di adeguamento, manutenzione e gestione che i nuovi insediamenti fatalmente finiranno per determinare.
Purtroppo i nostri amministratori sembrano essersi dimenticati del chiaro insegnamento che la Bibbia ci fornisce raccontando l’errore compiuto da Esaù che, per un piatto di lenticchie, cedette al fratello Isacco i diritti di primogenitura!
Michele De Crecchio
Una risposta
Finalmente una chiara, circostanziata e autorevole puntualizzazione. Che tuttavia non basterà,temo, a interrompere il miserevole gioco dello scaricabarile né le chiacchiere degli zelanti difensori d’ufficio che, tentando di deviare le responsabilità dai sindaci ad altri soggetti politico istituzionali, confidano nelle facoltà assolutorie del famoso ” tutti colpevoli e quindi nessun vero colpevole”. Quale peggior colpa per una classe dirigente che non aver saputo o voluto valutare l’impatto che sui tempi medio lunghi la cancerosa moltiplicazione dei mega centri commerciali extraurbani avrebbe avuto sul nucleo storico cittadino e sulla sua capacità di sopravvivenza commerciale?