C’è chi arriva e c’è chi parte, nulla di nuovo. Se non che quelli che partono (giovani, istruiti, volonterosi, brillanti, disposti a mettersi in gioco) sono ormai molti di più rispetto a quelli che arrivano (neri, sporchi, cattivi nuotatori).
I nostri giovani se ne vanno per guadagnare il giusto, perché fuori dai nostri confini conta il merito, non il grado di parentela, perché le prospettive di carriera sono più interessanti, così come gli stimoli professionali. Perché in altri luoghi chi lavora bene viene valorizzato e invece qui da noi dà solo fastidio. Poi ci si sorprende se a Cremona, ma è solo un esempio, il numero dei pensionati ha superato/eguagliato quello dei giovani dimenticando però di precisare che si tratta del numero dei giovani che sono rimasti a Cremona, non di quelli che la nostra magnifica città ha costretto a fuggire. E non sarà certo una visione di sviluppo basato quasi esclusivamente su Poli logistici, Centri commerciali, Fabbriche del metano, consumo di suolo pubblico, corsie ciclabili e tante chiacchere a farli ritornare. Ci vorrebbe dell’altro, magari un nuovo edificio ospedaliero.
OCTOPUS