I partiti e A2A-Lgh: Pd bocciato, M5s a pieni voti

26 Settembre 2021

È autunno. Sono finite le ferie, le olimpiadi, i campionati europei di calcio e di volley. Nonostante la maledizione del covid-19 e le polemiche sul green pass, la scuola è iniziata e il lavoro nelle aziende è ripreso a pieno ritmo. 

Anche i partiti, i politici e i pubblici amministratori del nostro territorio sono tornati in pista. Non calzano le Adidas dei record, quelle di Impossible is nothing, ma scarpe di pezza dello speriamo che dio ce la mandi buona.

Per molti di questi atleti, volonterosi e un po’ sgarrupati, l’estate è stata momento di passione. Di stallo e arretramento. Di involuzione. È stata una palingenesi al contrario. Inferno.

Alcuni di loro hanno inanellato figure barbine e collezionato critiche feroci. Spocchiosi e arroganti, hanno spesso risposto con il silenzio. Siamo in mano a Caifa direbbero gli anziani che giocano a scopa al bar dell’Mcl e scuotono la testa sconsolati. Il significato non è immediato. Però, è garantito, non è un complimento.

 Con la fusione Lgh-A2A da padroni siamo diventati servi, ma i trombettieri dell’establishment politico-amministrativo insistono nella narrazione di un’eccellente operazione per il territorio.

 Se cedere la propria società al primo acquirente che si presenta senza interpellare altri soggetti è un affare, allora nulla da eccepire. Se vendere una holding perché un’azienda del gruppo è oberata da milioni di debiti, allora lo si ammetta. Se sottovalutare la bocciatura dell’Anac è buona amministrazione, allora è okay. Se ignorare una sentenza del Tar che respinge il ricorso contro il pronunciamento dell’Anac è una prassi normale, allora non c’è speranza di cambiamento. 

Con la proposta di convenzione della provincia per costituire l’Associazione temporanea di scopo (Ats) finalizzata ad implementare il Masterplan 3c si è rasentato il ridicolo. L’accordo, che prevede quote di partecipazione pro capite più elevate per i piccoli Comuni e impone una clausola di segretezza ai sindaci, non è ancora partito. Va avanti tu che mi vien da ridere, ma pochi si sono offerti volontari.

Il progetto dell’autostrada Cremona-Mantova sale e scende dalle montagne russe, yo-yo che conferma la volubilità della politica, secunt cunfurma in dialetto cremasco.

La prospettiva di costruire un nuovo ospedale di Cremona, la mancia per quello di Crema e l’incertezza sul futuro assetto territoriale della sanità provinciale sono esempi di scollamento totale, ma è evangelico: non sappia la mano sinistra quello che fa la destra.  Non salva né l’anima dei proponenti la spartizione dei pani e dei pesci, né l’unità del territorio.

L’elezione del consiglio di amministrazione di Padania Acque si è concluso con uno spettacolo di cabaret degno di Hellzapoppin.

L’Area omogena cremasca non sfigurerebbe a Chi l’ha visto?

Il Pd tiene il banco. Comanda a Cremona e Crema. E’ determinante in provincia in perfetta sintonia con quanto sostenuto da Enrico Cuccia: le azioni non si contano, ma si pesano. Quelle piddine sono oversize.  Impongono il bello e il cattivo tempo di un territorio che l’ex partito dei lavoratori conosce molto meno di un tempo.  Rinchiuso nella sua fortezza, controlla il deserto dei Tartari che si estende da Casalmaggiore a Rivolta d’Adda. Si interessa di nomine e incarichi. Attende che qualcosa accada. Potrebbe essere Ronaldo, ma spreca le sue potenzialità. Ha dimenticato il bene comune. Cosa ha fatto in tutti questi anni?  È andato a letto presto. Come Robert De Niro in C’era una volta in America

Sostenitore convintissimo dell’operazione Lgh-A2A, una figura da schifo nel valzer di Padania Acque, un quattro in pagella è più che equo. Pd bocciato. Un cambio di allenatore potrebbe giovargli.  Può recuperare con la sessione autunnale. Ma è indispensabile un bagno di umiltà.

In grande spolvero i Cinque stelle. Hanno cavalcato la vicenda partecipate e affrontato gli ostacoli con l’abilità dei fratelli D’Inzeo e di Graziano Mancinelli. Si sono rivolti all’Anac e hanno piantato un bordello che metà basta. Il consigliere regionale Marco Degli Angeli è un gigante. Potrebbe fare un figurone in qualsiasi partito e insegnare ai soloni della politica locale, quelli con la puzza sotto il naso, cosa significa impegnarsi per il territorio. È sul pezzo e non sta sulle palle dei colleghi, apertura di credito non indifferente. Preparato, tranquillo ed educato, è stato uno dei principali membri della sporca dozzina che ha contestato la fusione di Lgh con A2A.  Per questa missione un nove ai Cinque stelle ci sta tutto, con l’augurio che venga mantenuto.

Forza Italia ha tenuto il punto su Padania Acque e costretto alle corde il Pd. Sulle partecipate si è barcamenata con un colpo di coda nelle ultime settimane. Da segnalare l’impegno del segretario provinciale Gabriele Gallina schierato con i dissidenti di Scrp (azionista di Lgh) e loro portavoce. Sulla società di scopo per Masterplan 3c, Forza Italia ha stigmatizzato il comportamento della provincia. Un sei abbondante di incoraggiamento. Agli azzurri manca il killer instinct per affondare il colpo, ma possono puntare al sette.  

I Fratelli d’Italia, sempre molto formali, non hanno risparmiato la sostanza sia a Cremona che a Crema, ma senza bucare nella comunicazione. Più grinta gioverebbe alla loro immagine.  Bruce Willis potrebbe aiutarli. In alternativa, Clint Eastwood. Ai mocassini dovrebbero preferire le Adidas. Meglio ancora le Nike di Just do it.  Fallo e basta. Fuori gli attributi. Voto: sette

Lega latitante. Ondivaga. Confusa. Su Lgh-A2A, Fabio Grassani, consigliere di amministrazione Aem, ci mette una pezza in zona Cesarini. L’astensione sul nulla osta definitivo alla cessione di Lgh ad A2A e l’invito alla cautela non aprono le porte del Paradiso e sono insufficienti per dare una fisionomia a un partito senza identità. Più ruspante a Crema, ineffabile a Cremona, la Lega è un giano Bifronte che in politica non funziona.  Un sette in riva al Serio e un quattro sulla sponda del Po. Un cinque e mezzo provinciale. Con un po’ di impegno e qualche ora di studio può raggiungere la sufficienza. Sessant’anni fa la televisione trasmetteva Non è mai troppo tardi per imparare a leggere e scrivere.  Oggi esistono corsi online per apprendere i fondamentali della politica.

Rifondazione Comunista non pervenuta. Tre sarebbe un regalo.

La comunità socialista completa il quadro. Ma ai reperti di museo non si dà un voto. Si apprezzano per il valore storico e di testimonianza.  Gli ultimi samurai meritano un applauso. Per la volontà di esistere e resistere.

È tutto. Mentre scorrono i titoli di coda, Povera patria di Franco Battiato ci sta a pennello.  Povera provincia.

 

Antonio Grassi

 

Una risposta

  1. Articolo semplicemente “ SPETTACOLARE “ degno di un grande quotidiano!!! BRAVO ANTONY….( per stare in linea con la tua disamina fra politica e cinema….in fondo l’Antony Quinn è stato un grande….ed è stato inglobato nella nostra padanita’ nella parte di Antonio Stradivari nell’omonimo film di Giacomo Battiato girato nella città di Cremona 1986 ) bravo Antonio leggerti è un piacere oltre che istruttivo. Grazie

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