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I socialisti cremaschi guardano a Treviglio e Lodi

19 Settembre 2021

Dietro alcune sollecitazioni, volentieri riassumiamo  le ragioni  in base alle quali la Comunità socialista cremasca, ha lanciato la proposta,  in vista  delle  elezioni comunali del 2022 a  Crema, della  formazione di un polo unitario tra le forze politiche liberal, socialiste e verdi,  aperto ad  altre eventuali componenti.

L’indicazione  mira a rilanciare le tradizioni riformiste, emarginate da decenni, dall’amalgama post comunista e democristiano da un lato, e dal populismo dall’altro, alternatisi negli ultimi 15/20 anni alla guida della città.

A fronte di un contesto politico amministrativo sempre più in declino, debole sul piano istituzionale e spoliato di vari servizi amministrativi, socio sanitari, giudiziari, e scolastici, noi pensiamo, che solo una nuova e forte aggregazione progettuale,  possa credibilmente  arginare ed invertire la situazione in cui versa Crema ed il Cremasco. 

Dallo storico Piano Urbanistico del Circondario Cremasco, elaborato e deliberato negli anni ’60 dai Comuni della nostra zona, ai giorni nostri,  il  protagonismo delle  Amministrazioni  comunali  si è  inesorabilmente affievolito, fino  sostanzialmente ad essere ignorato dal recente studio Masterplan 3C, promosso dagli Industriali di Cremona.

L’attuale Area omogenea del Cremasco, prevista dallo statuto della Provincia, non ha finora  definito  alcuna propria visione strategica, limitandosi, con crescenti difficoltà, ad affrontare a posteriori le conseguenze delle scelte altrui, comprese quelle dei livelli istituzionali superiori, senza alcun riconoscimento formale e sostanziale della propria rappresentanza territoriale.

Senza altre incertezze,  tale situazione va superata con determinazione  riprendendo  e finalizzando la prospettiva di un  nuovo assetto  territoriale coinvolgente i Comuni del lodigiano e del Trevigliese,  inevitabile per la salvaguardia dei  presidi pubblici presenti, a rischio di altre decurtazioni nell’ambito delle razionalizzazioni regionali  o  provinciali, specialmente nel settore socio sanitario.

Non ci sono alternative all’aumento della nostra dimensione territoriale, se vogliamo attirare maggiori attenzioni sulle aspettative in essere, per esempio, nel miglioramento  dei collegamenti,  a partire da quello riguardante la  riqualificazione dell’intera tratta della Paullese, dell’efficientamento della linea ferroviaria  Cremona – Crema – Treviglio, del prolungamento della metropolitana milanese fino a Paullo.   

Sul piano più strettamente cittadino,  non  abbiamo mai strumentalizzato i nostri distinguo, in funzione della coalizione al Governo, ma argomentato sempre costruttivamente ogni intervento,  apprezzando più o meno le risposte ricevute da parte degli amministratori o delle forze politiche.  

Tra i più recenti temi sollevati  ricordiamo:  l’insufficiente interesse del Comune capo comprensorio a sostegno dei processi di aggregazione delle funzioni comunali dei piccoli Comuni, l’eccessiva  accondiscendenza a favore delle privatizzazioni dei servizi pubblici,  l’ignavia  a riprendere  l’idea del  recupero della ex scuola CL quale sede del nuovo Istituto Racchetti,  in  alternativa alla ipotesi della Provincia,  in ritardo di almeno 10 anni,  l’indolente  impegno verso  il concambio delle  proprietà tra Comune e  Regione, dell’ex tribunale, con il complesso degli Stalloni,  parzialmente  riscattato con gli sforzi recenti  per  attivazione del PRESST,  nella ex sede giudiziaria.

Alla decisione infine, di lanciare  l’idea  di una  aggregazione amministrativa con esplicite radici politiche, già in costruzione con il supporto dei Socialisti, di Italia Viva,  di  Azione e  dei Verdi, hanno concorso anche, non meno importanti, considerazioni politiche. 

Al riguardo non  abbiamo  mai  taciuto le nostre perplessità  nei confronti della proliferazione di finte liste civiche, né tantomeno le nostre critiche  sulla  abdicazione  dei  partiti  dal loro ruolo di coordinamento degli indirizzi  sovraccomunali,  delle  liste  politicamente affini.

La conflittualità ricorrente nelle assemblee dei sindaci, sfociata  nell’abbandono di ben otto Comuni  dalla  società partecipata SCRP,  conferma  emblematicamente  le conseguenze  della  assenza di una politica nella soluzione di problemi, capace  di trovare delle sintesi, nell’interesse generale.

 

Virginio Venturelli

Comunità socialista cremasca

 

Una risposta

  1. Virginio approvo in toto quello che ho appena letto, Meno male che si vede ancora una piccola fiammella Socialista.

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