Ospiti della Cgil di Cremona, abbiamo potuto ascoltare il consigliere regionale Paolo Romano del gruppo Giovani Democratici del PD, reduce anche lui dall’iniziativa umanitaria della Global Sumud Flotilla.
La loro missione ha avuto senz’altro anche uno scopo politico, rivolta a tutto il mondo, non solamente per cercare di creare un corridoio in grado di portare aiuti concreti e non solo solidarietà ai gazawi, ma principalmente per risvegliare le coscienze.
Ci ha raccontato che non è stato per niente difficile decidere di partire, tanto erano tutti bloccati da una sensazione di forte impotenza, anche loro con ruoli istituzionali. Anzi, è stato l’unico modo di sentirsi in grado di agire. Quindi la chiamata del Global Movement to Gaza Italia che, dopo il fallimento della marcia dall’Egitto al valico di Rafa, ha deciso di strutturarsi e riprovarci via mare con la Global Sumud Flotilla.
Un altro motivo che l’ha spinto a partire è stato quello di riscattare la dignità del nostro Paese, che purtroppo a causa del governo attuale è addirittura considerato complice del genocidio in atto nella striscia di Gaza.
La rabbia davanti a tante ingiustizie e sofferenza può avere solo due azioni consecutive: essere costruttiva o distruttiva.
Paolo, come Marco Croatti senatore del M5S e tutti i componenti della Flotilla hanno optato per la prima, mettendosi in gioco per primi e direttamente, consapevoli dei rischi, ma con la speranza che la loro azione completamente pacifica potesse riuscire a fare breccia nel folle piano del leader sionista revisionista israeliano.
A bordo dell’imbarcazione Karma, ha raccontato i quattro momenti salienti della loro spedizione.
1° – Il pesante bombardamento con i droni al largo delle coste di Creta, in acque internazionali di competenza europea, che hanno danneggiato diverse imbarcazioni, alcune al punto di doversi fermare, e che hanno ferito membri degli equipaggi che soprattutto a causa di danni all’udito per le deflagrazioni sono dovuti tornare a terra. Oltre alla paura provata, si è aggiuntda la rabbia di sentir mentire il proprio governo sulla provenienza dei droni, in quanto la stessa Farnesina era stata avvisata dalle forze israeliane che se avessero continuato la navigazione il prossimo attacco sarebbe stato più pesante.
2° – Le incredibili e inaspettate reazioni delle piazze italiane di tante città a loro sostegno. Cosa che ha dato a Paolo Romano ulteriore forza e il convincimento di rischiare la vita per una giusta causa.
3° – La marcia indietro che ha fatto il ministero della Difesa quando, dopo aver promesso che sarebbero stati supportati da una nave della marina militare (grazie anche alla grande visibilità che tutte le manifestazioni avevano riscosso), li ha abbandonati ancora in acque internazionali con il solo messaggio che li invitava a tornare indietro, salendo a bordo dell’incrociatore Alpine.
4° – La lunga notte dell’abbordaggio con la successiva carcerazione.
Paolo ha raccontato con voce ferma, coinvolgente, il trattamento che lui stesso ha subito, che rientra a pieno titolo nel definire torturatori disumani e privi di empatia i suoi aguzzini.
Non entro nei dettagli, non è questo il messaggio, ma quello che ha lanciato alla fine: “Non dobbiamo fermarci, dobbiamo trovare il modo per andare avanti con l’informazione, le piazze, le azioni di boicottaggio, di isolamento commerciale, perché davanti a una nazione potente come Israele, l’unica possibilità è che tutto il mondo la isoli e la condanni per questo grave crimine contro un’altra popolazione.”
È doveroso aggiungere anche le sue parole ferme di condanna contro Hamas, contro ogni azione terroristica che per quanto esasperata da una lunga serie di crimini non può mai essere giustificata. Una condanna al 7 ottobre e una condanna a qualsiasi messaggio violento venga trasmesso nelle manifestazioni che devono, per avere un forte impatto sul mondo occidentale, mantenere la loro matrice pacifista e pro oppressi.
Ed è ciò che abbiamo intenzione di fare sia come portavoce politici, sia come attivisti per i diritti umani.
Paola Tacchini
Nella foto centrale Paolo Romano con Paola Tacchini
Una risposta
Sono tornati i martiri del Mediterraneo . Gli eroi del nulla,la farsa flottigliana. Le torture, denunciate con veemenza dal compagno di barca del Romano , quel Saverio Tommasi ,giornalista di fanpage, forse venderanno qualche copia in più del libro di Iacchetti. A qualcosa la guerra deve pur servire no? Ma nessun livido ostentato. Ci fosse stato il Tommasi non si sarebbe senz’altro lasciato perdere l’occasione di farci un mega documentario in diretta. Eppure picchiato sulla schiena e la Schein ,appena arrivato in Italia, a batterlo pure lei in quel posto mentre lo abbracciava ad accoglierlo all’aeroporto. Che crudeltà Elly, col dolore che doveva avere il Tommasi! Signor Romano,mi sarei aspettato di vederla più abbronzato dopo quella gitarella in barca, ma forse il fumoso clima padano gliel’ha già fatta smaltire rapidamente ,
l’abbronzatura. Tacchini…..? La gente non è nata ieri…..